Un alto nell'oscurità
Di Paul Rigg
Non è facile
gestire Annie Clark, aka St. Vincent.
In questa
occasione, Clark ha intrapreso un nuovo salto nel buio con il suo nuovo album, Masseduction, pubblicato lo scorso 13
ottobre. In particolare, per esempio, ha disorientato i suoi fan cambiando
notevolmente le chitarre per ritmi di batterie, pianoforti e sintetizzatori.
I suoi testi,
però, sono più sinceri; quando canta in maniera inquietante su relazioni perse,
sul sesso e la morte, puoi quasi sentire che stai invadendo la sua privacy.
"Se vuoi sapere della mia vita,
ascolta questo disco", ha detto di recente.
Oltre a questo,
ha una nuova e brillante estetica in tecnicolor, ricca di riferimenti a grandi
questioni sociali, come l'aumento dell’uso della chirurgia plastica,
l'alienazione e l'assurdità del culto dei ‘VIP’. Inevitabilmente, le immagini,
come quasi tutto ciò che fa, hanno un forte, ironico e contorto senso
dell'umorismo. Anche la copertina dell'album, come ha sottolineato un critico,
invita il pubblico a baciarle il culo.
New York è stato lanciato come primo singolo dell'album, con ampi riconoscimenti da
parte della critica. In questa canzone, lamenta la perdita di una persona
importante della sua vita, che alcuni hanno affermato potrebbe essere un
riferimento all'attrice e modella Cara
Delevingne. L’orchestrazione di questa ballata è pensata per invocare uno
stato d’animo simile a un sogno e per andare dritta al cuore. Il testo "Ho perso un eroe, ho perso un amico"
sottolinea tutto ciò, ma chi ascolta è improvvisamente sorpreso dalla frase
"Sei l'unico figlio di puttana in
città che mi sa gestire". Vale la pena ascoltare la versione acustica
dal vivo di questa canzone (la trovi nei video alla fine dell’articolo), che si
beneficia notevolmente della fragilità della sua voce senza accompagnamento.
Il secondo single,
la meravigliosa Los Ageless, sembra
portarci direttamente all'altro lato degli Stati Uniti, dove siamo invitati a
riflettere su temi come la superficialità e l’oggettivizzazione delle donne. In
un'immagine del video, Clark è fotografata con un abito in PVC nero mentre distrugge
la parola “NO” con un tritadocumenti, mentre in un'altra guarda dalla sua
poltrona un paio di gambe nude di donna uscire dalla televisione di fronte a
lei. Si parla di un cuore spezzato: "Come
può qualcuno averti e perderti senza perdere anche la testa?”. È in questo
pezzo, però, che la ritroviamo alla chitarra, con il suo nuovissimo modello
Ernie Ball Music Man Signature, con grande effetto dopo il ritornello.
Nella canzone
successiva, Happy Birthday Johnny, trovimo
un elegante 'pedal steel' dal grande Greg
Leisz (Wilco, Beck, Lucinda
Williams, Bruce Springsteen...). In Savior
Clark cambia l'atmosfera con uno stile più leggero e funky, per entrare nel
mondo del feticismo. Evoca persone vestite da suore, insegnanti e infermieri e
fa riflettere sull’alienazione e la disconnessione perché, canta divertita,
"nessuno di questi si adatta".
È una canzone che la unisce in modo molto forte con il suo passato perché i
suoi parenti, Tuck e Patti Andress, con i quali andava in
tour quando era ancora una bambina, suonano con lei nella canzone.
La perversione
continua a buon ritmo nella title track, Masseduction,
con la sua grande linea: "Non posso
spegnere ciò che mi accende".
L’album si chiude
con un tono molto più scuro quando, in Smoking
Section, Annie Clark parla della possibilità di buttarsi giù da un tetto.
Molto bene. Clark è adesso immersa in un’ondata di grande autoaffermazione che,
in un modo o nell'altro, ha fatto in modo che la sua carriera la porti da una
figura di culto indie a un successo pop-dominante.
Sì, è certamente
difficile gestire Annie Clark. È imprevedibile e semina confusione in tutto ciò
che fa.
Sospettiamo che a
lei piaccia proprio così.