"Se la musica è il cibo dell'amore, continua a suonare." (William Shakespeare)
Di Tom MacIntosh
Se il Bardo aveva il dono ineguagliabile della parola in
lingua inglese, per molti appassionati della chitarra, Peter Green era l’essere o non essere, il pilastro della
perfezione alle 6 corde. La sua più grande opera fu questo terzo disco,
l’ultimo come membro della band da lui creata, i Fleetwood Mac, che prese il nome dalla sezione ritmica formata da Mick Fleetwood (batteria) e John McVie (basso). Il disco vide anche
la prima partecipazione di Danny Kirwan
che equilibrò le parti di chitarra e i ruoli vocali con il timido e introverso
Green. Play On uscì nell'autunno del
1969 (Warner/Reprise) raggiungendo il sesto posto nelle classifiche del Regno
Unito e diventando il loro terzo disco a posizionarsi fra i primi dieci.
L'album si apre con la voce principale di Kirwan e la
batteria in stile latino di Fleetwood in Coming
Your Way, creando un tono e un approccio rilassato e disteso per tutti i 13
pezzi, cosa che rende quest’album il loro miglior lavoro e sicuramente il più
omogeneo: è il disco definitivo di Peter Green con i Fleetwood Mac. Il brano
seguente, Closing My Eyes, è puro “vintage
Green”, un paesaggio emozionale dipinto con toni e armoniche che sembrano
ancora fresche come il giorno in cui furono messe su vinile. Una chitarra malinconica
accompagnata da testi lugubri, portano questa gemma a livelli inquietanti ma
mozzafiato. "Così sto chiudendo gli
occhi / per sentire ridere la gente / perché sono tutti radianti / non sanno
dove andare / ma è chiedere troppo / quando la domanda è cosa fare / con la
vita che avrò ... "
La strumentale Underway,
vede Green imbracciare la sua Gibson Les Paul del '59 (con pickup fuori fase),
come un altro esempio di come l'uomo metta emozione in ogni nota, elevando il
suono a vette psichedeliche che si possono quasi annusare. La copertina
dell'album con un dipinto di Maxwell
Armfield intitolato "Domesticated
Mural Painting", trasmette il sentimento di una musica da esplorare in
una corsa inebriante e fluttuante, portando l'ascoltatore dove lui vuole che
stia.
Il gioiello del disco è Oh
Well, un pezzo di nove minuti che è indubbiamente il migliore lavoro
compositivo e più popolare di Green. Mick Fleetwood descrisse così la canzone,
"Portava con sé la libertà di andarsene
per la tangente, di fare jam - il classico “Facciamo una jam, amico? Lo abbiamo
imparato da musicisti. Lo senti vivo e vegeto nella struttura con il doppio
tempo che ho inserito alla fine, che sul palco poteva durare mezz'ora. Era il
nostro modo di essere come i Grateful Dead". La canzone è composta da
due parti, la prima è costruita su un riff blues-rock di Green che canta a cappella,
"Non posso fare a meno della forma
in cui sono / non posso cantare, non sono carina e le mie gambe sono magre / Ma
non chiedermi cosa penso di te / potrei non dare la risposta che vuoi...
", che continua come una cavalcata (come il tizio in copertina), che
decolla con alcuni riff costruiti in crescendo fino a fermarsi. La seconda
parte è una bella passeggiata acustica piena si soul che ricorda la colonna
sonora di un film western. Questo classico è stato citato come ispirazione per Black Dog dei Led Zeppelin, cosa che è piuttosto evidente.
Pezzi più allegri includono When You Say e Rattlesnake
Shake. Quest'ultimo è un bel rock che dice "Lo scuote / Il serpente a sonagli / Sì, lo scuote / E si scrolla il
blues di dosso / Adesso, scuotilo", interrompendo il sentimento
malinconico intenso dell'album per dirigersi verso qualcosa di meglio.
Like Crying è un
blues corto che suona come fosse una prova registrata brillantemente e
casualmente su nastro, come lo sono My
Dream e Searching for Madge -Then Play On, che iniziano a tutta
velocità per poi sfumare in un rumore orchestrale più introspettivo che ritorna
al ritmo originale verso la fine. Before
the Beginning è puro Green; mistico e inquieto, con un tocco di chitarra meravigliosamente
elaborato e una leggera batteria in sottofondo.
Then Play On è un
album dal fascino duraturo, con uno stile rilassato, come abbiamo scritto sopra,
che mostra tutto lo splendore di Peter Green come chitarrista e compositore
d'élite.
È davvero uno dei migliori album del movimento blues
britannico della fine degli anni '60.
Se la musica è il cibo dell'amore, e sicuramente ciò che
muove l'anima, allora continuate a suonare, Fleetwood Mac.