We Want The Funk: i 10 chitarristi più funky
Di Sergio Ariza
"Vogliamo il funk, abbiamo bisogno di funk" cantavano i Parliament di George Clinton alla fine degli anni '70 e qualcosa di simile accadde al mondo della musica, che vide come il genere diventò il riferimento principale della musica nera americana dalla fine degli anni '60 all’inizio dei primi anni '80, quando l'hip-hop, costruito sulle sue basi, lo sostituì come principale riferimento della gioventù afro-americana. Da Guitars Exchange vogliamo ripassare alcuni dei principali chitarristi di un genere che ha fatto ballare mezzo mondo.
Catfish Collins
Nel marzo del 1970 James Brownaveva già vinto tutti i titoli possibili, non invano era considerato il Padrino del Soul e l'inventore del funk, forse la figura più importante nella storia della musica nera, ma quel mese avrebbe dato un altro passo nella sua carriera e sarebbe entrato nel suo momento più glorioso nel modo più strano. Essendosi rifiutato di dargli l’aumento, quel mese licenziò i componenti della sua leggendaria band (Maceo Parker, Jimmy Nolen, Pee Wee Ellis, Fred Wesley...) e assunse un gruppo di ragazzi, chiamati i Pacemakers, per sostituirli. I componenti fondamentali dei Pacemakers erano i fratelli Collins, Bootsy, bassista di 18 anni, e Catfish, il fratello maggiore e chitarrista. Con questa iniezione di sangue giovane, in meno di un anno, Brown avrebbe registrato alcuni dei classici più memorabili della sua carriera come Sex Machine, Soul Power, Super Bado Talkin' LoudAnd Sayin’ Nothing, canzoni che definiranno per sempre ciò che è funky. Uno degli elementi distintivi furono i lick taglienti di Catfish con la sua Vox Ultrasonic. Insieme avrebbero fatto alcuni dei migliori concerti di tutti i tempi, prima che la storia si ripetesse e i fratelli Collins abbandonassero Brown. Quando ciò accadde, uno dei nomi più importanti della storia di quel genere musicale, George Clinton, li incorporò nel suo universo, con i Funkadelic e i Parliament in testa (e successivamente nella Bootsy Rubber Band) e loro lo aiutarono a diventare il riferimento funk nella seconda metà degli anni '70. Catfish avrebbe continuato a lasciare il segno in canzoni grandiose come Flash Light.
Steve Cropper
Steve Cropper è già apparso tra i nostri chitarristi ritmici preferiti e tra i nostri preferiti dell’universo Telecaster, e se dovessimo fare una classifica generale dei nostri chitarristi preferiti, sicuramente non ci dimenticheremmo di lui. Ciò di cui fu capace Cropper negli studi Stax di Memphis negli anni '60 è storico. Non diventò solo la chitarra del Soul, definendone il sound per sempre, alle spalle di giganti come Otis Redding, Wilson Pickett e Sam & Dave, ma nel suo stile misurato è possibile trovare la base della chitarra funk, basti ricordare canzoni come Soul Mano Sookie, Sookiedi Don Covay. Per trovare Cropper in modalità totalmente funky non c'è esempio migliore del disco Melting Pot della sua Booker T & The MG's, con cose elettrizzanti come la title track o Fuquawi.
Eddie Hazel
Alla fine della sua vita una delle cose che preoccupava maggiormente Jimi Hendrix era il modo in cui era visto dalla sua stessa gente, gli faceva male che le radio nere si rifiutassero di passare la sua musica e che ad Harlem lo consideravano una specie di venduto ai bianchi. Bene, ciò che fece Eddie Hazel fu mettere il sound della chitarra di Hendrix nella musica più nera del momento, quella funky. Pensiamo che Hendrix lo avrebbe ringraziato dal profondo del suo cuore se avesse potuto. Hazel era l'asso nella manica di George Clinton per trasformare il suo Funkadelic nella più potente band funk della storia. Chi dice che una band funk non può suonare rock? Dall'apparizione di Hazel, nessuno. Ma andò oltre, basti sentire uno dei più scioccanti assoli di chitarra della storia nell'incredibile Maggot Brain, una canzone in cui Clinton gli disse di suonare come se qualcuno gli avesse detto che sua madre fosse morta e poi avesse scoperto trattarsi di una bugia. Ma al di là del suo assolo più ricordato, Hazel fu in grado di tirar fuori il fuoco dalle sue diverse Gibson (Les Paul, Firebirds...) e dalle sue numerose Stratocaster, grazie anche all’aiuto di effetti come il Master Fuzz FZ-1A, il Crybabay Wah o l’Echoplex Delay. In un genere pieno di grandi chitarristi ritmici, Hazel è stato il solista più importante.
Ernie Isley
Un altro discepolo di Hendrix fu il più giovane dei fratelli Isley, Ernie, che ebbe l'opportunità di imparare direttamente dal maestro quando era bambino. Hendrix trascorse due anni negli Isley Brothers vivendo nella casa di famiglia. Era l’epoca in cui Ernie non faceva ancora parte della band e i suoi fratelli maggiori difendevano dal vivo successi come Shoute Twist & Shout. Furono le sue basi ed Ernie poco a poco si creò uno spazio al fianco dei suoi fratelli maggiori, prima registrando il basso nel funky It’s Your Thing e successivamente passando alla chitarra, che avrebbe lasciato tutti a bocca aperta nel loro primo album insieme come membro fisso della band,3 + 3, pubblicato nel 1973 in cui i suoi assoli in That Lady con una Stratocaster attraverso un fuzz box e un ‘phase shifter’ Maestro, e Summer Breeze fecero di lui uno dei chitarristi più importanti del decennio. I suoi contributi continuarono a marcare la tappa più funky degli Isley Brothers come in Fight The Power, composta da lui, Hope You Feel Better Love (forse il suo miglior pezzo anche se non il più famoso), The Heat Is Ono il lento Voyage To Atlantis. Fender riconoscerà il suo lavoro producendo in suo onore tre Zeal Stratocaster usando il suo design.
Curtis Mayfield
Mayfield è uno dei giganti della musica nera, un nome all’altezza dell'elite, miti come James Brown, Marvin Gaye o Stevie Wonder. Ma pochi dimenticano che fosse anche un eccellente e particolare il chitarrista: i suoi eleganti 'Licks' negli Impressions sono stati fonte d’ispirazione (sempre riconosciuta) per lo stesso Hendrix, quando nei primi anni ‘70 iniziò la sua carriera da solista le sue Fender, principalmente Stratocaster (anche se usò Telecaster, come la Thinline nel notevole Curtis Live), iniziando a distillare le essenze funk, con uno spiccato uso del wah, che avrebbe disegnato uno dei tratti distintivi di questa musica. Il suo particolare sound veniva da molto lontano utilizzando un’accordatura personale che nasceva dal suo amore per il pianoforte boogie-woogie, cosa che lo rendeva orgoglioso: "non importa quanto bravo fosse un chitarrista, quando prendevano la mia chitarra no sapevano come suonarla". Per ascoltare i migliori esempi della sua epoca più funky basti ascoltare l'essenziale Curtisdel 1970, e Superfly del 1972.
Leo Nocentelli
Pochi luoghi al mondo sono più "funky" di New Orleans, una città che è stat la culla del jazz, ma anche del rock and roll e del funk. Ebbene, in quella che è probabilmente la città più musicale del mondo, il gruppo per eccellenza furono i Meters, promossi dal fondamentale Allen Toussaint, con Art Neville alle tastiere e il grande Leo Nocentelli alla chitarra. Come il buon stufato tipico della città, i Meters erano meticci e avevano il sapore migliore, ci sono poche cose più fondamentali in questo genere che Cissy Strut, dove la Gibson ES-175 di Nocentelli è l'ingrediente principale. Tanto è così che persone come Jimmy Page, Jeff Beck, Paul McCartney o i Rolling Stones diventarono fan della band. La loro produzione è uno dei tratti distintivi del genere con album come Look-Ka Py Py (1969) o Rejuvenation (1974) che ne costituiscono i fondamenti, senza ignorare il loro lavoro per altri artisti come il suo connazionale il Dr. John, Robert Palmer, Labelle o lo stesso McCartney, con cui fece buon uso della sua leggendaria Fender Starcaster.
Jimmy Nolen
Se James Brown è l'inventore del funk, allora possiamo dire, senza paura di sbagliare, che Jimmy Nolenè il primo chitarrista dello stile. La sua influenza si è fatta sentire in tutti i nomi di questo elenco, i suoi accordi di due o tre note e l'approccio ritmico percussivo, definirono completamente lo stile. Il suo contributo in Papa’s Got a Brand New Bag, con la creazione del ‘chicken scratch’, è l'antecedente più chiaro, ma il suo lavoro in canzoni come Cold Sweat, There Was A Time, Give It Up or Turn It Loose, Say It Loud—I’m Black and I’m Proudo Mother Popcorn è stato l'esempio da seguire per tutti gli altri chitarristi del genere. Nonostante sia tra i musicisti che fuggirono dal temperamento, e dalla taccagneria di Brown nei primi anni '70, Nolen sarebbe poi tornato all'ovile per registrare con il cantante alcuni dei suoi classici degli anni '70 come The Paybacko Hell. Molte furono le chitarre usate dal padre della chitarra funk, tra cui una Gibson ES-175, una Switchmaster ES-5 o una Gibson Les Paul.
Prince
Prince Rogers Nelson è uno dei più grandi geni che ci ha dato la musica del ventesimo secolo, è impossibile limitare il suo enorme talento a uno stile o un'unica attività legata alla musica. Ha suonato dozzine di strumenti, ha cantato, composto, prodotto e ha fatto praticamente tutto ciò che voleva. Molte volte si è trascurato che fosse anche uno dei migliori chitarristi del mondo. Delimitarlo come chitarrista funk è riduttivo perché Prince poteva suonare in qualsiasi stile, ma quando Prince divenne funky, il mondo s’inginocchiò ai suoi piedi. Chiunque abbia avuto la fortuna di vederlo dal vivo sa che quando il genio di Minneapolis afferrava la sua Hohner, un'imitazione della Telecaster, e cominciava a lasciare emergere le lezioni apprese da James Brown, Sly & the Family Stone, Parliament o i Meters, iniziavano a tremare le pareti. Per un tipo capace di fare assoli come quelli di Purple Rain, Bambi o Let's Go Crazy, la vena funk era quella che gli faceva nascere il sorriso in faccia in lunghe 'jam' in cui faceva emergere tutte quelle influenze per creare qualcosa di assolutamente personale. Se non avete avuto tale fortuna (quella di vederlo dal vivo) e volete ascoltare il Prince più funk in studio, andate ad ascoltare gemme come Kiss, 1999, My Name Is Prince o l’incredibile Alphabet Street.
Nile Rodgers
Forse il chitarrista che più persone ha fatto ballare nel mondo, Nile Rodgers e il suo 'Hitmaker' (la sua Stratocaster bianca) è il responsabile dei ritmi più irresistibili della storia, sia con il suo gruppo Chic, con monumenti come Good Timeso Le Freak, o mettendo il suo talento nei successi tipo We Are Family dei Sister Sledge, Upside Down di Diana Ross, Let's Dance di David Bowie o, più recentemente, Get Lucky dei Daft Punk. Il suo stile si basa su un'evoluzione degli accordi jazz utilizzati come fossero un elemento di percussione. Qualcosa che gli venne in mente durante le prove di So What di Miles Davis con il suo insegnante di chitarra. Vedendo che non avrebbe potuto migliorarlo, cominciò a colmare i buchi facendo in modo che le persone gridassero le parole magiche "Questo è funky!". Rodgers è uno dei produttori e cantautori più richiesti al mondo, ma quando inizia a suonare la chitarra è impossibile restare fermi.
Freddie Stone
Freddie Stone resta sempre un po’ oscurato dall’enorme figura di suo fratello Sly, ma il suono della sua chitarra è una delle chiavi che fece diventare Sly & The Family Stone una delle principali formazioni funk, in grado di rivaleggiare con James Brown nei primi tempi. I suoi riff erano semplici ma efficaci, come si può notare in Sing A Simple Songo Thank You (Falettinme Be Mice Elf Agin), dove si compenetra perfettamente con il basso di Larry Graham. La sua chitarra preferita passò dalla Gibson L-4 dei primi tempi a una Telecaster, alla fine, ma riuscì sempre a trovare il perfetto equilibrio per integrarsi con la sezione ritmica e i fiati, rendendo il tutto irresistibile nel suo complesso.