Definendo un mito in 10 canzoni: Howlin' Wolf
Di Sergio Ariza
Un sacco di gente si chiede cos'è il blues. Ci sarà chi si
pone teorico e dice che è "uno schema ripetitivo, che di solito segue una
struttura di dodici battute", ci sarà chi diventa poetico e dice che il
blues è "un sentimento", c'è chi, come il nostro protagonista, dice
che "quando non hai soldi, hai il blues", ma noi pensiamo che sia
meglio andare alle fonti principali. Se volete sapere cos'è il blues, ascoltate
Robert Johnson, B.B. King, Muddy Waters o il personaggio a cui oggi
dedichiamo questo speciale, Howlin’ Wolf. In queste 10 canzoni è racchiusa, in un certo
senso, l'essenza del blues. Ascoltarle è come ricevere un corso accelerato...
How Many More Years
(1951)
Chester Burnett,
meglio conosciuto come Howlin' Wolf, cantava e suonava già da oltre 20 anni
quando la sua incredibile voce fu registrata per la prima volta su un disco
nella città di Memphis. È normale che da quel primo momento fu preso come il
maestro che già era. Nel luglio del 1951 tornò agli studi di registrazione Memphis
Recording Service, che il mondo conoscerà poi come Sun Records, e registrò una
delle sessioni più importanti nella storia della musica popolare, dando come
risultato Moanin' At Midnight e How Many More Years. Il secondo pezzo è
per molti la prima pietra del grande castello del rock & roll, il
pianoforte di Ike Turner faceva
scintille, la chitarra di Willie Johnson
era un’esplodeva con il primo campione di distorsione ma, soprattutto, c'era la
voce di Howlin' Wolf, un ruggito grezzo in cui ci metteva l'anima.
Evil (Is Going On)
(1954)
Il grande successo di Moanin'
At Midnight e How Many More Years
rese Wolf il musicista blues più ambito da tutte le case discografiche blues.
Alla fine la partita fu vinta dalla Chess e Wolf andò a Chicago per contendersi
con Muddy Waters il titolo di re della scena. Furono gli anni più incredibili
della storia del blues e lasciarono tesori come questa Evil (Is Going On), registrata nel 1954, un anno dopo l'arrivo di
Wolf a Chicago, con alcuni degli abituali accompagnamenti della sua band come
il fondamentale Hubert Sumlin alla
chitarra (con la Kay 'Thin Twin' che Wolf gli aveva comprato), Willie Dixon al basso o Otis Spann al pianoforte. Tutto, ancora
una volta, eclissato dalla voce rauca di questo gigante.
Altre versioni: Captain Beefheart, Canned Heat, Derek &
The Dominos
Smokestack Lightnin'
(1956)
Nel gennaio del 1956 Howlin’ Wolf decise di registrare una
canzone che cantava dagli anni '30, Smokestack
Lightnin', ma con un nuovo arrangiamento elettrico con un incredibile riff
di Hubert Sumlin che fu poi copiato fino alla nausea. La canzone ebbe un enorme
successo e trasformò Sumlin, che ormai aveva già la mitica Les Paul Goldtop che
gli diede Wolf, nel braccio destro del suo mentore. Forse fu questo riff che convinse
Muddy Waters a ‘rubare’ Sumlin a Wolf per alcuni mesi, fino a quando Sumlin decise
di tornare all'ovile con l'uomo che considerava un secondo padre.
Altre versioni: The Yardbirds, The Animals, Grateful Dead
I Asked For Water
(She Gave Me Gasoline) (1956)
Una dose pura di Howlin' Wolf con un riff di chitarra
ipnotico di Willie Johnson. Puro blues a cui l'ululato di Wolf, qui più che
mai, dà un tono distintivo e minaccioso a quell'incredibile testo che raggiunge
il livello del potente titolo: "Le ho
chiesto acqua e mi ha portato la benzina, è la donna più problematica che abbia mai visto. La campana della
chiesa suona, il carro funebre arriva lentamente...Spero che la mia ragazza non
mi lasci mai più". Fu un altro grande successo nelle classifiche
R&B di Billboard, entrando nella Top Ten.
Altre versioni: Lucinda Williams
Sitting On Top Of The
World (1957)
La versione originale di questa canzone è un country blues dei
Mississippi Sheiks uscita nel 1930.
Nello stesso anno Charley Patton, il
mentore di Wolf, eseguì una versione che chiamò Some Summer Day. Questa è la fonte più probabile per la versione
canonica di Howlin' Wolf del 1957, che, a sua volta, servirà da modello per la
nota versione dei Cream, con cui Eric Clapton renderà omaggio a due
degli uomini che ha più ammirato, Wolf e Hubert Sumlin.
Altre versioni: Bob Wills, Ray Charles, Cream
Spoonful (1960)
Un'altra canzone firmata da Willie Dixon, pur avendo le sue
origini in un pezzo di Patton che Wolf adattò al suo stile. Quelle cucchiaiate
non erano altro che i piaceri e le tentazioni del bluesman, il sesso e la
droga. Wolf realizza di nuovo un'interpretazione magistrale, conferendogli una
brutale intensità, sempre su un ritmo letargico in cui la chitarra di Sumlin non
fa altro che brillare.
Altre versioni: Etta James, Cream
Back Door Man (1961)
Questa incredibile canzone è apparsa originariamente come lato
B di un'altra grande canzone dei Wolf, Wang-Dang
Doodle, che ci dà un'idea dell'incredibile momento di forma che Wolf stava
attraversando nei primi anni '60, nonostante avesse più di 50 anni. Questa Back Door Man, che i Doors recuperarono per il loro
acclamato debutto, si riferisce ad una frase in slang del Sud che viene
usata per descrivere l'uomo che aveva una relazione con una donna sposata,
qualcuno che doveva usare la porta sul retro ogni volta che il marito tornava.
Non c'è da stupirsi se Wolf ripete: "Sono
l'uomo della porta sul retro, gli uomini non lo sanno, ma le ragazze lo
capiscono".
Altre versioni: The Doors, Shadows Of Knight
The Red Rooster
(1961)
Sebbene suonasse la chitarra ai concerti, Wolf permetteva ad
altri, come Sumlin o Johnson, di suonare lo strumento nelle sue registrazioni.
Ma quando il gigante decideva di occuparsi delle sei corde, allora stava per
succedere qualcosa di grosso. The Red
Rooster, che divenne nota come Little
Red Rooster dopo le versioni di Sam
Cooke e dei Rolling Stones,
contiene un incredibile 'lick' allo slide su cui è costruita la canzone e che
servirà d’ispirazione a Brian Jones nella versione degli
Stones. Anche se Wolf aveva suonato questa canzone fin dai tempi di Patton
negli anni '30, è Willie Dixon a metterci la firma.
Altre versioni: Rolling Stones, Sam Cooke
I Ain't Superstitious
(1962)
In canzoni come I
Ain't Superstitious si può vedere come Wolf evolve dal blues Delta a
qualcosa di più sofisticato e, allo stesso tempo, aggressivo. Il brano,
composto da Willie Dixon, è diventato uno standard del blues, nonostante il suo
nullo successo iniziale, e ha ricevuto innumerevoli versioni, forse la più
brillante è stata quella del Jeff Beck
Group, con Rod Stewart alla voce
principale.
Altre versioni: The
Jeff Beck Group, The Grateful Dead, Santana
Killing Floor (1964)
Nel 1964, nel bel mezzo dell'esplosione dell'invasione
britannica, Wolf registrò l'immortale Killing
Floor, una sua canzone che dimostrava che il torrente creativo continuava a
scorrere incessantemente. È una delle canzoni più importanti della sua carriera
e presenta uno splendido lavoro alla chitarra solista di Hubert Sumlin con la
sua Les Paul Goldtop, perfettamente accompagnata da un giovane Buddy Guy alla chitarra acustica.
La canzone sarebbe diventata un'enorme ispirazione per Jimi Hendrix e Led Zeppelin. Fu questa la canzone
con cui il primo abbagliò Clapton poco dopo essere arrivato a Londra e la base
su cui i secondi costruirono The Lemon
Song.
Altre versioni: Jimi Hendrix, The Electric Flag, Albert King