Alla forca…
Di Paul Rigg
Il 1971 fu l'anno di Alice
Cooper e della sua band.
Prima pubblicarono Love
it to Death in febbraio riscuotendo un grande successo con I'm Eighteen. Poi si unirono al
produttore Bob Ezrin e nel novembre
dello stesso anno lanciarono Killer, trasformando
la loro immagine da una band con uno spettacolo itinerante un po’ stravagante a
un gruppo ‘di sostanza’. "La cosa
più importante nella nostra mente, era il fatto [che] la musica devesse
resistere negli anni", disse il cantante Alice Cooper. "Deve resistere anche dopo aver dimenticato
ciò che abbiamo fatto sul palco."
L'album aveva un suono più pesante e oscuro che influenzò
un'intera schiera di musicisti da Bowie ai Guns N Roses dandogli più
consistenza e varietà alla loro artiglieria. Johnny Rotten dei Sex
Pistols descrisse Killer come
"il più grande album rock di tutti i
tempi". L'album raggiunse il 21º posto nelle classifiche di Billboard
200, e improvvisamente Alice Cooper ebbe un'immagine iconica diventando uno dei
più grandi al mondo. I genitori odiavano la band; e inevitabilmente quando i
ragazzi vedevano la reazione dei loro genitori (e l'umorismo negli spettacoli
di Cooper) lo amavano.
L'album inizia con uno dei suoi singoli di successo, Under My Wheels, che fu descritto come
"full-throttle, hard-rock &
roll...con un'intensità immediata e diretta che ricorda i migliori singoli
degli Stone.” Il chitarrista principale, Glen Buxton, lasciò il segno su questo pezzo con la sua Gibson SG
Custom White del 1967.
Il suono pesante della chitarra continua su Be My Lover, e qui vale la pena notare
il contributo speciale del bassista Dennis
Dunaway all'album. Vale la pena ascoltare i riff di Dunaway da soli, perché
suonano perfettamente con i testi spavaldi della canzone: "E con un’occhiata esagerata scelgo di
guardarla / Beviamo un drink o due, beh forse tre / E poi lei inizia a
raccontarmi la sua storia di vita." Il divertimento è evidente più
tardi, man mano che la storia si sviluppa: "Mi ha chiesto perché il nome del cantante era Alice / E ho detto
'Ascolta piccola, davvero non capiresti.'"
La spavalderia continua con l'estesa e potente Halo of Flies in cui Cooper canta:
"Ho le risposte a tutte le tue
domande", con l'accompagnamento di una versione distorta di My Favorite Things di
Rogers & Hammerstein. Questa è
un pezzo classico dove si possono distinguere elementi di rock, punk, orchestrali
e blues, che è probabilmente uno dei motivi per cui l'album è citato da molti
come un'influenza.
Halo of Flies
lascia il posto a Desperado, che
Cooper dichiarò essere un omaggio a Jim
Morrison dei Doors, morto in quell'anno.
Questo è riconoscibile nelle frasi che si riferiscono alla "pelle
nera" e al "io sono un assassino e sono un pagliaccio", ma la
canzone nel suo complesso sembra aver luogo in qualcosa che assomiglia a un
western hollywoodiano. Infatti, in un'intervista con la radio NPR, lo stesso Cooper
affermò di essere stato influenzato dal personaggio di Robert Vaughn nei Magnifici
Sette.
C'è un bel lavoro di una doppia chitarra su You Drive Me Nervous ma per i gusti di
questo recensore il pezzo seguente, Yeah,
Yeah, Yeah, ha riff più potenti. Rende esplicitamente omaggio alla musica
rock con il suo titolo, ma allo stesso tempo lo fa in modo intelligente.
Il prossimo pezzo è Dead
Babies, enormemente controverso in quel momento. Quasi certamente Cooper
stava semplicemente cercando di attirare l'attenzione con questo pezzo. "In realtà si tratta della prima canzone anti-droga,
anti-abuso genitoriale. Qualcosa tipo 'La mamma è nell'altra stanza con un
ragazzo che non ha mai visto prima. Papà è fuori a bere e il bambino sta
prendendo ogni pillola possibile dall'armadietto dei medicinali [...]’ Fu assolutamente
una canzone di abuso anti-genitori."
Il pezzo che diede il titolo all’album, Killer, inizia in modo lento e vagamente minaccioso, ma poi si trasforma
nella "colonna sonora di un'esecuzione" mentre un uomo viene portato
alla forca. La fine urlata non dovrebbe offuscare la sottile melodia della
tastiera e le armonie che brillano in questo pezzo.
Alice Cooper avrebbe potuto avere la stessa sorte dei The Tubes - una band con uno spettacolo
dal vivo eccezionale e stravagante che riempiva i locali ma con vendite
scarsissime - ma Cooper riuscì ad avere una grande base di fans con l'album Killer che rappresentò il trampolino di
lancio chiave per il successo. Il disco combina riff pesanti e pezzi con
accattivanti melodie pop, portando la band a non farsi sottovalutare. Inoltre, Schools Out e Billion Dollar Babies erano proprio dietro l'angolo...