Il genio della chitarra elettrica

Di Sergio Ariza

Il 16 agosto 1939, un chitarrista sconosciuto si presentò di fronte a Benny Goodman, l'uomo che aveva guidato la rivoluzione dello swing e che aveva la band più popolare dell'epoca, vestito con un sgargiante abito verde, camicia viola, scarpe gialle a punta e cappello da cowboy. Si era guadagnato l'udienza davanti al re dello swing grazie alla raccomandazione di Mary Lou Williams a John Hammond, l'uomo che aveva scoperto lo stesso Goodman, Billie Holiday o Count Basie. Hammond andò fino a Oklahoma City e rimase folgorato dal musicista, pensando che potesse ridare vita al piccolo gruppo di Goodman dopo l'uscita del pianista Teddy Wilson.      

Goodman non era affatto entusiasta del vestito appariscente e, a malincuore, tirò fuori il clarinetto e iniziò a suonare Tea For Two. Charlie Christian, il nome del ragazzo, non riuscì nemmeno a collegare la sua rudimentale chitarra elettrica, così iniziò ad accompagnarlo. Goodman troncò di netto e andò via senza rimorsi. Ma Hammond aveva un buon fiuto e non si arrese, quella sera il quintetto di suo cognato (Goodman) suonava in un club di Beverly Hills e Hammond portò lì Christian senza che Goodman sapesse nulla. Prima dell'inizio dell'esibizione disse a Christian di salire sul palco e di collegare la sua chitarra. Goodman gli lanciò uno sguardo assassino e decise di chiudere la vicenda scegliendo Rose Room, una canzone che pensava Christian non conoscesse. Si sbagliava, era una delle tre canzoni con cui aveva iniziato a suonare la chitarra e non appena fu il suo turno tutti rimasero sbalorditi.
  

   

Il suo primo assolo fece alzare il pubblico in piedi, i musicisti di Goodman si guardarono con stupore, il loro leader decise di continuare e Christian fece di nuovo impazzire tutti, il pezzo si protrasse per oltre mezz'ora, a quel punto tutti erano ai piedi del chitarrista. Goodman lo ingaggiò proprio in quel momento e la chitarra elettrica lasciò il suo posto in seconda fila per diventare uno strumento solista rispettabile come il sassofono o la tromba.    

La storia della chitarra elettrica aveva trovato il suo primo grande eroe, l'importanza di quel giorno e di Christian in quella storia è gigantesca, brillando enormemente per meno di tre anni e lasciando un segno nel jazz e nel rock (Christian è nella Rock & Roll Hall Of Fame) che ben pochi hanno saputo eguagliare.   

 

Charles Henry Christian
è nato il 29 luglio 1916 a Bonham, Texas, ma la sua famiglia si trasferì a Oklahoma City poco dopo la sua nascita. Erano poveri, ma il padre era un musicista e insegnò musica ai suoi figli. Quando morì, quando Charlie aveva 12 anni, ereditò la chitarra di suo padre. La sua prima influenza fu il blues, ma il fratello Edward aveva una jazz band e il chitarrista della band gli insegnò i segreti della nuova musica. A 15 anni partecipò alla sua prima jam session e fece talmente scalpore che prima di tornare a casa sua madre aveva già sentito parlare dell'esibizione del figlio.
    

Negli anni '30 divenne il fenomeno locale dell'Oklahoma, tutti quelli che passavano di lì rimanevano stupefatti da lui. Nel 1938 Les Paul in persona andò a vedere Bob Wills & His Texan Playboys e iniziò a suonare la chitarra con loro. Durante una pausa Christian gli si avvicinò e gli chiese un autografo. Christian gli disse che anche lui era un chitarrista e Les Paul decise di prestargli la sua chitarra per vedere di cosa fosse capace. Non dimenticherà mai quel giorno: "Suoni solo una maledetta nota e mi stendi!" Non aveva mai sentito nessuno suonare così bene e ben presto invitò lui e Wills sul palco. Non passò molto tempo prima che Mary Lou Williams lo scoprisse e parlasse di lui ad Hammond dicendogli che fosse il miglior chitarrista elettrico che avesse mai visto.
   

    

Dopo aver firmato con Goodman, Christian prese la chitarra a cui è sempre associato, una Gibson ES-150, la ES sta per Electric Spanish e i 150 per i dollari che costava. La chitarra era dotata di un singolo pickup al manico che sarebbe diventato universalmente conosciuto come il pickup Charlie Christian. Non fu il primo solista jazz ma fu il primo grande solista amplificato. Fino all'arrivo della chitarra elettrica, i chitarristi facevano parte della sezione ritmica e suonavano a malapena gli accordi per stare al passo con il ritmo, tutto ciò cambiò con l'arrivo di Christian, colui che mise la chitarra elettrica in primo piano, con uno stile con molto swing ma anche aperto a nuovi stili.     

E l'impatto fu immediato, il 19 agosto del 39, appena cinque giorni dopo aver lasciato l'Oklahoma per New York, Christian debuttava come membro del rinomato sestetto di Goodman suonando Flying Home all'Hollywood Bowl, trasmesso alla radio. Quando finalmente lo registrarono, il 2 ottobre dello stesso anno, sarebbe diventato uno dei più grandi successi di Goodman e dell'anno. Christian era la nuova star di Goodman, l'uomo con cui alcuni dei più importanti musicisti dell'era del jazz avevano iniziato la loro carriera, persone come Gene Kruppa, Teddy Wilson, Bunny Berigan, Harry James, Lionel Hampton o la stessa Billie Holiday. Molti di loro dirigevano le loro orchestre, il futuro non poteva essere più roseo.
   

     

I classici continuarono ad arrivare con Goodman, Rose Room, Seven Come Eleven, Gone With 'What' Wind, e in più riuscì a suonare alla Carnegie Hall di New York o a suonare con artisti del calibro di Lester Young. Ascoltateli entrambi su Good Morning Blues e vedrete l'impronta di entrambi sul movimento 'cool' che sarebbe diventato popolare nei primi anni Cinquanta. Prima della fine dell'anno, con soli tre mesi di registrazioni per Goodman, era già stato scelto come miglior chitarrista dell'anno dalla rivista Down Beat, la Bibbia del genere, e il 1° dicembre il resto dei chitarristi era già stato avvisato dalle sue pagine con un articolo in cui diceva: "Chitarristi, svegliatevi e collegatevia  un amplificatore!
    

Ma il ritmo frenetico dei concerti e delle registrazioni, insieme a uno stile di vita in cui le donne e l'alcol non mancavano mai, stavano deteriorando la sua salute. Il 23 febbraio 1940 dovette essere ricoverato in ospedale a Chicago con sintomi di affaticamento. Molto più preoccupante, mentre era in ospedale i medici scoprirono che aveva cicatrici di tubercolosi nei polmoni.   

    

Anche così, non appena riuscì a suonare di nuovo, tornò al ritmo della sua vita precedente: a marzo era a Los Angeles a suonare con Goodman, ma approfittando delle ore piccole per esibirsi con la crema della scena locale, gente come Charles Mingus, Jimmy Blanton, Don Byas, Illinois Jacquet, Art Tatum o Ben Webster. Il 19 aprile 1940 comprò una Gibson ES-250 nuova di zecca, sarebbe stato il modello che avrebbe suonato fino alla sua morte prematura, anche se poco prima ricevette una Gibson L-5 speciale con il pickup P-90 sostituito da un Charlie Christian.
       

La nuova chitarra fu messa a frutto nella registrazione dei Six Appeal, la sua posizione nella band di Goodman era così importante che quando il 15 luglio del 1940 il gruppo fu sciolto a causa di un'operazione chirurgica del suo leader, Christian continuò a ricevere il suo stipendio come se fosse in servizio attivo. Nell'ottobre di quell'anno tornò all'attività con Goodman e il 28 dello stesso mese si provò con il sestetto ampliato ad ottetto, con la breve incorporazione di Lester Young e Freddie Green, quel giorno avrebbero provato Wholly Cats, Ad Lib Blues e Dickie's Dream, una canzone che avrebbe avuto due brani con assoli di Young e Christian
   

    

Il 7 novembre 1940 sarebbe stata la data di registrazione più importante della sua carriera, quel giorno si incisero Wholly Cats, Royal Garden Blues, As Long As I Live e Benny's Buggle. E da quel momento nessuno potrà più negare che sia stato il chitarrista più importante del jazz: nel dicembre di quell'anno, quando Down Beat pubblicò il sondaggio annuale con i migliori strumentisti dell'anno, Christian vinse di nuovo il titolo, ottenendo quattro volte più voti del secondo classificato.
         

Nel gennaio 1941 il sestetto di Goodman suonò per la festa di inaugurazione del nuovo mandato di Franklin D. Roosevelt, il chitarrista fu presentato al presidente, ne era passata di acqua sotto i ponti dai sobborghi di Oklahoma City. A marzo, in una sessione cui Goodman arrivava in ritardo, Christian improvvisò un riff e una melodia su un brano che chiamano, temporaneamente, Waitin For Benny. Quando il leader della band arrivò, fu così felice del risultato che cambiò il titolo del pezzo in A Smo-O-Oth One, e lo modificò come se fosse suo. Qui si può notare come Christian sia all'avanguardia nel nuovo stile che in seguito sarà conosciuto come bebop.
    

    

A maggio, iniziò a visitare regolarmente il Minton's Playhouse, un club di Harlem dove i musicisti più avanzati si riunivano per improvvisare lunghe 'jam' che si protraevano fino alle prime ore del mattino, frequentatori abituali come il pianista Thelonious Monk, il batterista Kenny Clarke o il trombettista Dizzy Gillespie. Le sue improvvisazioni al Minton sono diventate parte della leggenda, e molti lo hanno inserito come uno dei padri del bebop al fianco di Charlie Parker, Monk e Gillespie. Il suo Swing To Bop dimostra che aveva imparato a volare con il suo strumento ben oltre i tre minuti che gli erano stati concessi per le registrazioni con Goodman. Clarke dichiarerà che le origini di Epistrophy e del Rhythm-a-Ning, due composizioni di Monk, erano in Christian.
      

Ma le notti al Minton erano accompagnate da alcol e marijuana, durante il giorno continuava a registrare e a suonare con Goodman, e alla fine la sua salute ne soffrì di nuovo. Nel luglio 1941 fu ricoverato di nuovo in ospedale, ma i suoi ammiratori continuarono a portargli alcol e marijuana, un giorno scappò per sbronzarsi e la sua salute finì per peggiorare, contraendo una polmonite. Il 2 marzo 1942, morì a Staten Island a causa delle complicazioni della tubercolosi.    

   

La sua eredità rimane indelebile, non c'è stato un solo chitarrista jazz che sia venuto dopo che non gli sia debitore, da Wes Montgomery a George Benson, passando per Grant Green, Tal Farlow o Barney Kessel, ma la sua impronta non si nota solo nel jazz perché anche i grandi chitarristi blues elettrici lo citano come un'influenza, come T-Bone Walker o B.B. King. Più evidente è il suo segno sul rock & roll, e cioè che le sue linee melodiche su un ritmo swing sono simili nel tempo al rock n roll shuffle. L'influenza che lui (e lo stesso Goodman) ha avuto sullo sviluppo del rock & roll è innegabile, con discepoli come Chuck Berry o Jimi Hendrix. Anche se forse i suoi due maggiori contributi sono la sua profonda impronta nello sviluppo del bebop e il fatto di aver collocato la chitarra elettrica come strumento solista. Da una pagina chiamata Guitars Exchange non possiamo che sentirci debitori nei suoi confronti, potremmo dire che dal momento in cui si alzò dalla sedia per fare il suo primo assolo con Goodman in quel lontano agosto del 1939, la chitarra elettrica trovò per sempre la sua posizione privilegiata.
  

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