In The Style Of Otis Rush

Di Miguel Ángel Ariza

Se la scorsa settimana abbiamo detto che Albert King era un mancino che usava una chitarra da destro semplicemente girandola (senza cioè cambiare l’ordine delle corde), per fare in modo che fosse la sua mano destra a percorrere il manico ed era proprio questo a renderlo unico, penso che sia giusto dire che al nostro protagonista di oggi, Otis Rush, succede esattamente la stessa cosa diventando, quindi, altrettanto eccezionale.    

Ovviamente, avendo messo in evidenza la difficoltà di copiare il tono e il modo di suonare di Albert, dobbiamo avvertire che con Mr. Rush succederà esattamente la stessa cosa. Quel modo di suonare la chitarra elettrica, con la prima corda in alto e la sesta corda in basso, rovina molte delle nostre tecniche di clonazione del suo stile.    

Forse Otis ci rende le cose un po' più facili perché lui, a differenza di King, usava un’accordatura standard...ma questa è l'unica buona notizia che ci accingiamo a dare perché imitare quei 'bending' di un tono e mezzo, su e giù, sarà più che complicato.    

Per quanto riguarda le sue chitarre, siamo di fronte ad un artista con un certo bipolarismo. Dall'inizio della sua carriera fino al suo pensionamento nel XXIº secolo, ha usato quasi in modo intercambiabile due tipi di chitarre che fra di loro si differenziano notevolmente nel tono, come sono le chitarre semi-acustiche e la Fender Stratocaster.
   

   

Nel corso degli anni siamo stati in grado di vederlo con diverse Gibson semiacustiche come la ES-345 o la ES-355. Ha anche flirtato con altri marchi che hanno costruito grandi strumenti seguendo la linea delle ‘Electric Spanish’ della Gibson, come fece la Yamaha con la SA50.
   

 

     

Ma, come abbiamo detto, fin dalle sue prime registrazioni negli anni '50 si può distinguere perfettamente il suono di una Fender Stratocaster, ma, come si vede dalla copertina di qualche suo album, cercò il tono scintillante di Fender anche in una Fender Jaguar.
   

   

Per quanto riguarda il suo amplificatore preferito, in una delle sue interviste alla fine della sua carriera, lo abbiamo sentito lodare il suo vecchio Fender Bassman 4x10. In effetti, siamo stati anche in grado di vedere le immagini di Rush usando il "clone" di quell'amplificatore prodotto dal marchio Victoria, e in diverse occasioni non disdegnò attaccarsi a diversi Mesa Boogie.
   

   

In ogni caso, qualsiasi fosse l’attrezzatura usata, il suono di Otis Rush era sempre nelle sue mani. La sua caratteristica principale sono forse i suoi bending selvaggi, ma al di là di questo, è un piacere assoluto ascoltare questo bluesman purosangue sempre alla ricerca del sentimento e della nota che, come direbbe il nostro caro amico Raimundo Amador, ‘spezza le reni’. Ben oltre le scale, il tempo, la cadenza, la tecnica, la pulsazione e altre lezioni che riguardano il blues che s’insegna nelle scuole, ci sono persone come Otis Rush...personaggi che non suonano il blues; sono il blues.