Un magico duo di blues

Di Paul Rigg

Ben Harper Charlie Musselwhite ritornano dopo il loro album pluripremiato, vincitore di un Grammy nel 2014, Get Up!, con un'altra gemma per gli amanti del blues - e potenzialmente un altro Grammy - No Mercy in this Land, pubblicato il 30 marzo scorso.  

Harper ha scritto o co-scritto le dieci tracce dell'album, oltre a co-produrre, cantare e suonare la chitarra elettrica o acustica. La sua esperienza in musica rock, funk, reggae, gospel, soul e folk è garanzia per l’aggiunta di tocchi eclettici e moderni a questa vivace e variegata collezione blues.  

Musselwhite
, da parte sua, canta un po', ma principalmente contribuisce con l’armonica; in precedenza aveva minimizzato il suo ruolo dicendo: "Conosco solo una canzone, e la suono più velocemente o più lentamente, o cambio la nota, ma è solo una canzone, è tutto quel che so". Ma stiamo parlando di un uomo con un incredibile pedigree, dal blues del Delta a quello di Chicago, che ha avuto Muddy Waters, Howlin' Wolf Buddy Guy tra i suoi conoscenti. Collaborò con INXS in Suicide Blonde, con Tom Waits in Mule Variationse in Longing in their Heart di Bonnie Raitt, tra i molti altri.
   

La potente ed eccellente canzone che da il titolo all’album e che ne ha preceduto il lancio, mostra magnificamente i talenti complementari di questi due artisti. Il testo potrebbe essere interpretato come un lamento sulla lotta e la sopravvivenza in generale, o forse è una critica specifica dell'attuale situazione politica negli Stati Uniti. "I giusti e i miserabili, i santi e i condannati", canta Harper, "Non c'è pietà su questa terra".
 

 

Il disco inizia con When I Go, una triste canzone sulla perdita, che contiene un grande riff di chitarra elettrica, possibilmente suonato con una delle diverse Fender o Gibson possedute da Harper. Poi, l'album si sposta su un blues più animato, tinto di jazz, sulle cattive abitudini. "Quando un uomo ti dà il cappello, sta vivendo un tempo preso in prestito", canta l'intrigante Harper, sostenuto da diversi strumenti a percussione.
  

In The Bottle Wins Again respiriamo l'aria di Chicago, e il tema dell'alcolismo è, naturalmente, puro e classico blues: "a volte prendo decisioni, altre volte mi prendono", canta Harper. La romantica Found the One, che contiene il verso "non ci sono più piste da correre, ho trovato la prescelta", è un po' troppo dolce per il gusto di chi scrive questa critica, ma ci saranno indubbiamente molti che lo ameranno.
   

Trust You to Dig My Grave 
è una canzone accattivante e molto più forte che riporta gli ascoltatori al folk blues, questa volta con Harper alla chitarra acustica, forse un Gibson LG-2 Vintage degli anni ‘40 o una Gibson J-45.
 

 

Movin On 
è come una di quelle melodie da cantare in un lungo viaggio per dimenticare quelli che ti creano solo problemi: "Forse hai imparato a fare rumore, ma non hai mai imparato a ballare", canta Harper acerbamente. L'album si chiude con un numero lento e commovente, Nothing at All.
  

Da quanto sappiamo, Harper e Musselwhite sono buoni amici e collaboratori musicali e la loro chimica sembra aver funzionato di nuovo in quest’album. Le loro canzoni suonano autentiche e, senza dubbio, sono da tenere in considerazione, tanto nel loro tour attuale come nelle prossime date di presentazione. 

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