Omaggio a un eroe

Di Paul Rigg

Il leggendario chitarrista Ronnie Wood è stato inserito due volte nella Rock and Roll Hall of Fame con i Rolling Stones e i Faces, e ha anche suonato con il Jeff Beck Group; così quando decide di rendere omaggio ai suoi eroi, è il momento di sedersi e ascoltare.   

   

Mr. Luck - A Tribute to Jimmy Reed: Live at the Royal Albert Hall
(17 settembre 2021; BMG) è infatti il secondo capitolo della sua trilogia di album dal vivo, iniziata con Mad Lad, un omaggio alle canzoni di Chuck Berry.
    

In questo album la Ronnie Wood Band porta un suono pieno di produzione alle prime crude registrazioni del bluesman nato nel Mississippi. Reed è morto nel 1976 (a 50 anni), ma raggiunse il suo apice alla fine degli anni '50 e '60. 16 dei 18 brani di questo album tributo sono stati scritti o co-scritti da Reed, che ha avuto un impatto sia sulla scena blues di Chicago che su intere generazioni di chitarristi. Come dice Wood: "Jimmy Reed è stato una delle prime influenze per i Rolling Stones e tutte le band che amano il blues americano da quell'epoca fino ai giorni nostri. È un onore [...] celebrare la sua vita con questo tributo".
   

   

L'album è stato registrato dal vivo in una notte memorabile alla Royal Albert Hall il 1° novembre 2013, e conta con la partecipazione dell'amico ed ex-Rolling Stone Mick Taylor, così come ospiti speciali tra cui Bobby Womack, Mick Hucknall e Paul Weller.
    

Il primo lato inizia con una breve ma incantevole introduzione solista chiamata Essence, che sfocia in una versione rock di Good Lover di Reed, con Taylor alla chitarra solista. La voce di Wood "whisky e sigarette" entra presto, sostenuta dalla sezione ritmica del bassista Dave Green e del batterista Dexter Hercules
   

   

Segue il lento blues di Chicago Mr Luck, ed è qui che il "duello" tra Taylor e Wood comincia a venire alla ribalta; con il primo che mette in mostra il suo pedigree blues e il secondo il suo amore per il rock. Wood, come Reed, è abile con l'armonica e il brano successivo, Let's Get Together, gli offre una grande opportunità per mostrare davvero le sue capacità.
    

Wood e la sua band riversano tutto il loro cuore nello swing di  Ain't That Loving You Baby prima che il ritmo si abbassi ancora una volta con la fumosa Honest I Do. Il veloce strumentale Roll and Rhumba inizia con l'armonica, un pezzo di chitarra e un bel solo di batteria in stile Cozy Powell, e la folla grida di approvazione. Se questo brano fosse un incontro di boxe, lo chiamerei una vittoria per Hercules.
   

   

Poco dopo arriva la mia canzone preferita, la classica Shame Shame Shame, in cui Paul Weller (The Jam, Style Council) compare alla chitarra e alla voce. In una versione dal vivo - poco prima di questa registrazione - al Troubadour di Londra, Wood la interpreta con la sua Fender Strat. Big Boss Man mantiene i fan in fermento con un grande contributo di Bobby Womack (Sam Cooke, Aretha Franklin), che purtroppo è morto meno di un anno dopo questa performance.
    

Womack ha anche contribuito con la voce e la chitarra a Bright Lights, Big City; mentre l'album si chiude opportunamente con Ghost of a Man, scritta da Wood in onore di Reed. È piena del sentimento che si può trovare in tutto l'album, come Wood canta in modo toccante del suo eroe: "La bottiglia lo metteva in ginocchio, ogni volta... ma noi ragazzi non lo dimenticheremo". Se vi piace il blues, questo disco fa per voi.
   

Photogallery

© facebook.com/officialronnie