Le cattive compagnie di Joe Perry

di Vicente Mateu

Il chitarrista degli Aerosmith ritorna a spremere al massimo la sua Les Paul con gli Hollywood Vampires    

Non è chiaro se le cattive compagnie siano i suoi amici d’oltretomba Alice Cooper e Johnny Depp o lui stesso. Chitarrista degli Aerosmith di giorno e degli Hollywood Vampires di notte, Joe Perry ha riempito i titoli dei giornali del settore per il suo svenimento durante il concerto del 10 luglio a New York…e di spaventi ne abbiamo fin sopra i capelli. La morte di Prince è ancora fresca,  siamo ancora in lutto per Lemmy, preoccupati per Clapton e i pettegolezzi dei mezzi di comunicazione americani che sottintesero un attacco cardiaco invece di un semplice svenimento, ha seminato preoccupazione per una delle leggende viventi della chitarra, con un posto d’onore riservato nel jukebox di Guitars Exchange. Quando arriverà il momento.
   

Ai suoi 65 anni, al veterano e incorruttibile rocker restano ancora molte chitarre da suonare della sua immensa collezione –sono 600, secondo l’ultimo conteggio fatto dalla Gibson- e altrettante avventure da vivere, come quella con i suoi amici vampiri, per far crescere la sua leggenda ancora di più. Fu Alice Cooper chi s’incaricò di tranquillizzare rapidamente tutti via Twitter: “Grazie a tutti quelli che chiedono del nostro fratello Joe Perry. È in condizione stabile insieme alla famiglia e sta ricevendo le migliori cure”. I pettegolezzi, comunque, vanno avanti dovuti al suo pessimo aspetto, sintomo di non stare proprio bene, secondo –questa volta- il New York Times.
 

 

Gli Hollywood Vampires hanno iniziato la loro storia come un tributo a vecchi ‘colleghi’ la cui morte, nella decade degli anni 70, ha contribuito a creare la leggenda negra del rock. Era esattamente quello il nome di un gruppo che all’epoca si ritrovava in un club notturno di Los Angeles ed era formato da Alice Cooper, Harry Nilsson, John Lennon, Ringo Starr, Keith Moon e Micky Dolenz. Sarebbe stupidamente ironico che i successori seguissero la ‘tradizione’. Lo scorso febbraio furono loro la colonna sonora del Grammy postumo di Lemmy…Chi sarà il prossimo? Troppo morboso.
   

Dell’unico disco registrato nel 2015 insieme ai suoi nuovi compagni di viaggio, una volta parcheggiati gli Aerosmith (chissà se definitivamente), Anthony Joseph Pereira, più noto come Joe Perry, e la sua Les Paul è l’unico a salvarsi veramente –oltre a qualcuno dei numerosi invitati in diverse collaborazioni-. È arrivata l’ora di cambiare direzione –se la salute glielo permette- e, per esempio, di riprendere la sua carriera da solista, dimenticata ormai da molto tempo (2009).
   

Perry
, infatti, aveva intrapreso il tour con Cooper e Depp e, di fatto, il suo svenimento è arrivato poco prima di un’apparizione televisiva, dove dovevano promuovere i loro concerti. I suoi compagni, comunque, sono andati avanti senza di lui e la sua chitarra –convalescente- mentre Perry si recuperava.
   

Anche il geniale attore sa suonare, ma il meglio dei vampiri di Hollywood non si trova nell’album con versioni oneste di grandi classici come My Generation o Whole Lotta Love, ma dal vivo con un Perry scatenato in uno spettacolo che lo scorso 10 luglio prevedeva nel setlist pezzi di Bowie, Who, Motörhead, la Velvet, Mott the Hoople
 

 

Una gran festa del rock. Joe Perry, che ha sempre vissuto al limite con Steven Tyler -un’altra magnifica compagnia con cui era arrivato al punto di scrivere il nome degli Aerosmith nei libri di Storia dei maledetti- lo si vede in forma sul palcoscenico con la sua chitarra. Di chi sono le canzoni è la cosa meno importante. Si vuole solo divertire. E possibilmente con la sua vecchia amica del ’59, nonostante i pettegolezzi che lo vogliono con un ‘amore’ più giovane…una Telecaster del 65. Che lo chiedano alla sua B.C Rich di 10 corde!
 

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