Un debutto entusiasmante

Di Luke McGavin

Songs of Praise è il primo album, molto promettente, del gruppo sud-londinese Shame, che mostra una grande versatilità e capacità in questa raccolta di brani di rock alternativo.    

Lanciato lo scorso 12 gennaio, il titolo sarcastico racchiude molti dei testi delle canzoni, che sono per lo più aspre riflessioni sulla società, le relazioni e su loro stessi. Nel secondo singolo, One Rizla, il frontman Charlie Steen parla di come le sue "unghie non siano curate" e la sua "voce non sia la migliore che abbiate sentito", solo per aggiungere, in modo provocatorio, "ma non me ne frega un cazzo". Questo atteggiamento ribelle, che ritroviamo in tutto il disco, gli conferisce uno spirito infuocato, con echi di Joe Strummer che risuonano nella voce di Steen, in particolare quando diventa ancor più aggressiva nel ritornello di Concrete, ad esempio.
   

  

Strumentalmente parlando, Songs of Praise è sorprendentemente differente, esplorando una gamma di diversi stili di rock alternativo, dal punk rumoroso e viscerale di Tasteless ai toni più melodici e stridenti di Friction, fino al parlato post-punk di The Lick. Le loro chitarre principali sono Fender Stratocaster Standard, made in USA, ma, durante la registrazione dell'album, hanno anche usato una Telecaster o una Gibson Les Paul Junior. In tutti i casi, il suono della chitarra fornisce all'album grinta e ferocia, pur mantenendo una certa diversità. Il feeling energico di Lampoon consente alla chitarra solista di muoversi agilmente sul pezzo prima di lasciare il posto a un muro di distorsione per un climax epico; mentre nel brano di chiusura, Angie, hanno una qualità molto più morbida e più simile a un inno, cosa che dà all’album un bel senso di contrasto.
   

  

Il disco è pieno di riff ringhianti come, ad esempio, sul ‘polveroso’ e  minaccioso brano d’apertura, Dust on Trial, o la rozza Donk…riff che danno alle canzoni una qualità innegabilmente accattivante, accompagnata da una produzione incisiva che contribuisce a farle stare bene insieme. Queste, insieme alle incredibili performance vocali e alla serrata sezione ritmica, ci mostrano che Shame è un gruppo capace, che ha talento per i brani ben scritti, nell’orbita punk.
   

Songs of Praise
è un primo disco straordinariamente solido, mostrando un’interpretazione unica, da parte degli Shame, dei vari suoni del post-punk e del rock alternativo. Il loro talento per la scrittura di testi intelligenti e divertenti, oltre a eccellenti performance, è evidente, rendendo l'album sempre più piacevole a ogni ascolto. Questo disco è la prova dell’enorme potenziale della band. Chi scrive queste linee, per esempio, sarà entusiasta di ascoltare le novità future.
 

 

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