Dieci grandi assoli psichedelici per fonderti il cervello
Di Sergio Ariza
Accendi un po' d'incenso e preparati a farti fondere il
cervello: Guitars Exchange ha preparato per te uno speciale per farti
godere alcuni dei migliori esempi di musica psichedelica, con ingredienti come
fuzz, wah, musica orientale, John
Coltrane o LSD. Ci siamo concentrati sul periodo classico di splendore del
genere musicale, dal 1966 al 1969. Ecco dieci viaggi in Technicolor per
chitarra.
The Yardbirds - Shapes of Things (Registrato nel gennaio 1966 -
Pubblicato il 25 febbraio 1966)
Jeff Beck fu
membro degli Yardbirds per soli 16 mesi, ma in quel periodo ebbe il tempo di
rivoluzionare la storia della chitarra elettrica diverse volte. Una delle più
importanti fu quando la sua chitarra anticipò i suoni psichedelici in Shapes Of Things, la canzone che insieme
a Eight Miles High dei Byrds, può essere considerata la prima grande
canzone psichedelica. Ancora una volta, è la chitarra di Beck la protagonista
del pezzo, con un uso innovativo del feedback e le sue influenze orientali. I
membri del gruppo impazzirono quando Beck suonò l'assolo in studio e tutti (incluso
il chitarrista) considerarono Shapes Of
Things il miglio che la band abbia mai fatto.
The Byrds - Eight Miles High (Registrato il 24/25 gennaio 1966
- Pubblicato il 14 marzo 1966)
Dopo un secondo disco continuista, e con gli Stati Uniti
d'America inondati da gruppi che imitavano il folk rock dei Byrds e il
tintinnio della Rickenbacker di Roger
McGuinn, per la band californiana era giunto il momento di rinnovarsi. Lo
fecero ancora una volta grazie alla chitarra di McGuinn. Questa volta
l'influenza arrivò attraverso modi meno convenzionali. Durante un tour, David Crosby iniziò a mettere continuamente
un nastro con John Coltrane da un lato e Ravi
Shankar dall'altro. McGuinn raccolse la sfida e provò a riprodurre quei
suoni con la Rick in una delle migliori canzoni composte da Gene Clark, Eight Miles High, dove l'influenza di Coltrane è evidente, e in Why, il lato B, in cui imita il suono di
un sitar. Nel gennaio del 1966 registrarono i pezzi e aprirono le porte alla
rivoluzione psichedelica, capeggiando il movimento. A quel tempo suonava già la
chitarra con cui più lo si associa, una Rickenbacker 370 di 12 corde, con cui
fece uno degli assoli più influenti di tutti i tempi.
Paul Butterfield Blues Band - East West (Registrato nel luglio
1966 - Pubblicato nell'agosto 1966)
Se Mike Bloomfield
avesse suonato solo questo pezzo, in cui contribuì anche alla composizione, del
secondo album della Paul Butterfield
Blues Band, il suo nome sarebbe comunque rimasto uno dei più importanti tra
i chitarristi rock della storia. Registrato nel luglio 1966 non è solo una delle
prime incursioni nel rock nella musica modale di Coltrane ma qui è possibile ritrovare
il suono degli Allman Brothers o dei
Grateful Dead. In definitiva, East West è la prima grande jam della
storia del rock e il sound di Bloomfield è assolutamente incredibile. A quel
tempo suonava con una Les Paul Goldtop del 1956 attaccata a un amplificatore
Gibson Falcon. Il suo stile continuò a evolversi, perfezionando anche la voce
con lo strumento. Nella prima parte entrano in territori della musica indiana,
anticipando la musica psichedelica fiorente, creando il ‘viaggio definitivo’ (all’epoca
si diceva che ascoltare questa canzone senza aver preso droghe, sballasse
comunque). Nella seconda, di circa sette minuti, Bloomfield crea il suo mondo,
il suo tono è dolce e morbido, costruendo qualcosa di nuovo sulle solide
fondamenta del blues da dove veniva, ma si nota anche come avesse ascoltato Ravi
Shankar, esattamente come McGuinn. Alla fine Elvin Bishop inizia ad armonizzare con lui, anticipandosi a Duane Allman e Dickey Betts. Per renderlo ancora più intenso dal vivo, Bloomfield accompagnava
la sua lunga improvvisazione (a volte superava la mezz'ora), con momenti in cui
sputava fuoco (letteralmente) creando il trance perfetto tra gli hippies in
fiore.
Jimi Hendrix - Purple Haze (Registrato tra gennaio e febbraio
1967 - Pubblicato il 17 marzo 1967)
Jimi Hendrix è stato un rivoluzionario assoluto, non solo
per il suo modo di suonare, ma per tutte le possibilità e i miglioramenti che
ha portato allo strumento. La sua collaborazione con l'appassionato di
elettronica Roger Mayer portò molti
progressi nella chitarra elettrica. Uno dei più importanti fu la creazione di
Octavia, un pedale che riproduceva il segnale della chitarra un'ottava più in
alto, oltre ad aggiungere la distorsione 'fuzz'. Hendrix lo usò in Purple Haze, un singolo in cui,
aggiungendo un Fuzz Face, riesce a suonare come fosse Ravi Shankar suonando un blues
su Marte. Quando questa canzone uscì nel marzo del 1967 il resto dei
chitarristi del pianeta pensarono di dedicarsi ad altro.
The Doors - Light My Fire (Registrato nell'agosto 1966 - Pubblicato
il 24 aprile 1967)
Durante la registrazione dell'album di debutto dei Doors, Jim Morrison si lamentò di
essere l'unico responsabile della composizione e incoraggio il resto del gruppo
a portare le proprie canzoni. Il giovane Robby
Krieger, all'epoca aveva 20 anni, si avvicinò al cantante e gli chiese
"su cosa scrivo?". La
risposta fu "su qualcosa di
universale, qualcosa che duri". Quindi Robby andò a casa e iniziò a
suonare con diversi accordi che non erano mai stati usati nella musica rock,
principalmente bemolle e sostenuti, per il ritornello prese gli accordi della
versione Coltrane di My Favorite Things,
una delle sue più grandi influenze e quando dovette scrivere i testi pensò a
ciò che il cantante gli disse e decise di scrivere una canzone su "terra, aria, fuoco o acqua",
scegliendo finalmente il fuoco per il suo amore per Play With Fire dei Rolling Stones. Così nacque la canzone che diede
loro fama e denaro, cui Morrison aggiunse il momento sulla "pira
funeraria" e Ray Manzarek l'incredibile
introduzione con l’organo, suonando come fosse Bach squilibrato, dimostrando la sua formazione classica. Anche il
compositore diede il meglio con la sua SG collegata direttamente a un Fender
Twin Reverb senza altri accessori oltre alla magia delle sue dita. È un assolo che funge da ponte strumentale e serve come espressione del suo
stile personale, ciò che gli zingari chiamerebbero "duende" (un misto di emozione, estasi e 'savoir fare').
The Amboy Dukes – Journey To The Center Of The Mind (Registrato
aprile 1967 - Pubblicato maggio 1967)
Prima di diventare una caricatura di se stesso, Ted Nugent fu uno dei pionieri
dell'hard rock e dell’heavy metal degli Amboy
Dukes. La cosa strana è che la canzone per cui sono ricordati di più è
questa Journey To The Center Of The Mind,
uno degli inni psichedelici sul consumo di droga con testi di Steve Farmer e musica Nugent, anche se
quest’ultimo è uno dei rappresentanti più fervidi della linea dura contro il
consumo di alcol e droghe. Non è noto se Ted non fosse sicuro di cosa stesse
parlando Farmer o se, semplicemente, fosse un ipocrita. Cos’è chiaro, invece, è
la sua abilità per far sputare fuoco alla sua Gibson Byrdland collegata a un
Fender Bassman con altoparlanti Silvertone.
Cream - White Room (Registrato tra il luglio 1967 e l'aprile
1968 - pubblicato nell'agosto 1968)
Eric Clapton fu
uno dei primi a usare un pedale wah nella musica rock con Tales Of Brave Ulysses. Ma il miglior esempio del suo uso fu in una
delle grandi canzoni della sua carriera, White
Room, in cui attraverso un pedale wah-wah della Vox sfodera uno dei suoi
migliori assoli, dandogli spazio per tutta la parte finale della canzone e non solo
nel mezzo come era solito fare. Come buoni saggi, i Cream lasciarono il meglio
per l fine e Clapton non li deluse, creando l’assolo più psichedelico e fiorito
della sua carriera.
Spirit - Aren’t You Glad (Registrato tra marzo e settembre 1968
- Pubblicato nel dicembre 1968)
Una piccola rarità di un chitarrista troppo dimenticato. Randy California fu scoperto da
Hendrix, a soli 15 anni, poco prima di partire per l'Inghilterra per fare la storia.
Il giovane prodigio formò gli Spirit
con il suo patrigno nel 1968, lanciando diversi album degni di nota come The Family That Plays Together, dove
troviamo questo gioiello e il tocco finale perfetto per un ottimo pezzo di
'psych-rock' con cui California si dimostrò essere un maestro del
"fuzz", creando l’assolo più brillante del disco (è incredibile
pensare che avesse solo 17 anni). California suonò la Danelectro U 56 acquistata
nei negozi Sears, attaccata a un amplificatore Silvertone, una strumentazione
in offerta da cui tirò fuori il meglio, mettendoci il cuore nell'incredibile assolo
finale. È facile capire cosa vide Hendrix in questo ragazzo che non ha
mai stancato di lodare.
Grateful Dead - Dark Star (Registrato il 27 febbraio 1969 - Pubblicato
il 10 novembre 1969)
Se i Grateful Dead raggiunsero lo status di leggende, diventando la band di culto per eccellenza,
con un proprio gruppo di seguaci, i 'Deadheads', fu grazie ai loro concerti dal
vivo, veri e propri eventi in cui si dedicarono a lunghe ‘jams’ in cui la
chitarra di Jerry García ha sempre
eccelso a pieno titolo, trovando in Dark
Star il veicolo perfetto per il suo stile peculiare. Sebbene sia stato
pubblicato nel 1968 come lato B di un singolo, in una versione di soli due
minuti, la versione iconica del pezzo è quella che appare in Live/Dead, il primo album live della
band, in cui dura più di 20 minuti, molti dei quali sono occupati dall'assolo
orgasmico di Garcia. Come disse Carlos
Santana, la chitarra di Garcia era il sole della band, la stella su cui
ruotavano il resto dei componenti/pianeti. Al momento, quella chitarra era una
Gibson SG con un pedale Wah wah Vox Crybaby collegato ad alcuni Fender Twins.
Jefferson Airplane - Good Shepherd (Registrato tra marzo e
giugno 1969 - pubblicato nel novembre del 1969)
Jorma Kaukonen imparò
a suonare Good Shepherd, una vecchia
canzone popolare, nei primi anni '60 con la sua Gibson J-50 del ‘58. Ma quando
la registrò con i Jefferson Airplane
nel 1969, diventarono uno dei riferimenti, insieme ai Grateful Dead, dalla
regnante ondata psichedelica della West Coast. Fu normale che anche la sua
Gibson ES-345 Stereo facesse la sua comparsa per metterci il tocco psichedelico.
È una canzone in cui si mescolano le sue origini e tradizioni acustiche insieme
ai viaggi lisergici ed elettrici della sua mitica band.