I dieci migliori assoli di John Mayer

Di Sergio Ariza

Gli inizi di John Mayer non furono particolarmente promettenti; la sua carriera sembrava essere stata progettata da un dirigente che voleva vendere il suono più morbido da cantautore agli adolescenti del nuovo millennio. Ma il chitarrista dimostrò di non essere un prodotto, soprattutto ogni volta che collegava la chitarra dal vivo e riusciva a far uscire la magia dalle sei corde, il blues e il soul entrarono nell'equazione e la musica di Mayer migliorò notevolmente. Anche il suo modo di suonare migliorò, facendo sì che Eric Clapton lo definisse "un maestro" e che Buddy Guy gli sorridesse ogni volta che suonavano insieme. Da Guitars Exchange gli vogliamo rendere omaggio parlando dei nostri dieci assoli preferiti della sua carriera.  

Something’s Missing
 

Something's Missing
è una delle canzoni più interessanti del secondo album di Mayer, Heavier Things, uscito nel 2003. Già nella versione in studio raggiunge un tono incredibile, sia nell'introduzione che nel resto del brano, ma forse la versione definitiva di questo brano è apparsa nel notevole album live Try! pubblicato nel 2005 e nel quale Mayer ha potuto risplendere senza problemi, con la sua Fender Custom Shopl, un ibrido tra Tele e Strat, grazie all'ottima sezione ritmica formata da Steve Jordan alla batteria e Pino Palladino al basso.
 

 

Gravity
 

Sembra chiaro che Continuum sia l'album più importante della carriera di Mayer, registrato subito dopo l'uscita di Try!, Mayer ripete con Jordan e Palladino e, inoltre, salva questo gioiello da quello spettacolo dal vivo per farne una versione da studio e utilizzarlo come terzo singolo dell'album. È la canzone più soul della sua carriera, accentuata dai cori di Alicia Keys e dall'organo di Larry Goldings. Nell'assolo, Mayer opta per i suoni più chiari e puri della sua Strato, ottenendo un risultato che si adatta perfettamente alla canzone. Il chitarrista ne è così orgoglioso che la canzone riappare nella performance live del 2008, Where the Light Is, il terzo album in meno di tre anni in cui appare questa grande canzone.
 

 

Belief
 

Il secondo singolo di Continuum fu un altro buon approccio all'R&B che vide Ben Harper dare un grande contributo alla slide prima che Mayer esploda in un vigoroso assolo, in cui sa far emergere tutto il sapore della sua Stratocaster nera del 2004, la sua chitarra preferita.
 

 

Slow Dancing in a Burning Room
 

Un'altra canzone estratta dal suo terzo album, Continuum, una ballata a fuoco lento. Il tono della sua chitarra è di nuovo pulito, quasi trasparente, rendendo l'atmosfera della canzone ancora più rilassante e facendo piangere la sua chitarra, come direbbe George Harrison.
 

 

In Your Atmosphere (LA Song)
 

Uno dei grandi pezzi che appaiono su Where The Light Is: John Mayer Live in Los Angeles, il suo album live del 2008. L'album fu diviso in tre parti, una acustica, una con il trio e un'altra con tutta la sua band. Per la prima parte utilizzò due canzoni inedite, una versione di Free Fallin' di Tom Petty, che pubblicò come singolo, e questa In Your Atmosphere (LA Song), una canzone originale inedita in cui dimostra che la sua padronanza dell'acustica, in questo caso una Martin D-45, è assolutamente paragonabile a quella elettrica, aggiungendo profondità e nuove melodie alla parte principale.
 

 

Pyramids (Frank Ocean)
 

Canzone gigantesca, una delle più grandi del decennio appena concluso, Frank Ocean prende l'R&B e lo porta in un viaggio nel tempo, dai tempi di Cleopatra ai giorni nostri, anche sonoramente, partendo dallo stile molto personale di Ocean, mettendoci house ed elettronica, oltre a cenni a Michael Jackson e un vibrante assolo di Mayer alla fine, con la sua amata Stratocaster nera. Ocean ricambiò il favore apparendo nel successivo album di Mayer, Paradise Valley, dove canta e compone la ripresa di Wildfire.
 

 

Feels Like Rain (con Buddy Guy)
 

Se John Mayer riesce a salire sul palco con Buddy Guy senza stonare neanche un po', allora John Mayer merita tutto il nostro rispetto, ma non è solo questo, il giovane non cerca di pavoneggiarsi davanti al vecchio, ma entra in una conversazione musicale più che interessante con Guy, in cui si completano a vicenda, invece di gettarsi l'uno alla gola dell'altro. 

 

Waiting On The Day
 

Nel 2011 John Mayer scoprì i Grateful Dead e improvvisamente non riuscì a smettere senza poter ascoltare nient'altro. Qualcosa che si può notare, e molto, nel suo album del 2013, Paradise Valley, dove troviamo questa Waiting On The Day, dove si può apprezzare l'enorme impronta lasciata da Jerry Garcia e compagnia, sia nella canzone stessa, sia nell'assolo in cui Mayer è in grado di canalizzare alla perfezione il leader dei Dead. Dal vivo lo si poteva vedere interpretare quell'assolo con una Telecaster del 1952.
 

 

Sugaree (Dead & Company)
 

Ma l'ossessione di Mayer per i Dead avrebbe preso una nuova piega quando, nel febbraio 2015, il chitarrista invitò Bob Weir a suonare con lui al Late Late Show. La chimica e l'amicizia nacquero tra i due, e poco dopo decisero di fondare i Dead & Company, una band che comprendeva Weir, i due batteristi originali dei Dead, Mickey Hart e Bill Kreutzmann, oltre al tastierista Jeff Chimenti, il bassista Oteil Burbridge e lo stesso Mayer che vestì i panni di Jerry Garcia. L'unico membro vivente della band che ha rifiutò di partecipare fu Phil Lesh, ma il risultato che ottennero fu notevole. Come si può vedere in questa bellissima interpretazione di Sugaree di Garcia, Mayer riesce ad adattare il brano al suo stile, evitando di essere una mera copia, canta e suona dal suo punto di vista, con rispetto per Garcia ma senza cercare l'imitazione, mettendo l'anima in ogni nota. Potete vedere come il resto della band sia entusiasta dell'esibizione di Mayer, che di solito usa la sua PRS Super Eagle del 2015 in questi concerti.
  

 

I Guess I Just Feel Like
 

Mentre i suoi fan attendono ancora la comparsa del seguito di The Search for Everything, John Mayer ha pubblicato due nuovi singoli nel 2019, il primo dei quali è stato il notevole I Guess I Just Feel Like in cui ha dimostrato che la sua qualità di chitarrista è ancora intatta, realizzando uno dei migliori assoli della sua carriera nel brillante finale, a partire dai 3 minuti, un lungo assolo che finisce in una dissolvenza che si spera non finisca mai, tanto che avrebbe potuto durare altri tre minuti senza che nessuno dicesse nulla.