Le 10 domande che facciamo a tutti

Thierry André - Montreal (Québec)

La prima volta che abbiamo visto una chitarra di Thierry André, la forma fu ciò che attirò la nostra attenzione. Era la Kouai: un’elettrica con anima di acustica. Ci ricordò la forma di un cuore, uno di quelli veri, visti a lezioni di anatomia. Sarà perché le chitarre di Thierry hanno un cuore, il suo -e una lista d’attesa di mesi-.
Perché Thierry è un liutaio moderno, in costante ricerca e sperimentazione, capace di miscelare in un design d’avanguardia i suoni degli strumenti a corde contemporanei con quelli provenienti da terre tanto lontane ed esotiche come l’Africa, il Medio Oriente o l’Asia.
Sarà interessante seguire l’evoluzione di quest’artista giovane e autentico nei prossimi anni e vedere su quali altri limiti e confini volerà leggero come le note che escono dalle casse in frassino argentato del Québec delle chitarre che costruisce.        


SEI CORDE…
 

1. 
GUITARS EXCHANGE: Come sei finito (o hai iniziato) a fare il liutaio?

THIERRY ANDRÉ: La maggior parte della mia infanzia l’ho trascorsa costruendo cose. Per quanto mi ricordo, ho sempre avuto un progetto in corso. Mi ha attirato sempre il tipo di attività che coinvolgeva tanto gli aspetti manuali come la forza creativa. Ho coltivato questa propensione fino al punto in cui gli anni accademici che vennero dopo mi sembrarono irrilevanti. Allora la musica divenne un partner intuitivo durante questa formazione. Quando a 16 anni finii il liceo, andai dritto al negozio di strumenti musicali per comprarmi una chitarra elettrica. Girai un bel po’ per il negozio, suonando, ascoltando e guardando quest’oggetto magico senza mai pensare che effettivamente era qualcosa fatto dall’uomo. Quelle corde vibranti erano sicuramente collegate a qualcosa di divino, probabilmente radicato in Oriente, per quello c’era l’adesivo ‘Made in China’ attaccato in bella mostra sulla pala. Poi un giorno venne a trovarmi a casa un compagno della fabbrica di treni dove lavoravo e iniziò a parlare della mia connessione divina con pezzi vari e materiali, montaggio, viti, bulloni, legno, vernici e rivestimenti trasparenti. Tremavo: all’improvviso tutto acquistò un senso. Tre settimane dopo iniziai la mia formazione alla Scuola di Liuteria Bruand che durò 5 anni. Nel 1999 aprii il mio laboratorio a Montreal. Poi, nei primi anni di lavoro, il Conseil des Arts et des Lettres du Québec mi concesse un tirocinio di 3 mesi con il maestro liutaio Fred Carlson in California.  

2. 
GUITARS EXCHANGE: Che cosa ispira il disegno e la realizzazione di una nuova chitarra?

THIERRY ANDRÉ: Ci sono tre strade che portano lì e la maggior parte delle volte s’intrecciano (sorride). La prima strada è anche la prima che ho imparato: è quella che si sviluppa dagli standard che hanno una forma e uno scopo preciso. Soddisfa il bisogno di suonare un repertorio definito. Si tratta del metodo più lineare ma anche di difficile approccio che ti porta a dominare un tipo di chitarra in particolare. Attualmente sto sviluppando sia un modello acustico orchestrale che una elettrica ‘standard’ in questo modo, in una maniera che posso ripetere. La seconda strada viene dal o dalla chitarrista che è alla ricerca della propria ‘voce’ personale. Questa prospettiva fa nascere in me qualcosa che ogni volta tira fuori il meglio di me stesso. La fiducia che qualcuno ripone in te è l’energia che alimenta in modo efficace il processo di costruzione in sé. Da un punto di vista commerciale, potrebbe sembrare dannoso vedere un chitarrista come un essere unico con esigenze specifiche ma, per alcuni chitarristi, è l’unica strada che funziona. Anche questo ha influenzato il mio percorso artistico e mi ha portato a mischiare gli ‘standard’ di cui parlavo prima. Sono arrivato a introdurre suoni ed elementi di disegno nuovi, a portata di chitarrista. Ho creato chitarre che hanno una certa familiarità di suono con atri strumenti a corda (oud, kora, sitar, sarod, banjo, etc.). La terza e ultima strada è quando realizzo un progetto di ricerca personale che non viene commissionato. Si tratta di investimenti che faccio e che finalmente potrebbero influenzare i primi due percorsi, nel lungo termine, e portare il tutto a chiudere un cerchio. La chitarra X-braced è stato un esperimento di qualcuno nella storia di questo strumento. Ora non lo è più.  

3. 
GUITARS EXCHANGE: Cerchi un determinato suono per qualche ragione precisa?

THIERRY ANDRÉ: Quando lavoro per qualcuno, mi dedico a dare forma fisica alla voce che il cliente cerca, in un’espressione che sia significativa per entrambi.  

4. 
GUITARS EXCHANGE: Scegli e spiega perché: soul, jazz, blues, rock, pop…o cosa?

THIERRY ANDRÉ: Non posso! Sono tutti generi collegati…  

5. 
GUITARS EXCHNAGE: Sei un artista a commissione o un eremita solitario?

THIERRY ANDRÉ: Un eremita solitario.  

6. 
GUITARS EXCHANGE: Qual è l’ultimo disco che hai comprato e qual è l’ultimo che hai ascoltato?

THIERRY ANDRÉ: John ZornThe Circle Maker  

…UN CORPO…
 

7. 
GUITARS EXCHANGE: Elettrico o acustico?

THIERRY ANDRÉ: Ancora…sono collegati! (Sorride). Tendo a vedere le chitarre elettriche come macchine acustiche. Durante il Holy Grail Guitar Show, Emil Petrov mi chiese se poteva provare la mia chitarra elettrica Kouai in modo acustica. Non gli interessava attaccarla a un ampli, voleva sentire la sua ‘voce’ naturale. Per me è stato magico sentire come la suonava. Comunque, se dovessi scegliere un corpo, direi acustico.  

…UN MANICO…
 

8. 
GUITARS EXCHANGE: Qual è il segreto dei legni che usi?

THIERRY ANDRÉ: Il manico di una chitarra influisce sul tono più di quanto si possa pensare. Alcune chitarre archtop vintage suonano in quel modo proprio per la leggerezza del manico in acero o pioppo. Sono d’accordo che questo crei anche altri problemi. In generale sono a favore dei legni con una fibra lunga, tipo il mogano o il cedro spagnolo, magari con un rinforzo in fibra di carbonio fissato lontano dalla tastiera. Ultimamente ho lavorato con frassino argentato tipico del Québec per alcuni progetti.  

…E DUE MANI.
 

9. 
GUITARS EXCHANGE: Perché una chitarra fatta da un liutaio costituisce un’alternativa rispetto a quelle dei grandi fabbricanti?
THIERRY ANDRÉ: Questa domanda richiama molti livelli motivazionali. Per esempio, se pensiamo al cibo e all’industria alimentare l’unica domanda da farsi è: il cibo compie il suo obiettivo? Assumo le calorie necessarie? Probabilmente la risposta sarà ‘sì’, la stessa cosa succede con le chitarre comprate in un negozio qualsiasi: vi daranno note a sufficienza per suonare musica ogni giorno…considerazioni sul tono a parte e considerando la chitarra come uno strumento qualsiasi. Dal punto di vista di chi le chitarre le ripara, quelle uscite di fabbrica danno così tanti problemi nel lungo periodo che spargono un’energia negativa tutt’intorno non appena si tirano giù dallo scaffale… I musicisti devono pagare un investimento iniziale, poi per un ‘upgrade’ qualsiasi e spesso per altri problemi che sorgono con il tempo, a causa della colla che usano i produttori, per esempio, o per un design difettoso. Allora il musicista dovrà comprarne un’altra o farla riparare. Chi vince? Il ragazzo delle riparazioni? Sono sicuro che andrebbe molto meglio se modellasse lui stesso il legno e impostasse una chitarra che funzioni… Come liutaio se guardo gli strumenti che ho usato tutti i giorni con gioia infinita, penso che siano stati ben pensati, fatti con materiali selezionati e che mostrino certo carattere nella loro costruzione e assemblaggio. Non ho mai avuto nessun problema né hanno avuto bisogno di essere sostituiti. Nel lungo periodo questi strumenti mi hanno fatto lavorare di più e meglio, per qualche soldo in più. Se questo vale per un coltello o uno scalpello, vedremo come vale la stessa cosa per uno strumento organico e sonoro come uno strumento musicale che si beneficia delle stesse attenzioni.  

10.
GUITARS EXCHANGE: Chi suona le tue chitarre? Chi ti piacerebbe che le suonasse?

THIERRY ANDRÉ: Costruisco strumenti per diversi tipi di persone e realmente mi piacciono tutte. Tutto dipende da chi mi chiama, da chi crea una connessione con il mio lavoro.      



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Web ufficiale di Thierry André: http://www.thierryandre.com

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