I migliori assoli dei Thin Lizzy

Di Tom MacIntosh

I rockettari irlandesi Thin Lizzy lanciarono 12 album di studio tra il 1971 e il 1983. Il loro stile rock diretto ha influenzato un’intera generazione di gruppi come i Metallica, Alice in Chains, Mastodon e Testament. Furono una delle prime band ad avere due solisti dove l’armonia stessa fra le due chitarre fu l’espressione del loro marchio di fabbrica.

Fondata dal batterista Brian Downey e dal bassista e cantante Phil Lynott, la band aveva tutti gli ingredienti necessari per conquistare il mondo (e ci riuscirono), e ancora oggi ricevono la giusta attenzione dalle stazioni radio. In questo articolo vogliamo parlare di alcuni dei loro migliori assoli di chitarra presi da diversi album. Speriamo ti piaccia la nostra selezione.
     

 

Partiamo dall'album che li portò alle stelle, Jailbreak (1976) e che conteneva il grande successo di The Boys Are Back in Town (nº 8 in U.K., nº 12 negli Stati Uniti), senza dubbio un bell’album rock. La canzone Romeo and the Lonely Girl (traccia 4) è probabilmente uno dei loro pezzi più sottovalutati, dove l’abile lavoro delle chitarre di Scott Gorham e Brian Robertson, continua a suonare ‘fresco’ e buono; classici licks alla Thin Lizzy al ritmo delle bacchette di Downey.
   

Il disco che lanciarono dopo, quello stesso anno, fu Johnny The Fox e contiene un paio di bellezze cui vale la pena dare un'occhiata, soprattutto a Gorham su Fool's Gold e a Robertson su Don’t Believe a Word. Fool's Gold è un racconto di come la la Grande Carestia Irlandese (1845/1846) abbia spinto legioni di persone in America per una vita migliore, ma alcuni non riuscirono a farcela e passarono la vita inseguendo una chimera. Si nota un certo senso di pericolo, su un palpitante ritmo di basso e batteria, fino a che l'elegante piccolo assolo di Gorham ruba la scena. La Gibson Les Paul di Robertson su Don’t Believe a Word è bella ‘tosta’ al fianco di quella di Gorham, l'unico difetto è che la canzone è troppo corta, dura solo 2:45, ma molto diretta e potente.


   

L’anno dopo lanciarono Bad Reputation e, fedeli ai loro tipici testi di città deserte e speranze rotte, scrissero Southbound, "Il boom ora è finito, una città fantasma è tutto ciò che è rimasto qui, la corsa all'oro è finita e giorni di depressione si avvicinano...". Il modo intuitivo e viscerale di suonare di Gorham sul solido arrangiamento di Lynott, rende questo pezzo una chicca commovente di un disco eccellente.
   

Black Rose: A Rock Legend
(1979) fu il loro nono album in studio ed è stato definito uno dei loro "album più grandi e di maggior successo". Raggiunse il secondo posto nelle classifiche britanniche, e le 2 gemme che vogliamo evidenziare sono Got to Give It Up e Waiting for an Alibi. A causa delle abitudini ribelli della band (alcol e droghe), la salute di Gorham già non era delle migliori (da qui, forse, l'ispirazione per il titolo) e Gary Moore, che aveva già collaborato con Lynott alla fine degli anni '60 in una band chiamata Skid Row, e aveva sostituito Robertson, rilascia in Got To Give It Up un assolo potente in un classico dell’hard rock. La seconda gemma è un altro pezzo molto grezzo che vede armonizzare Moore e Gorham su una brillante linea di basso e batteria, dimostrando ognuno le proprie qualità. Dal minuto 1:50 troviamo uno degli assoli armonizzati di chitarra più puliti e disciplinati, che si sia mai sentito, e che migliora fino ad arrivare al finale contundente.
     

    

Chinatown
, pubblicato nel 1980, conta su un nuovo chitarrista che risponde al nome di Snowy White, che aveva suonato con Pink Floyd e Peter Green. La sua interpretazione di We Will Be Strong, un brano ‘cattivo’ ma ottimistico, è notevole, e le due punte chitarristiche sulla voce distintiva di Lynott portano questo numero di speranza dei Lizzy a livelli altissimi. Il disco, anche se non uno dei migliori, è il libro di testo dei Thin Lizzy; pieno del ‘mojo’ su cui costruirono la loro reputazione.
     

Thunder and Lightning
fu il loro ultimo disco nel 1983. John Sykes sostituisce Snowy White, dando alla band nuovo ossigeno, e forse ispirazione, perché questo tipo duro lo ritroviamo in tutti i dischi di metal di quell'anno. Furono accusati, infatti, di essere diventati metallari, ma se così fosse, è lì che si stavano dirigendo in ogni modo. Dicevano che la "Lizzy incazzata è la migliore" (Encyclopaedia Metallum) e, indovina un po', in Holy War, un pugno sul tavolo che prende il sopravvento sul fanatismo religioso, Sykes e Gorham mettono in scena uno spettacolo che notarono tutti i chitarristi del mondo. Sykes fu un mago con la sua Gibson Les Paul tanto quanto Gorham, ma l’abbiamo visto suonare anche con una Ibanez JS1200 e una Fender Stratocaster del '61.
     

  

Abbiamo qui alcuni degli assoli più ‘cattivi’ di una delle migliori rock band di tutti i tempi. Se non conosci i Thin Lizzy, speriamo di averti convinto! Se invece li conosci già, speriamo ti sia goduto lo spettacolo.

  

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