Ritorno alla cima

Di Tom MacIntosh

Il nome di Eric Clapton è sinonimo di Dio, almeno nel mondo dei chitarristi blues-rock. La scritta "Clapton is God" apparve in Inghilterra, sua terra natale. Quindi, 'leggenda' è una parola quasi riduttiva per un uomo la cui carriera ha attraversato cinque decenni, con la sua leggendaria 'Blackie' un mix di diverse Fender Stratocaster degli anni '56 -'57 (che troviamo in questo disco), e avendo vissuto vari stili mentre era negli Yardbirds, CreamJohn Mayall y Bluesbreakers, Blind Faith, Delaney & Bonnie, y Derek & The Dominos, e poi in una carriera da solista. L'album Slowhand, raggiunse il secondo posto delle classifiche Billboard, e sarebbe diventato il suo album di maggior successo almeno per 20 anni.  

  

Il disco mostra un altro aspetto di Clapton, un tipo riflessivo più sommesso, dopo la lunga pausa di recupero dalla dipendenza da eroina, questo fu un disco di "ritorno" e si dimostrò un vero toccasana. Fu un album d’equilibrio tra le sue radici blues e rock, Mean Old Frisco, i tocchi country, Lay Down Sally, e la dolcezza di uno dei suoi più grandi successi, Wonderful Tonight.
  

Ma partiamo dall’inizio con l'apertura, Cocaine, un classico storico scritto da J.J. Cale, che inizia con un riff iconico, copiato da legioni di chitarristi di tutto il mondo ancora oggi. Un pezzo dal feeling pop/rock e un classico di culto allo steso tempo (fu vietato in Argentina per paura di promuovere l'uso di droga tra i giovani), ma secondo Clapton in realtà era un messaggio contro la cocaina (la giuria popolare non ha ancora deciso). Il consumo di coca aumentò durante quegli anni, ma non si può certo incolpare questa canzone. La seconda canzone, Wonderful Tonight, stava al sesso come la cocaina alla droga: pura dipendenza. Una dolce ballata, un valzer su scala mondiale da ballare ai matrimoni, ma fu criticata dai puristi dei tempi degli Yardbirds e dei Bluesbreaker, che la vedevano come un pezzo per ottenere soltanto profitti commerciali. Ad ogni modo, è una splendida canzone sull'amore.
  

  

Il terzo successo dell'album fu Lay Down Sally, che si apre con un breve riff pulito durante alcune battute, per poi essere guidata dalla batteria di Jamie Oldakere dalla linea di basso di Carl Radle. La canzone fu co-scritta da Marcy Levy, che ritroviamo nelle armonie vocali della canzone. Levy partecipò anche alla composizione di The Coredove la troviamo alla voce solista insieme a Clapton, che illumina il pezzo con un bel riff, degno di nota anche quello del sassofonista Mel Collins, che continua durante l'assolo di Clapton, che chiude con un buon riff finale, la ciliegina sulla torta. Next Time You See Her, suona più a Nashville che a un blues, con un morbido Clapton alla voce "E se la vedi ancora una volta, sicuramente ti ucciderò", qualcosa che non ci si aspetterebbe di ascoltare vista la dolce melodia della canzone, ma forse era proprio quella l'intenzione. May You Neverscivola lungo una strada di campagna, "Non perdere tua moglie dalla notte al giorno..." un ritmo molto semplice, un sentimento molto "rurale", e serve più come riempimento che ad altro. L'ottava è Mean Old Frisco, un vecchio blues che riporta Clapton alle sue radici con uno splendido lavoro di slide, e un tocco di pianoforte honky-tonk sul suo laconico lamento, ancora una volta centrato sul fatto di perdere la propria compagna. L'influenza del compositore country Don Williams si fa sentire ancora di più in We're All the Way, una dolce ballata che, ancora una volta, è stata amata dalle coppie e odiata dai puristi del blues. La chiusura del disco è la strumentale Peachesand Diesel, che avrebbe dovuto intitolarsi solo Peaches, poiché suona come qualcosa da ascoltare mentre fai la spesa al supermercato in un pomeriggio soleggiato; musica da ascensore piuttosto deludente per un musicista del suo calibro.
 

Tuttavia, Eric ‘Slowhand’ Clapton era e rimane una vera icona, un artista leggendario che ha attraversato tante terre da cui è sempre tornato, facendo sentire la sua influenza ovunque.
  

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