Seguendo la sua passione

Di Paul Rigg

L'ex-Kink Ray Davies è chiaramente affascinato dalle contraddizioni dell'America per l'eccitazione e il glamour da un lato e il comportamento selvaggio e spesso brutalmente violento, dall'altro.    

Our Country: Americana Act II
  (pubblicato il 29 giugno da Sony Legacy) esplora questi temi, ma fa anche parte di un progetto molto più grande. Nel 2013 Davies ha pubblicato una biografia, Americana e poi un DVD intitolato Americana - A work in progress. Ora Davies ha pubblicato l'album Americana Act II, ma secondo come riferito sta lavorando ad un'ulteriore performance cinematografica e teatrale sullo stesso tema; è chiaro che si trova a suo agio in quest’ambito.
   

In quest’ultimo lavoro, Davies è tornato a lavorare con il gruppo country rock del Minnesota The Jayhawks, e questa scelta si riflette sicuramente in molte delle canzoni. Come dice lo stesso Davies: "Lavorando con musicisti diversi assorbi le loro personalità e immetti il loro subconscio nello spettacolo". Sorprendentemente, dopo essersi immerso nel mondo americano, Davies ha scelto di registrare l'album nei Konk Studios di Londra.
   

   

L'uomo a volte chiamato "The Godfather of Britpop" ha deciso di rielaborare tre canzoni delle 19 dell'album - inclusa le nuova versione "country" del brano dei Kinks Oklahoma USA e The Real World, tratto dall’LP di Davies del 2007 Working Man's Café - ma la stragrande maggioranza dei pezzi è materiale nuovo e originale.
   

"Il nostro Paese segue il mio viaggio attraverso l'America; attraverso infiniti tour - non solo per recuperare la carriera dei The Kinks, ma per riscoprire il paese che mi ha dato le mie prime ispirazioni", ha detto Davies. Parte di quell'epico viaggio include l’episodio di quando Davies sopravvisse dopo essere stato sparato mentre inseguiva un rapinatore per le strade di New Orleans. "Perché l'ho fatto? Questa è una domanda senza risposta", ha detto Davies. "Non sono mai stato il tipo di persona che avrebbe inseguito un uomo con una pistola carica. Ma l'ho fatto. Era una di quelle situazioni di reazione a caldo e non ho altra spiegazione oltre a questa".
     

La prima canzone ed anche il primo singolo dell’album, esplora alcuni di questi sentimenti ambivalenti che ha nei confronti degli Stati Uniti. Our Country è un pezzo rock con begli accordi suonati con una Gibson Hummingbird Pro. La musica si adatta bene al messaggio e al tono dei testi: "Questo è il mio paese, e non posso credere che un giorno vorrò lasciare questi posti per sempre", canta Davies. È una canzone che parla di lasciare un paese per raggiungerne un altro, e in tal senso ci inserisce bene nel secondo pezzo, The Invaders, in cui Davies riflette sul periodo in cui stava girando l'America con The Kinks. Sfortunatamente però il pezzo non si avvicina alla forza della title track.
   

   

The Take
è un bel pezzo, che tratta una pagina della sua biografia ed esplora la diversità delle culture in America, che per Davies include le sue esperienze con 'ragazze da rock'. Si concentra su una particolare "bionda" che sembra aver avuto un impatto su di lui a causa della sua aggressività: "ti prenderò perché ti voglio [...]" dice, "Stasera mi scoperò un’icona". Materiale interessante per una canzone e sembra che Davies si stia ancora riprendendo dall'esperienza.
   

We Will Get There
è stimolante dal punto di vista musicale, ma molto meno interessante in termini del testo, una cosa un po’ deludente per uno dei cantautori britannici più ispirati. "Ci arriveremo e ci vorrà tutta la notte, quando arriveremo lì andrà tutto bene, quando arriveremo vedremo la luce del mattino, staremo bene" canta Davies - ma ci si chiede perché.
   

March Of The Zombies
è un pezzo molto più forte. Contiene una vibrante sezione di strumenti a fiato e alimenta la tradizione blues e jazz di New Orleans. "Ho passato le mattine ad ascoltare la radio locale, ma la notte mi ha spaventato con tutte le chiacchiere sul voodoo, sui morti viventi e sugli zombi ovunque", canta, finché non ti rendi conto che sta parlando dei suoi vicini: "Li vedi camminando per la strada, li vedi ovunque tu vada".
   

L'enorme talento di Ray Davies si nota in Our Country: Americana Act II che contiene alcuni momenti deliziosi, ma quest’album è nato da brani che non sono stati inclusi nel primo atto e si nota. Per i fan irriducibili e per coloro che hanno amato la prima parte, questo disco rappresenta conforto e una ricompensa, ma ad altri potrebbe sembrare un po' deludente. Tuttavia sembra che a Davies chiaramente non importi perché s’impegna ad andare avanti con la sua forte passione artistica del momento; e la storia insegna che molte spesso è esattamente ciò che un genio deve fare.
 

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