Uno sguardo indietro
Di Tom MacIntosh
Ozzy Osbourne, lo
straordinario Dio del Rock, cantante dei Black
Sabbath, considerata da molti la band che inventò l'heavy metal, pubblicò
il suo primo album solista, Blizzard of
Ozz, nel 1980. SI tratta di un notevole disco di metal neoclassico che
divenne un pilastro della chitarra metal grazie alla folgorante apparizione di Randy Rhoads.
Quando uscì il disco, non furono pochi i dubbi riguardo
Ozzy, se fosse o no all'altezza, dopo il fulminante licenziamento da parte dei
Sabbath per essere sempre sotto effetto di droghe e alcolici che lo facevano
entrare e uscire da depressioni. Tuttavia, il suo Blizzard of Ozz e il sequel, Diary
of a Madman, dissiparono ogni perplessità con una vera esplosione. Diciamo
"suo", ma in realtà fu il bassista australiano Bob Daisley, che scrisse anche per i Sabbath, a comporre la maggior
parte delle canzoni del album. Il ruolo di Ozzy era essenzialmente quello di
cantare, controllare la lotta tra la sete e il fegato, e lasciare il resto
nelle agili mani del mago della chitarra Randy Rhoads, del tastierista Don Airey e del batterista Lee Kerslake.
Il rapporto tra Ozzy Osbourne e Randy Rhoads è uno dei più
memorabili nella storia dell'heavy metal fin da quando s’incontrarono per la
prima volta: si dice che Ozzy restò letteralmente di sasso durante l'audizione
del chitarrista e che gli bastò vederlo accordare la chitarra (qualcosa come il
momento in cui Ravi Shankar in Concert for Bangladesh, dopo aver
ricevuto una standing ovation per aver accordato lo strumento sul palco, disse
ironicamente: "se vi è piaciuto come
accordo, spero che vi piaccia ancor di più la musica."). Fino ad arrivare
al suo triste addio, quando Rhoads rimase vittima di un incidente aereo mentre
era in tour con Ozzy.
I classici Crazy Train
e Mr. Crowley, mettono in risalto la
destrezza di Rhoads, ma il suo lavoro da solista su Suicide Solution e Goodbye to
Romance, con la sua iconica chitarra, la Flying V di Karl Sandoval a pois, è a dir poco affascinante. In questo disco
troviamo anche quella che potrebbe essere la migliore canzone da 49 secondi in
assoluto, Dee, una deliziosa
passeggiata strumentale acustica, che in qualche modo ricorda ciò che Tony Iommi faceva con i Sabbath
anni prima.
La musica porta ancora con sé il suo marchio di fabbrica: Osbourne Dark, ma non diventa così nera
come con i Black Sabbath, ha piuttosto una sfumatura più chiara, avvicinandosi
al pop metal a volte. Detto questo, le cose diventarono molto scure quando ci
fu una controversia legale su Suicide
Solution, quando un adolescente si sparò in testa dopo aver presumibilmente
ascoltato questa canzone. I genitori del giovane citarono in giudizio la casa
discografica per "incoraggiare comportamenti autodistruttivi", ma il
caso fu archiviato per la protezione alla libertà di espressione.
Altri brani che rientrano negli standard del rock da stadio
includono la dura I Don’t Know e Steal Away, che non aprono certo nuovi
orizzonti, ma va ricordato che siamo già negli anni '80, con un muro del suono
ben alimentato per lasciarsi andare per la follia metal, punteggiata dagli
assoli di Rhoads.
Blizzard of Ozz
fece di Osborne una stella ancora più grande, una rivelazione, non per la sua
reputazione di tipo selvaggio, ma come solido materiale metal. L'album andì
diretto al n.7 nelle classifiche britanniche e divenne disco d'oro dopo soli
100 giorni. Da allora è diventato disco di platino 4 volte negli Stati Uniti vendendo
oltre 7 milioni di copie in tutto il mondo. La rivista Rolling Stone lo
inserisce al n. 9 nella sua lista dei 100 migliori dischi di Metal di tutti i
tempi. Fu ripubblicato nel 2002 con una batteria nuova e altre linee di basso,
ma a causa di proteste da parte del pubblico, si ripristinarono le parti
originali nella riedizione del 2011.
La verità è che Blizzard
of Ozz resta uno dei dischi metal imprescindibili in qualsiasi collezione.