La rinascita di un uomo (e di una band)

Di Paul Rigg

Che bel momento dev'essere stato per lo scheletrico ex chitarrista dei Chili Peppers, John Frusciante, che arrivò a pesare solo 85 libbre (38,5 chili) dopo anni di abuso di eroina, quando, appena ripulito dopo tre mesi di riabilitazione, si presentò il bassista Flea alla porta di casa sua per invitarlo a rientrare nella band. E che modo di restituire il favore al gruppo essendo la figura chiave di Californication (lanciato l’8 giugno 1999 dalla Warner Bros. Records), il loro disco di maggior successo commerciale a livello internazionale, e che fu supportato da quattro singoli di successo: Around the World, Californication, Otherside e Scar Tissue, vioncitrice di un Grammy Award. "Fu l'album che li ha confermati come una band a livello mondiale", scrisse un recensore.  

È impossibile capire quest’album "di livello mondiale" senza conoscere il viaggio di Frusciante, che lo aveva portato dalla profonda depressione alla sublime felicità indotta dalla droga, fino - forse inevitabilmente dopo cinque anni - alle porte della morte. Grazie ai suoi amici più cari che lo incoraggiarono a cercare un aiuto professionale, Frusciante “rinacque” e abbracciò nuove convinzioni: "Non ho bisogno di assumere droghe. In questo momento sono sempre su di giri perché [...] cerco di essere sempre un musicista migliore, mangio cibi sani e faccio yoga", disse. “Mi sento molto più fatto adesso di quanto non mi sia sentito negli ultimi anni in cui ero drogato”.  

  

Frusciante ha cambiato completamente il sound della band, da funk-punk a un suono più pulito, più melodico, per il quale, almeno nelle versioni live, si è affidato alla sua Fender Stratocaster del 1962 e alla Gretsch White Falcon del 1955. È più ottimista ed energico e il suo modo di suonare è più versatile; passando senza sforzo, ad esempio, dalla dolce emozione di Porcelain al funky finger-picking di I Like Dirt
  

Mentre il suo suonare la chitarra solista ha rappresentato un cambiamento di direzione per la band, la sezione ritmica, composta da Chad Smith alla batteria e Flea al basso, fa sì che brani come Around the World, Otherside e il quasi-rap Get on Top funzionino come canzoni davvero eccezionali. Un critico disse che "meglio di tutti, [Frusciante] ti fa dimenticare quella scimmia impazzita al basso"; potrebbe essere divertente, ma la verità è più vicina a un altro recensore che sosteneva che "se avessero inventato un premio per il Bassista più Prezioso del Rock, Flea avrebbe potuto rivendicarlo per dieci anni di seguito".
  

  

A completare questa eccezionale "ricetta" è l'ingrediente chiave del cantante e paroliere Anthony Kiedis. Anche se i suoi testi sono a volte fuori luogo, ampliò il suo repertorio da ‘sesso e droga’, a…beh...’sesso, droga, morte e California’, ma è riuscito a sfornare alcune linee straordinariamente accattivanti. Cosa ancor più importante, Kiedis è cresciuto enormemente come cantante in questo album, producendo una gamma pulita, piena di soul e più ricca di sfumature come in Scar Tissue, Savior e Otherside.
 

Mentre Kiedis e Frusciante scrissero molte delle canzoni, dei riff di chitarra e dei testi nelle loro case durante l'estate del 1998, e Flea e Smith aggiunsero i loro contributi in seguito, va dato credito anche al mixaggio e alla direzione dell’ispirato produttore e genio musicale di lunga data dei Chili Peppers, Rick Rubin.
  

  

Californication
si chiude con la ‘pizzicata’ Road Trippin', con un Frusciante acustico e una voce serena di Kiedis che regala un'ulteriore profondità allo stile dei Chili Peppers. Frusciante e la band si ritrovano in forma sicura, appassionata e sfacciata e cercano improvvisamente di essere "uno specchio per il sole".
  

È quasi impossibile immaginare le vertiginose vette di Californication raggiunte dalla band senza la "rinascita" di Frusciante. Pieno di attacchi straordinariamente accattivanti, di grandi chitarre, ritmo e voce, l'album non è altro che un punto di riferimento nella carriera dei Red Hot Chili Peppers, e nella storia della musica rock in generale.
  

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