Rimescolandoti il cervello

Di Paul Rigg

Vicki Genfan (15 giugno 1959), virtuosa chitarrista acustica nordamericana, è ampiamente riconosciuta come una delle più grandi chitarriste del mondo.  
Usa accordature aperte inusuali e un tecnica "slap-tapping" per suonare un mix di pop, funk, jazz e world music nel contesto di un genere folk contemporaneo.  

Genfan suona regolarmente nei migliori festival come quello italiano di Soave, il tedesco Open Strings e nel Montreal International Jazz, e ha lavorato con Tommy Emmanuel, Jennifer Batten e Kaki King, tra molti altri.
 

Genfan insegna regolarmente in ‘guitar clinics’, ha la sua collezione di video didattici e ha pubblicato numerosi album, tra cui il suo ultimo, In the Shadow of a Small Mountain, con Sally Barker.
 

Guitars Exchange
raggiunge Gefan nell'ottobre 2018 mentre è a casa sua in North Carolina in una piovosa giornata d’autunno. Ha completato la sua routine di meditazione quotidiana, e si sta preparando a breve per alcune lezioni che dà nel suo paese; ma prima ancora desidera parlare del suo ultimo album, della sua tecnica chitarristica e delle ultime notizie sulle inondazioni causate dall'uragano Florence...
   

 

VG: Quello che posso dire è che i fiumi sono straripati e che interi quartieri sono sott'acqua, ma i maggiori pericoli sono gli allevamenti di suini in cui le acque reflue si sono riversate nei fiumi e i residui di ceneri di carbone sono finiti nelle riserve d'acqua.  

GE: Stai bene dove sei? Pensavamo ci fossero problemi con la rete elettrica perché abbiamo avuto difficoltà a rimanere in contatto...
 

VG: Per fortuna questa zona è sfuggita alle inondazioni questa volta.  

GE: Ci fa piacere sentirlo. Volevamo iniziare chiedendoti come è stato accolto il tuo ultimo album con Sally Barker
‘In the Shadow of a Small Mountain’?
 

VG: È stato accolto bene, non ha avuto la spinta che speravo, ma è difficile fare una promozione completa senza tanti soldi a disposizione. Abbiamo fatto qualche spot in radio in Inghilterra perché è lì che saremmo in tour, quindi abbiamo ottenuto alcune belle recensioni e trasmissioni radiofoniche dedicate, ma i cd li vendiamo soprattutto quando siamo in tour. L'album è anche disponibile su bandcamp. È stato davvero divertente farlo.  

GE: Hai una canzone preferita dell'album?
 

VG: Adoro Malaya. Stavo sperimantando una strana tecnica chiamata ‘clawhammer’ su una piccola chitarra Emerald a 12 corde, che adoro, e mi è venuto questo riff, che è diventato una canzone, poi Sally e io abbiamo aggiunto alcuni testi. Sono stata in un campus della Carolina del Nord dove insegno e Peter Mawanga del Malawi era in visita da un amico, e abbiamo avuto modo di suonare insieme quel pezzo. Ha preso uno strumento simile a una Kalimba, uno strumento a percussione, e all'improvviso gli ha dato un tocco africano che abbiamo usato per il pezzo. C'è una vera sensazione organica, adoro le trame e il suono e come ci siamo arrivati. Per questo attualmente è la mia canzone preferita.
     

   

GE: Come descriveresti la musica?
 

VG: È molto più americana di qualsiasi altra cosa che abbia mai fatto. C'è un sacco di banjo, mandolino, più alcune canzoni dall’aria folk e pop.  

GE: Possiamo chiederti perché c'è stato un intervallo così lungo dal tuo album precedente del 2008?
 

VG: Beh, in realtà ho pubblicato un cd nel 2016 "Live from New York City", con nuovo materiale, si trova su bandcamp. Entrare in studio è costoso, quindi nel frattempo ho fatto dei DVD didattici. Ne ho fatti sette negli ultimi anni e ne ho altri due in uscita l'anno prossimo. Uno s’intitola 'Acoustic Guitar Cookbook' ed è rivolto ai musicisti di livello intermedio che vogliono portare nuova energia alle canzoni su cui stanno lavorando, già suonando o componendo. L'altro è intitolato "Open Tuning Handbook" e illustra gli accordi e le progressioni essenziali che permetteranno ai chitarristi di suonare molte canzoni. Sono molto orgogliosa di questo lavoro.
 

Ho anche alcuni progetti segreti...più dance e R&B...è un progetto davvero divertente e diverso da ciò che ho fatto prima. E ho una musica che si estende nelle arti curative, un vecchio album Birthright, che è più new age, e poi un'esplorazione musicale dei chakra; queste cose sono nell’aria e vedremo cosa effettivamente riuscirò a realizzare.
   

   

GE: Tornando alla tua infanzia, qual è stata la tua prima acustica?
 

VG: Non potrei dirtelo. Un pezzo di legno! (ride). Non so nemmeno come sia riuscita a farla suonare.  

GE: Qual è stata la prima acustica che hai desiderato e acquistato?
 

VG: Ricordo una chitarra acustica Aria. La prima decente quando avevo circa nove anni.  

GE: Avevi anche una chitarra elettrica? Se sì, quale?
 

VG: Sì, la mia preferita era una Gibson ES-345 semilucido rosso ciliegia; una chitarra molto bella. L'ho venduta per pagare l'affitto, come facciamo noi...  

Ma non ho mai avuto una grande passione per l'elettrica perché entrare in quel mondo mi avrebbe richiesto di perdere la concentrazione sull'acustica, e non avrei mai potuto farlo.  

GE: Uno dei tuoi video più popolari su Youtube è "Atomic Reshuffle" del 2006 - ci ha fatto ridere leggere un commento di un tipo che diceva che "La signora Genfan rimescola il mio cervello"...
 

VG: (ride) Sì, quello era l'intento della canzone.    

   

GE: Perché pensi che abbia colpito l'ascoltatore?
 

VG: Penso che sia un brano musicale ben composto prima di tutto, ma esprime anche la padronanza di alcune tecniche che ho sviluppato. C'è molto da fare, c'è una raccolta di dita di base, tutti i tipi di fingerpicking in sordina, c'è slide, body percussion; ha finito per essere un pezzo di musica avvincente. Perché pensi che alla gente piaccia?  

GE: Penso che sia un pezzo molto potente ed emotivo; da dove ti è venuta l'ispirazione?
 

VG Ho fatto quel pezzo quando Kaki King aveva appena iniziato. Conosci Kaki? L’avete intervistata?  

GE: Ci abbiamo provato. Se potessi darci la sua email...Proveremo a scriverle di nuovo...
 

VG: Non ce l'ho più! (ride) Quando è entrata in scena stavo cercando di ottenere più visibilità ed era difficile per me perché ero più grande e lei era nel posto giusto al momento giusto. Ad ogni modo, sono andata a uno spettacolo al NAMM in California e avevano organizzato un grande concerto il sabato sera anche con Kaki. Lei era appena uscita sulla copertina della rivista Acoustic Guitar, e l’avrei uccisa! (ride), perché avrei voluto uscire io per prima sulla copertina di quella rivista. Quindi ero fuori di me mentre guardavo il concerto e sono tornata nella mia camera d'albergo con molte emozioni. Ho preso la chitarra e ho iniziato con un'accordatura estrema, che non avevo mai usato prima: con un Si basso su entrambe le estremità. E ho detto alla mia chitarra 'parlami, perché ora sto provando qualcosa', ho sentito molti sentimenti negativi e potenti ma l’accordatura aveva di per sé un suono molto edificante [Gefan suona la chitarra]. E pensavo che fosse strano, ma quella era la mia energia, proveniva da un'emozione intensa, e la mia chitarra era come se mi tirasse fuori le cose.   Questo è forse il motivo per cui il pezzo è così potente. Si dice "confrontati e disperati" perché confrontarsi con gli altri è una cattiva abitudine, perché ognuno di noi ha qualcosa di unico, e dobbiamo credere a noi stessi o altrimenti siamo condannati. Poi quella canzone mi ha aiutato a vincere una competizione, che credo sia stata grandiosa.  

   

GE: In un'altra canzone famosa suoni 'Long Train Running' con Jennifer Batten. Potresti parlarci della tua relazione con Jennifer?
 

VG: Siamo buone amiche, amo Jennifer. Ci siamo incontrate perché eravamo entrambe su un cd che mise insieme Patty Larkin e che chiamò La Guitara, con chitarriste femminili provenienti da tutto il mondo. Fu un album bellissimo. E poi io e Jennifer abbiamo fatto uno degli spettacoli del NAMM e siamo finite insieme in un tour nella Repubblica Ceca, e da allora siamo rimaste in contatto. Stiamo lavorando ad alcuni nuovi progetti ora. Lei è una delle persone più divertenti del pianeta.
 

GE: Hai anche lavorato con Tommy Emmanuel; com’è stato?
 

VG: Tommy ed io abbiamo suonato in un festival. Abbiamo trascorso un po' di tempo insieme al Soave Guitar Festival in Italia, e abbiamo mangiato spesso insieme. È come una batteria, non si spegne mai veramente.  

GE: Qual è la tua chitarra preferita oggi?
 

VG: Oh, è come chiedermi quale prenderei se potessi portarne solo una su un'isola deserta. Non posso rispondere. Posso dire che mi viene in mente una Gibson LG 2 del 1948; quella è una - non mi dà tutto ma mi dà qualcosa di straordinario.  

Poi ho una L140, che è un’altra Gibson che vorrei prendere; è piccola, dolce.  

Poi una Jumbo Luna che ho; queste tre, direi.  

...E poi prenderei il mio banjo e il mio mandolino. Scusa, sceglierei tutti e cinque gli strumenti. Nascondendoli alla bell’e meglio! (ride).    

   

GE: Che attrezzatura porteresti con te?
 

VG: Vorrei prendere un Looper e una console QSC, perché posso lavorare con il mio Ipad e collegarle tutto a quello. Questo sarebbe tutto ciò di cui ho bisogno perché offre effetti e ogni genere di cose; è ottimo.  
GE: Hai parlato di come Joni Mitchell, Pat Metheny e James Taylor come alcune delle tue influenze; quali chitarristi più recenti ammiri di più?  

VG: Il finlandese Petteri Sariola e il russoAlexandr Misko. Questi ragazzi stanno andando fuori di testa e stanno facendo cose folli, ma mantengono anche la musicalità. Sono sorprendenti.  

GE: Che consiglio hai da dare a chitarristi agli inizi?
 

VG: Dipende da quali sono gli obiettivi. Se vuoi suonare la chitarra per sederti intorno a un falò con i tuoi amici, prendi una chitarra con corde di nylon perché così eviti i calli.  

     

Se vuoi essere un professionista, di nuovo, dipende. Se vuoi essere un chitarrista che vuole montare un gruppo e suonare molti stili devi imparare le cose che ti piacciono; devi imparare come leggere e come suonare.  

Ma se vuoi essere un compositore e trovare la tua voce, allora questo è un passo molto diverso. A quelle persone dico "devi scoprire cosa t’ispira, imparare a trovare la tua creatività, e imparare quando ascoltare gli altri e quando non ascoltarli, e mantenere le cose organizzate o verranno molte idee con cui partire. E c’è bisogno di un mentore, quindi chiamatemi e lavorerò con voi; adoro lavorare con persone del genere! (ride)    

L'intervista si chiude, da Guitars Exchange le diciamo che con un suggerimento del genere, Genfan potrebbe ricevere una chiamata da diversi nostri lettori. "Va bene!" Dice lei. "Conosco questa strada, è la mia strada, quindi conosco le difficoltà che ne derivano".
     


Pagina web ufficiale di Vicki Genfan

Photogallery