I migliori riff degli ZZ Top

Di Sergio Ariza

Sia la musica degli ZZ Top che i loro riff sembrano scolpiti nella pietra nell'era preistorica. Billy Gibbons e compagni non sono appassionati di fioriture, ma di cose semplici e dirette, sono come la versione blues rock di Attila: dove passa la loro barba, l'erba non ricresce. Che sia con la sua Pearly Gates, una Stratocaster o la chitarra che gli regalò Bo Diddley, Gibbons sa sempre come ottenere il miglior sapore texano dal suo suono grezzo, primitivo e selvaggio. Ecco alcuni dei nostri riff preferiti di una band che da oltre 50 anni mescola nel miglior modo possibile blues e rock duro.   

   

Just Got Paid (1972)
 

Il secondo brano del loro secondo album è il primo grande classico del loro repertorio. Nonostante siano insieme dal 1969, Billy Gibbons, Dusty Hill e Frank Beard non trovarono la canzone su cui plasmare il loro suono fino a quando non registrarono Rio Grande Mud nel 1972. Just Got Paid ha uno dei riff più potenti della band, lasciando da parte il boogie della loro principale influenza, John Lee Hooker, per rivelare il loro lato più hard rock e potente, alla pari con i più grandi del genere, come i Led Zeppelin o i Black Sabbath. La canzone in genere continua ad apparire nel loro repertorio dal vivo con Gibbons usando a volte una delle sue Erlewine Custom. I Mastodon ne fecero una versione notevole.
     

Waitin' for The Bus (1973)
 

La canzone che apre il miglior album della loro carriera, Tres Hombres, è una delle migliori della loro lunga attività, un riff con cui Billy Gibbons dimostra di saper essere anche funky e che lascia il posto al rock blues primitivo e cavernoso, e che, come se non bastasse, porta a un'altra delle sue canzoni più celebri, la grande Jesus Has Left Chicago. È così che si inizia un album con stile.
  

  

La Grange (1973)
 

Naturalmente, la canzone più famosa de Tres Hombre, e forse della loro carriera, è La Grange in cui il trio fa con John Lee Hooker ciò che i Rolling Stones fecero con Chuck Berry: questa è la versione distorta, incazzata, bianca della loro musica. Per uno che è proprietario di una delle più mitiche Les Paul di tutti i tempi -la sua 'Pearly Gates' è del leggendario 1959-, Billy Gibbons sfrutta al meglio la sua Stratocaster 55 collegata a una Marshall Super Lead 100 watt del '69.
    

Beer Drinkers & Hell Raisers (1973)
 

La cosa buona degli ZZ Top è che non fanno giri assurdi, i texani non hanno inventato la ruota, ma ciò che fanno lo fanno alla perfezione. Gibbons e compagnia si dedicano alla pura semplicità, come si può vedere in questo inno di festa in cui scatenano una tempesta di fuzz e toni saturi del più semplice ed efficace dei riff.  

  

Tush (1975)
 

L'unica canzone che può competere con La Grange quando si tratta di essere considerata la canzone definitiva della band, Tush è uno dei singoli di maggior successo del gruppo, che riuscì a entrare nella top 20 di Billboard e a portare il gruppo a nuove vette di popolarità. Chiude il notevole Fandango! con Dusty Hill alla voce principale, anche se è di nuovo Gibbons a rubare la scena con quel riff caratteristico e giocoso, che i Motörhead avevano sicuramente in mente quando registrarono quello di No Class qualche anno dopo.
     

Heard It On The X (1975)
 

Gli ZZ Top sono sempre stati una band dal vivo, è lì, sul palco, dove si sono sempre sentiti più a loro agio, ecco perché è strano che Fandango! zoppichi proprio per la parte registrata dal vivo, e non è che sia fiacca, è che la parte in studio, con gemme come Tush o questa Heard It On The X è allo stesso livello di Tres Hombres. Basta ascoltare quel riff funky che Gibbons ha nella manica per dimostrare di essere un'enciclopedia del blues texano. Anche se qui l'altro grande protagonista è l'ottimo lavoro di Frank Beard alla batteria, curiosamente l'unico non barbuto del gruppo...
  

  

Cheap sunglasses (1979)
 

Degüello
fu l'affermazione ufficiale della loro immagine di uomini barbuti con occhiali da sole a buon mercato, ma fu anche il secondo miglior lavoro della loro carriera, dopo Tres Hombres. Cheap Sunglasses ha un groove killer e sexy grazie al riff che apre questa canzone in cui dimostrano ancora una volta il loro eccellente senso dell'umorismo.
     

I'm Bad I'm Nationwide (1979)
 

Forse la nostra canzone preferita di Degüello, I'm Bad I'm Nationwide, si apre con un ottimo riff in cui Gibbons supera sé stesso. La canzone parla di uno dei mentori del chitarrista, in questo caso il bluesman texano Joey Long, che non aveva la patente di guida ma si presentava sempre con una nuova Cadillac guidata dalla sua bella moglie Barbarella. Auto e belle ragazze, le due cose che di solito accendono la miccia di questa band.
   

  

Gimme All Your Loving (1983)
 

Se Eliminator è l'album più venduto nella storia degli ZZ Top, con oltre dieci milioni di copie solo negli Stati Uniti, è grazie a canzoni come questa Gimme All Your Loving, forse anche ai sintetizzatori e al famoso video, ma al di là dei loro flirt con la New Wave e MTV nel loro riff grezzo ritroviamo ancora gli elementi che rendevano grande questa band, ovviamente non andò male metterci il miglior ritornello di tutta la loro carriera.
     

Got Me Under Pressure (1983)
 

Sharp Dressed Man
sarà anche stato il secondo grande successo di Eliminator, ma Got Me Under Pressure è ancora meglio, con uno dei loro riff più pesanti e potenti, perfetto per descrivere la protagonista del testo, una di quelle ragazze che piacciono tanto a questa band, in particolare una di quelle che perde la testa per la cocaina, le fruste e le catene...