Sinergia di sangue
Di Paul Rigg
Larkin Poe
– il nome viene da un trisavolo - è composto dalle talentuose sorelle americane
Rebecca (30 gennaio 1991) e Megan (12 maggio 1989) Lovell.
Rebecca suona mandolino e chitarra solista e Megan il lap
steel, anche se sono entrambe polistrumentiste. Le "sorelline degli Allman Brothers",
così come sono state chiamate, hanno suonato anche con Elvis Costello, Mumford
& Sons e Jackson Browne in
un tributo a Tom Petty.
Le Larkin Poe hanno pubblicato il loro quarto album in
studio Venom & Faith, il 9
novembre 2018, una vera e propria tempesta. 10 canzoni in appena 32 minuti che
non sono altro che la dichiarazione da parte delle sorelle, di aver trovato la
loro voce unica e che, in molti modi, stanno dando al blues una bella spolverata,
portandolo a un pubblico completamente nuovo.
Le Lovell si addentrano nel profondo blues meridionale e nel
territorio del gospel, ad esempio, con la cover di Sometemimes di Bessie Jones
o Hard Times Killing Floor Blues di Skip James, ma quando si mettono
all’opera riescono a dare un tocco moderno con campionature di batteria e
persino fioriture di hip hop. Tutto questo si basa ovviamente sulla loro
squisita musicalità, su un mix di suoni basati sulla chitarra su cui vola la
voce potente e roca di Rebecca. In Honey
Honey canta che "è nata per un
mondo veloce"; mentre in Ain’t
Gonna Cry chiede "perché sto
nuotando nell'acqua sporca di una cattiva decisione?"; in Bleach Blonde Bottle Blues il ritornello
dice "devi correre a tuo rischio e
pericolo" - ricevuto il messaggio? – quest’album è pieno di presagi
oscuri, carattere e spavalderia, che si riflette in modo appropriato nella
postura delle sorelle in copertina. Dall'inizio alla fine Venom & Faith delle Larkin Poe conferma l'arrivo sulla scena
musicale di una nuova ed entusiasmante forza da non sottovalutare.
All’inizio di Ottobre 2018, Rebecca Lovell ritagklia un po’
di tempo dal fitto programma di tournée della band per fare due chiacchiere con
Guitars
Exchange del ruolo speciale che Elvis Costello ha svolto nella loro
carriera, dell'importanza dello yoga e del motivo per cui sentono di aver
"mostrato le loro anime" nel nuovo album.
GE: Come sta andando il tour?
RL: Siamo nello stato di Washington adesso. Abbiamo suonato
a Vancouver ieri sera, il concerto è stato fantastico! In realtà ci siamo
esibiti con Keith Urban e lo
spettacolo è andato davvero bene, c'erano forse 13.000 persone; è stato un
pubblico incredibile.
GE: Gli Stati Uniti sono il vostro più grande mercato in questo momento?
RL: Siamo molto fortunate ad avere fan in tutto il mondo.
Quando abbiamo iniziato l’avventura delle Larkin Poe abbiamo fatto la maggior
parte del nostro tour a livello internazionale e abbiamo molti fan in tutto il
Regno Unito e persino in Scandinavia. Abbiamo girato molto negli Stati Uniti;
negli ultimi anni siamo stati in tournée con Elvis Costello, Bob Seger e, più
recentemente, con Keith Urban, quindi è cresciuta la nostra base di fan qui,
nel nostro paese, che è una cosa eccezionale. Ma andremo dove la gente vuole
vederci! (ride)
GE: Ho letto che pratichi yoga; è una parte della tua routine anche
durante il tour?
RL: sicuramente. Viaggiare così tanto, soprattutto facendo
tutte queste date, significa che ci sono molti voli notturni e 8-10 ore di
viaggio, e quindi dobbiamo trovare il tempo per fare stretching e mantenere una
certa flessibilità, dormire tanto, mangiare davvero sano e bere quanta più
acqua possibile.
Per molti anni ho avuto un istruttore di yoga in Georgia, ma
quando ci siamo trasferite a Nashville ho iniziato a seguire cose online, il
che è stato davvero conveniente: ci sono così tante applicazioni fantastiche.
Farò sicuramente un po’ di yoga più tardi, appena entreremo in albergo.
GE: Il vostro ultimo album 'Venom and Faith' è uscito il 9 novembre –
puoi dirci qualcosa a riguardo?
RL: Abbiamo realizzato questo disco nella primavera del 2018
ed è stata un'esperienza piacevole. L'anno scorso Megan ed io abbiamo fatto un
disco chiamato Peach ed è stato il
primo che abbiamo anche coprodotto, eravamo solo noi due in studio con un
ingegnere. Abbiamo suonato tutti gli strumenti ed è stata un'esperienza così
liberatoria il fatto di fare qualcosa di così minimalista, che abbiamo usato
quello stesso metodo per la creazione di Venom
& Faith; quindi penso che quando le persone ascolteranno quest’album
sentiranno davvero come suonano le nostre anime.
È sempre un lavoro in corso per gli artisti continuare a
imparare come essere vulnerabili con i propri fan. Questo mi aiuta,
specialmente da un punto di vista lirico. In quest’album ci sono molte
composizioni liriche, quindi le persone avranno molte più informazioni su dove
siamo emotivamente.
GE: E la musica?
RL: Beh, penso che la musica sia sempre nuova. L’esperienza
di un tour durato 18 mesi può davvero far sentire un cambio nella musica mentre
continuiamo a cercare la nostra voce. Peach
è stato un grande passo avanti perché pensavamo di esserci finalmente imbattute
nella nostra voce, penso ci voglia un lungo periodo di tempo per trovare quel
momento magico in cui ti senti come se ti fossi trovata musicalmente. Quindi
con Venom & Faith ci si sente a qualche
miglia lungo la strada di Peach, ma è ancora Americana, Blues, Blue grass...è
Larkin Poe!
GE: Hai una canzone preferita dell'album?
RL: Questa è una domanda davvero difficile, ma penso che la
mia preferita potrebbe essere una delle cover: Hard Time Killing Floor Blues. Il pezzo fu scritto da uno
straordinario artista blues chiamato Skip James. Per me è un momento davvero
bello del disco, per la potenza del testo e la qualità della canzone. È
semplicemente incredibile - è stato scritto più di 75 anni fa e ancora oggi è
attuale.
GE: Adoro "Bleach Blonde Bottle Blues", che avete messo sul sito
web ...
RL: Sì, pubblicheremo un video per quella canzone perché è
tecnicamente il primo singolo del disco. È una canzone impertinente, con un
buon testo e immagini, mi piace davvero.
GE: Qual è stata l'ispirazione per questo pezzo?
RL: Ero andata a vedere degli amici suonare in un club di
Nashville forse tre mesi fa. Sono una band inglese, marito e moglie, e sono
fantastici. Lui è un chitarrista fantastico e mi ha ispirata molto. Così la
mattina dopo mi sono svegliata e mi sono seduta con la mia vecchia chitarra
Archtop Kay degli anni '50 e mi venne fuori. Avevo voglia di scrivere una
canzone con il gancio 'a tuo rischio'
quindi è stato un processo all’inversa, immaginando una storia che aveva
bisogno di circondare quel gancio del ritornello, quindi ho inventato la storia
e la vita di questa donna pericolosa e bizzarra con il suo bleach blonde bottle
blues! (ride)
GE: Tornando alla tua infanzia, il tuo strumento principale è il
mandolino ma dici di amare la chitarra elettrica con passione; quando hai
iniziato a suonare la chitarra elettrica?
RL: Avevo 18 anni quando ho preso in mano la chitarra
elettrica, che nel grande schema delle cose sembra molto tardi. Megan ed io
abbiamo iniziato con il violino, poi ho suonato il piano, ho preso alcune
lezioni di banjo e poi sono passata al mandolino quando avevo 12 o 13 anni,
quindi sono stata fortunata ad essere cresciuta con un linguaggio musicale da
poter trasferire in strumenti diversi. Sono un po' una strumentista del tipo
"un po’ di tutto, ma padrona di nessuno". Sto ancora lavorando alla
chitarra, cercando di migliorare e di suonare come i miei eroi.
Megan, d'altra parte, suona uno strumento così insolito, il
lap steel, ed è davvero uno degli strumenti più difficili - per un po' è
entrata in una sorta di periodo complicato della sua vita quando non riusciva a
trovare lo strumento da amare davvero fino a quando prese la chitarra slide e iniziò
a suonare. È semplicemente fantastico essere ispirata da lei in ogni spettacolo
perché è una vera virtuosa; mi spinge a continuare a praticare e a cercare di
tenere il passo con mia sorella maggiore! (ride)
GE: Quanti anni aveva Megan quando ha iniziato a suonare?
RL: Aveva 16 o 17 anni quando ha iniziato con lo slide.
GE: Qual è stata la tua prima chitarra elettrica?
RL: una Fender Jazzmaster. Sono stata davvero ispirata a
scegliere quella per Elvis Costello, ovviamente, lui ha la sua Jazzmaster
Signature, ed essendo stata in tournée con Elvis per molti anni mi è sembrata
la chitarra più bella.
Megan, d'altra parte, ha suonato lo stesso strumento da
quando ha iniziato: è un lap steel Rickenbacker degli anni '40, quindi è
davvero vintage e delicato, ma lo ama con passione e penso che ce l’avrà sempre.
GE: Megan ha detto che è passata alla lap guitar perché voleva un suono
grintoso; è stato interessante per me perché pensavo che avrebbe potuto
ottenere quel suono con una elettrica…
RL: È assolutamente vero, e la cosa interessante della slide
guitar che suona è che è impostata in modo completamente diverso rispetto a una
elettrica. Ha iniziato suonando il Dobro, che è una chitarra a risonanza con un
manico quadrato che si tiene in grembo e ha un grande cono sulla parte superiore
che gli conferisce il tipico suono vibrante, e le corde sono disposte probabilmente
a 1,5 pollici dalla tastiera quindi non puoi suonarlo con le dita premendo sui
tasti, per quello viene suonato con una barra di metallo. Non usa mai le sue
dita, pizzica le corde con dei plettri sulle dita della mano destra mentre con
la sinistra tiene questa barra di metallo pesante che fa scivolare sulle corde;
ogni volta che passa dal dobro al lap steel è fondamentalmente il passaggio alla
versione elettrificata del Dobro. Quindi è uno strumento totalmente diverso e un
modo diverso di suonare e penso che molte persone sarebbero d'accordo sul fatto
che è uno degli strumenti più difficili da suonare perché è come una voce o un
violino. Non ci sono tasti o delimitazioni, devi suonare a orecchio per farlo
suonare accordato, come una voce umana; è davvero un'esperienza pazzesca
suonarlo.
GE: Cosa vi ha fatto iniziare a credere di poter lavorare insieme e
fare carriera nella musica? C'è stato un momento "Eureka" quando avete
pensato "sì, è così"!
RL: Sai, vorrei che ci fosse stato perché penso che sarebbe
stata una storia molto più eccitante, ma è qualcosa che abbiamo sempre fatto
insieme in modo naturale; è qualcosa che abbiamo iniziato da pre-adolescenti
insieme ed è stato sempre molto divertente e senza sforzo. Io e Megan siamo
molto vicine come sorelle e abbiamo una comprensione condivisa dei reciproci
istinti musicali, quindi siamo in grado di saltare insieme su un’onda e farci
trasportare. Non è sempre stato facile, come si può vedere da molte bande di
fratelli come i Black Crowes o Heart, i fratelli possono odiarsi a
vicenda, a volte c'è tanto ego nel fare musica, e può essere abbastanza
distruttivo per una relazione essere insieme in un gruppo. Quindi, soprattutto quando
avevamo 20 anni, abbiamo dovuto lavorare insieme solo in certi periodi per
capire chi fosse ognuna di noi come individuo e come potevamo relazionarci l'una
con l'altra. Trattiamo questa relazione con molto rispetto, è la più importante
della mia vita, è speciale e ne facciamo tesoro.
GE: In alcune interviste che ho letto, hai menzionato i Doobie
Brothers, gli Allman Brothers e Neil Young come influenze - ma non i Lynyrd Skynyrd o John Lee Hooker, per esempio; c'è una ragione?
RL: Oh, direi che sono decisamente influenze, amo John Lee
Hooker, in particolare tutto ciò che ha fatto con Bonnie Raitt; il single che
fecero insieme portò il blues alla consapevolezza pubblica. Siamo cresciute
ascoltando i Lynyrd Skynyrd; sono una delle band preferite di nostro padre.
Siamo cresciute nel sud e proviamo una profonda affinità con tutti gli artisti
del sud come Robert Johnson, Howlin Wolf e tutti quei musicisti del delta che fanno
musica fantastica, che a loro volta sono stati ascoltati dai Lynyrd Skynyrds e dagli
Allman Brothers e da altre bande del sud - quello stile americano. Essendo una
band femminile, è davvero divertente avere una nuova prospettiva su cosa
significhi avere radici ed è emozionante avere così tanti fantastici
riferimenti cui attingere.
GE: Da dove vengono le idee per i vostri testi?
RL: Non è mai lo stesso processo. Soprattutto per me che ho
scritto solo canzoni per il nostro progetto; l'esperienza cambia e cambia in
base al mio umore. Dal punto di vista lirico, si tratta di ascoltare ogni
giorno ed essere consapevole che sono sempre in cerca di idee per le canzoni,
sia che legga o guardi un film o che ascolti musica: sono come un immenso
senzatetto e cerco di farmi un'idea dell'esperienza umana. A volte sembra una
terapia; spesso scrivo canzoni senza sapere esattamente su cosa sto scrivendo
fino a qualche settimana o mesi dopo, quando la canzone è in circolazione da un
po' e ho una specie di epifania emotiva e penso “oh sì, avevo a che fare con
questo problema in quella canzone”. È una via di fuga; è quasi come una forma
glorificata di giornale.
GE: Uno dei vostri video più popolari su YouTube è 'Mad as a Hatter'
che ho capito che hai scritto in parte per tuo nonno che aveva la schizofrenia.
Che feedback avete avuto dalla canzone?
RL: Questo è qualcosa che tocca davvero il mio cuore. Perché
scrivere una canzone e farla connettere con la gente è l'obiettivo finale, e
praticamente ogni volta che suoniamo la gente arriva e ci parla di quella
canzone. E penso che abbia una risonanza speciale perché è venuto da un luogo
molto aperto. Nostro nonno è morto quando eravamo ancora abbastanza giovani e
aveva una relazione travagliata con nostro padre, quindi siamo cresciute
ascoltando tutte queste storie e abbiamo voluto scrivere una canzone per
affrontare la situazione. Nessuno può scegliere i propri geni e devi convivere
con le carte genetiche che ti vengono date. Noi abbiamo vissuto con quest'ombra
che è stata lanciata sulla nostra famiglia; non abbiamo il controllo totale,
queste cose possono, o no, bussare alla tua porta. Siamo arrivati a un punto
delle nostre vite in cui non è più una paura, dato che la schizofrenia di
solito appare nei primi vent’anni, quindi pensiamo di essere oltre pericolo, ma
questo non è così per molte persone, quindi sentiamo una profonda empatia e
vogliamo parlare di ciò.
GE: Avete un altro lontano parente, il genio tormentato Edgar Allen Poe
- c'è qualcosa di lirico forse anche in questo?
RL: Oh, ovviamente, indirettamente ha un'enorme influenza in
quasi tutte le nostre canzoni. Crescendo e leggendo molte delle sue opere ancor
prima di sapere che eravamo imparentati: voler parlare di Dio, dell'anima e di
una natura più oscura, ha avuto un'enorme influenza. Quando abbiamo scoperto
nella nostra prima adolescenza che era nel nostro albero genealogico, fece da catalizzatore
– benzina sul fuoco, baby! - non puoi fare a meno che voler tornare indietro.
GE: Alcuni potrebbero guardarvi e pensare che avete una vita perfetta,
ma immagino che anche voi abbiate dei giorni difficili; cosa fate in quei
momenti?
RL: Vorrei potertelo dire. Penso tu abbia ragione,
dall'esterno sembra che abbiamo tutto insieme, ma il rapporto che ho con me
stessa può essere un po’ tormentato, a volte, perché abbiamo scelto una linea
di lavoro che è molto critica e competitiva e che richiede un sacco di ‘auto-editing’.
Le persone pubblicano video dei nostri spettacoli su YouTube, ad esempio, e si
torna indietro e si guarda e si sa esattamente dove abbiamo sbagliato e quanto brutti
fossero i capelli - ma naturalmente possiamo tutti distinguerci, e naturalmente
l'inclinazione è lì , ma dobbiamo provare e avere pazienza con noi stessi.
Un'abitudine che ho cercato di sviluppare negli ultimi anni è di parlare a me
stessa come se avessi sei anni, perché spesso le voci più meschine che sentiamo
sono le voci nelle nostre teste. Cerco di essere più gentile con me stessa e
più paziente.
GE: Avete avuto una lunga collaborazione con Elvis Costello; come ha
saputo di voi la prima volta?
RL: Abbiamo incontrato Elvis quando avevo 16 anni; stava
dirigendo un festival in North Carolina dove suonavamo anche noi. Una delle
cose che è davvero interessante nei festival americani è che si creano delle
jam sul palco dove cercano di convincere tutti gli artisti a collaborare.
Quindi ci fu una jam in cui eravamo sul palco con Elvis e lui iniziò a cantare
una canzone gospel che conoscevamo, Angel
Band, così abbiamo preso il microfono per cantare con lui - al momento non
credo che fossimo veramente consce con chi stavamo facendo il coro e cantavamo
armonie, ma l’energia era immensa. Penso che fosse un po’ incuriosito dalla
nostra gioia di vivere per la musica. Così nel corso degli anni ci ha invitato
ad aprire qualche suo spettacolo e noi gli scrivevamo e lui ha risposto
"sì" a un sacco di cose. È stato uno dei mentori più importanti per
noi, siamo così fortunati a conoscerlo; è un artista incredibile.
GE: Avete anche collaborato con Kristian Bush dei Sugarland, Marcus Mumford
di Mumford & Sons, Elle King, Conor Oberst e T-Bone Burnett...
RL: Siamo state fortunate ad entrare in contatto - ben oltre
i nostri mezzi - con persone che hanno così tanti anni di esperienza. Quasi due
anni fa T-Bone Burnett ci ha chiamato e ci ha chiesto di far parte della band
di supporto in onore di Tom Petty, dove abbiamo potuto suonare con Norah Jones e Taj Mahal e questo gruppo
di artisti straordinari; quello fu uno dei momenti più incredibili. C'erano
anche Mike Campbell e Steve Ferrone, il batterista di Tom
Petty; arrivare a condividere il palco con persone del genere è stato un grande
onore.
GE: C'è qualcun altro con cui vi piacerebbe davvero lavorare?
RL: Non abbiamo mai incontrato Bonnie Raitt, ma ci piacerebbe lavorare con lei. È una pietra miliare
per le artiste; la sua finezza e la maestria del blues e della chitarra slide
sono travolgenti.
GE: Qual è la tua marca di chitarre preferita al momento?
RL: Fender, Fender, sempre Fender! Sono un artista Fender e
sono stati gentilissimi ad aiutarmi con delle chitarre fantastiche. In questo
momento in particolare sono assolutamente per la Stratocaster, ne ho una che si
chiama Buttermilk, è una chitarra stile anni '60 con pickup humbucker, che è
abbastanza insolito, ma è uno strumento davvero dolce. La amo da morire.
Per quanto riguarda gli amplificatori, io e Megan suoniamo
sempre con amplificatori Fender Deluxe. Siamo abbastanza flessibili - non siamo
snob; ci piace solo che le cose siano coerenti.
GE: Infine, hai qualche consiglio per chitarristi che siano agli inizi?
RL: mettiti in una situazione di disagio. Quando inizierai, suonerai
male e dovrai accettarlo e fallire con esuberanza! Entra nelle jam e suona con
persone che sono molto migliori di te; questo è il modo più veloce per
migliorare. Ti senti migliore perché sei ispirato; sei migliore perché sei stato
istruito. Se vuoi crescere come musicista devi abbracciare il disagio!
Alla fine dell'intervista Rebecca ci racconta che l'anno
prossimo Larkin Poe pianificherà un tour quasi ininterrotto. "Abbiamo dei concerti fantastici in programma,
quindi saremo in giro; è così eccitante andare in città che non hai mai visto
prima e vedere la gente cantare insieme le tue canzoni", dice. "Non vedo l'ora di farlo!"