Una sorpresa di fine anni '60

Di Paul Rigg

Tra The Unbelievable Guitar and Voice of Jerry Reed (1967) e Alabama Wild Man (1968) arriva l'album "squisitamente country-pop" di Reed, Nashville Underground (1968; Real Gone Music/Sony).   

Il tre volte vincitore di un Grammy aveva molti talenti, ma la maggior parte dei chitarristi lo ricorda come pioniere nel campo del finger-picking e come cantautore i cui brani sono stati coverizzati da artisti del calibro di Elvis Presley, Johnny Cash, e Chet Atkins - che una volta disse che Reed era persino migliore di lui.
   

    

Vale la pena ricordare il contesto in cui Reed lanciò Nashville Underground. Forse non è sorprendente che Cash avesse registrato At Folsom Prison dal vivo alla Folsom State Prison a metà gennaio di quell'anno, ma molti dei maggiori artisti dell'epoca erano concentrati sul rock e, in particolare, sulla chitarra elettrica. Nel febbraio 1968, ad esempio, Dave Gilmour si unì ai Pink Floyd, mentre a settembre i Led Zeppelin suonarono insieme per la prima volta e nello stesso mese gli Who iniziarono a registrare la loro opera rock Tommy. Poco dopo i Beatles pubblicano il White Album e la psichedelia arriva al suo apice.
   

È in questo scenario che Reed imbraccia la sua economica ma amata chitarra acustica Baldwin e inserisce la musica country nel mix con morbide ballate come Remembering, che dà il via all'album. "L'amore di una buona donna è difficile da trovare, e l'amore della mia donna era proprio di quel tipo, e io sono la ragione per cui oggi non c'è più, mi manca così tanto e il prezzo che pago è il ricordo", canta - che è quanto di più lontano si possa trovare da We're Not Gonna Take It degli Who: "Noi ti abbandoniamo, ti violentiamo, ti dimentichiamo meglio ancora...".
   

    

Segue A Thing Called Love, resa famosa da Cash ma scritta e registrata originariamente da Reed. La canzone racconta la storia di un uomo "alto un metro e ottanta e pesante duecentotrentacinque chili", ma che viene messo in ginocchio dall'amore. Se il poliedrico artista avesse creato solo questa canzone avrebbe fatto di questo album un punto di riferimento fondamentale nella storia della musica, ma ce ne sono molte altre.
   

La scatenata Tupelo Mississippi Flash è il classico Reed nella sua veste di "wildman", mentre Wabash Cannonball, Fine On My Mind e Hallelujah I Love Her So (una cover di Ray Charles) evocano personaggi più gentili in forma femminile. La blueseggiante Almost Crazy risulta invece piatta, soprattutto se contrapposta per stile e contenuto alla più vicina John Henry, che racconta la mitica storia dell'eroe popolare afroamericano il cui compito era quello di perforare le rocce per costruire i tunnel ferroviari che aprirono gli orizzonti dell'Ovest americano.
   

Nashville Underground
fu un album in gran parte inaspettato sia nel contesto di molta altra musica in circolazione alla fine degli anni Sessanta, sia perché la sua leggera impronta country pop non si accordava perfettamente con il "famigerato selvaggio" che ne aveva scritto la maggior parte. È comunque un classico del suo tempo e si è affermato in un periodo che ha visto la stella di Reed crescere sempre di più.
    

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