L'essenza del 'cool'
Di Tom MacIntosh
Era conosciuto come "Il re di Boogie", un pilastro
non solo della musica blues, ma una figura che trascendeva il tempo e lo
spazio, una vera leggenda artistica, dai suoi timidi esordi del suo approccio
lento al blues con una semplice chitarra, al picco della celebrità negli anni
'70, sempre pronto ad ascoltare e a farsi ascoltare, tutti volevano un suo
pezzo.
John Lee Hooker
(22 agosto 1917 - 21 giugno 2001) nato in Mississippi, il più giovane di 11
figli di un predicatore battista, William
Hooker, è cresciuto ascoltando solo canzoni gospel e gli spirituals del
Vangelo in chiesa. Quando suo padre morì, sua madre, Minnie Ramsey, si risposò con un uomo di nome William Moore, un bluesman che insegnò al giovane John come suonare
la chitarra, e che ebbe il merito di dare al ragazzo il suo stile. Uno stile
costruito sul ritmo dato da una sola corda, da cui partì per creare il suo.
Lasciò casa a 14 anni per andare a Memphis con la chitarra in mano dove iniziò
a suonare in Beale St. al New Daisy Theatre e in altri locali. Durante la
seconda guerra mondiale lavorò in fabbrica e alla fine ottenne un lavoro presso
la Ford Motor Company a Detroit, dove avrebbe frequentato il cuore della scena
musicale nera di Hastings St., dove la sua chitarra rappresentò un cambiamento
gradito al blues dell’epoca per lo più suonato al pianoforte. È lì che comprò
la sua prima chitarra elettrica, molto probabilmente un’Epiphone Sheraton.
Si fece un nome creando un nuovo stile di blues guidato dal
groove e dal beat, lontano dalla progressione standard del blues a 12 battute.
Firmò un contratto discografico con Modern Records nel 1948, quando mandò una
demo di Boogie Chillun al produttore Bernie Besman. Fu l'inizio della sua
ascesa leggendaria. Divenne un singolo di successo, dal titolo Boogie Chillen e un disco di successo
nel 1949, vendendo oltre un milione di copie. Nonostante fosse analfabeta, fu
un paroliere eccezionale, componendo molte delle sue canzoni. Ma negli anni
'50, gli artisti neri prendevano molto poco per il loro lavoro e dovette
cambiare un po’ le cose per guadagnare un po' più di denaro. Ad esempio, John
Lee usava spesso un nome diverso per evitare gli obblighi contrattuali: John
Lee Booker per la Chess e la Chance Records ('51 -'52), John Lee per i dischi
con la DeLuxe ('53 -'54), oltre a vari pseudonimi come John Lee Cooker, Texas
Slim, Delta John, Birmingham Sam & His Magic Guitar, Johnny Williams e
Boogie Man.
Il suo stile si stava evolvendo in qualcosa di
"suo", cambiando spesso il tempo per adattarsi alla canzone, il che
rendeva più difficile per le band seguirlo, ma poi incontrò Eddie Kirkland con cui registrò e andò
in tour. Andò in studio alla Vee Jay Records di Chicago con turnisti come Eddie Taylor che riusciva sempre a
capire i suoi modi 'strani'. Avrebbe registrato molti classici con quell'etichetta:
Boom Boom, Dimples, I Love You Honey
e Drugstore Woman, solo per citarne
alcuni. Negli anni '60, girò per l'Europa e partecipò all'American Folk Blues
Festival, che gli valse il plauso della critica e l’entrata nelle liste del
Regno Unito con Dimples. Fu in questo
periodo che iniziò a incidere rock: la prima band furono i Groundhogs, poi nel 1970 blues/rock con gli americani Canned Heat in Hooker n Heat, il suo primo album a entrare nelle classifiche, al
78º posto della Billboard 200.
Alcuni dei suoi migliori materiali risultarono da
collaborazioni come Endless Boogie
registrato alla ABC Records con Jesse Ed
Davis, Carl Radle, Steve Miller e Mark Naftalin. La realizzazione
dell'album fu descritta così da Allmusic, "Anche se Hooker ha sempre avuto problemi nel trovare band in grado di
tenere il passo con il suo tempismo idiosincratico, non è un compito
impossibile, e i musicisti a bordo per questa impresa sembrano stiano sempre
suonando riff piuttosto che fornire una base comprensiva per fare in modo che John
Lee tirasse fuori la sua magia". Poi uscì Never
Get Out of These Blues Alive nel 1972 con nomi come Van Morrison, Elvin Bishop, Charlie
Musselwhite e Miller. Fu
ripubblicato nel 1987 con 4 canzoni aggiuntive con suo cugino Earl Hooker alla
chitarra slide.
Alcuni dei suoi singoli più memorabili servirono da modello
per generazioni di bluesman, tra cui una cover "blues" di una canzone
di Randy Toombs resa famosa nel '53
da Amos Milburn, chiamata One Bourbon, One Scotch, One Beer. Ma il
taglio che diede Hooker andò più in profondità, a un ritmo più lento dove parla
il blues invece di piagnucolare. Il suo uso del vibrato e degli spazi vuoti dà al
pezzo il profumo di un liquore e il sapore del tabacco nella sua voce bassa e calda.
I diritti della canzone, che ebbe un grande successo con il pubblico, furono
acquistati da George Thorogood. La sua
apparizione nel film Blues Brothers
del 1980 interpretando Boom Boom come
un artista di strada è impresso a fuoco nella coscienza collettiva; l'essenza
del tipo “cool”, com’era lui. È senza dubbio la canzone di Hooker più
identificabile tanto negli Stati Uniti come all'estero. I testi sono lussuriosi
e audaci, "boom boom boom boom, ti
sparo proprio in basso, proprio a piedi, ti porto a casa con me, ti metto in
casa mia, boom boom boom boom". La canzone fece parte dell’elenco The Songs That Shaped Rock and Roll della
Rock & Roll Hall of Fame del 1995, e ne esistono cover suonate da tanti
grandi come Mae West, the Animals, Dr. Feelgood, Bruce Springsteen & the E Street
Band, Eric Clapton, Big Head Todd and the Monsters
per citarne alcuni.
Nel 1989 pubblicò The
Healer con Bonnie Raitt, Carlos Santana e
Los Lobos, che include il successo I'm in
the Mood, e vinse un Grammy nella categoria Best Traditional Blues
Performance. Raitt in seguito disse che lavorare con Hooker cambiò il suo modo
di pensare agli uomini tra gli anni ‘70 e ‘80. La sua cover di Blind Lemon Jefferson Crawlin’ King Snake
veste come un guanto al suo stile acustico diretto, affinando un assolo in una
singola nota ripetuta. E naturalmente la sua voce unica, bassa e minacciosa
come un serpente è assolutamente perfetta.
Durante gli anni '90 la sua influenza nel mondo della musica
non fu solo venerata dai suoi pari e seguaci di tutta una vita, ma anche dalle
generazioni più giovani. Fece nascere la necessità per questi giovani di
prendere una chitarra, come la Gibson ES-335, o una Les Paul Goldtop, che divennero
ovunque chitarre per bluesman. Il suo immenso lavoro gli ha permesso di entrare
nella Blues Hall of Fame nel 1980, nella Rock and Roll Hall of Fame nel 1991,
nel Grammy Lifetime Achievement Award nel 2001 oltre ad avere una stella sulla
Hollywood Walk of Fame.
La musica di John Lee Hooker continua a riempire il mondo
degli spettacoli televisivi, degli spot pubblicitari e dei film. La sua energia
era incredibile, fino a una settimana prima della sua morte, quando suonò il
suo ultimo concerto un sabato sera al Luther
Burbank Center for the Arts di Santa Rosa, in California.
Era e rimane l’essenza del ‘cool’.