Ricordando Marty Balin
Chuck
Morrongiello è nato a Brooklyn, New York, il 19 Maggio 1960. Ci siamo
conosciuti quando uscì The Greatest Love (2016), l’ultimo album
di Marty Balin (30 Gennaio 1942 – 27
Settembre 2018), leggendario musicista nordamericano, noto per essere il
cantante principale, compositore e fondatore dei mitici Jefferson Airplane. Chuck è stato
l’ultimo chitarrista che ha avuto Balin…e se una cosa è certa è che Marty, di
musica, ne capiva parecchio e ha sempre saputo scegliere i suoi musicisti –i
migliori- fino alla fine della sua brillante e incredibile carriera.
È sempre un piacere ascoltare Chuck con una delle sue
chitarre favorite tra le mani, che sia la B.C Rich Mockingbird del 1977 o la
sua Martin Custom Made (opera dello stesso liutaio che ne ha fatte una dozzina
per Eric Clapton). Perché Chuck ‘Little
Django’ Morrongiello ci mette passione in tutto ciò che fa, dalla musica fino
alla sua prima avventura come attore e direttore del suo nuovo film, appena
uscito, Amityville: Mt Misery Road.
Attualmente Chuck sta registrando 21 nuove canzoni che
faranno parte di un doppio album: il produttore Joe Vertino lo sta già aspettando in studio il prossimo 24 Maggio.
Uno dei pezzi è un omaggio a Marty Balin in cui parla della sua relazione con
la legenda, del loro vincolo e amore per la musica e per la composizione. Chuck
sta preparando anche un medley con i grandi successi del suo amato amico per
una notte speciale, un tributo musicale sotto la luna della Florida, dedicato a
Balin, in presenza della moglie Sue e degli amici dell’artista.
Ancora una volta è stato un grande piacere conversare con
Chuck Morrongiello, incredibile artista e amico sincero di Guitars Exchange, e come
non poteva essere altrimenti, in quest’occasione gli abbiamo chiesto di ‘disegnare’
un ritratto del grande Marty Balin. Lacrime e sorrisi non sono mancati.
GE: Com'era Marty Balin come artista e chitarrista?
CM: Negli anni ’60 Marty suonava una chitarra acustica a 6
corde. Molto di tutto ciò che ha scritto fu con quell'acustica. La band
entrava, ascoltava la prima traccia di chitarra e poi ci suonavano sopra e alla
fine, probabilmente, la traccia della sua chitarra veniva tolta... Scrisse Miracles con quella acustica, sai, con i
Jefferson Starship... Marty, per
quanto riguarda la chitarra acustica, è probabilmente uno dei migliori
chitarristi ritmici, in realtà è il miglior chitarrista con cui abbia mai
suonato. Gliel'ho detto sempre e lui si è sempre messo a ridere. Se vedi i suoi
video, su YouTube, puoi vedere il suo tipico stile ‘slap & strum’... se
ascolti attentamente i pezzi suonati all’Iridium di New York, o a
Seattle…abbiamo suonato a Seattle con il trio, puoi sentire chiaramente il suo
stile, come uno schiaffo ritmicamente perfetto, come un colpo di batteria, semplicemente
fantastico. A volte scorreva così fluentemente e poi andava in sincopato, a
volte smetteva di suonare –ma non di cantare- e poi tornava sul pezzo...
Come chitarrista, diciamo che Marty non era un chitarrista
ritmico ‘rigido’, di quelli che suonano un ritmo alla Django
Reinhardt...Marty suonava seriamente, ma a volte seguiva la sua strada,
perché quando cantava seguiva il canto con la sua chitarra acustica con quello ‘slap’
(‘schiaffo’) e noi lo seguivamo. All'inizio fu un po’ difficile adeguarsi, ma capii
cosa stesse cercando di fare, e iniziai a sentire che essere rigido tutto il
tempo non è davvero il massimo...
Nelle nostre prime registrazioni non avevamo batterista, era
il suo stile a mantenere il tempo. È un modo di suonare molto interessante che sviluppò
come musicista folk. Fu uno dei primi a suonare così la chitarra folk a San
Francisco. Ho imparato a suonare quello ‘slap’ come chitarrista solista, in
particolare sulla mia acustica, ne sono stato sopraffatto, ho amato da subito
il suo modo di suonare...
Abbiamo scritto insieme l'album The Greatest Love, poi iniziai a portargli queste canzoni degli Airplane
e lui non ricordava nemmeno di averle suonate. Erano per l’album Good Memories...per i 50 anni dei suoi
più grandi successi.
Quindi, come musicista, penso che fosse un incredibile
chitarrista. In più ha scritto testi incredibili: tutti sanno che era il re
delle canzoni d'amore...
GE: Com'era come uomo e come amico?
CM: Quando ho incontrato Marty aveva già fatto la storia con
gli Airplane, si era già ritirato 3 o 4 volte, all'epoca aveva circa 68 anni, aveva
scritto un sacco di canzoni e testi con gli Airplane, con gli Starship scrisse Caroline, Miracles... Andavo a casa sua per imparare alcune vecchie canzoni,
ma quando iniziammo a collaborare mi passò dei testi...Losing You Baby fu la prima composizione che scrissi per lui...e
dopo quella tornò da me con i testi di You're
Making Me Crazy e Rollerball...e
alcune altre canzoni, ma poi c'erano volte in cui ero io ad avere l’ispirazione,
come Always per esempio, allora andavamo
avanti e indietro, lui con i testi e io con la musica...quindi, per quanto
riguarda la nostra collaborazione diciamo che io gli mostravo la musica su cui
lui avrebbe scritto i testi mentre altre volte lui m’insegnava dei testi sui
quali io scrivevo la musica.
Nel 2016 eravamo pronti per suonare al The Cutting Room di
Manhattan, quando la sera prima ricevetti una telefonata che diceva che
dovevamo cancellare il concerto perché Marty non stava bene. Praticamente Marty
aveva avuto un attacco di cuore...era molto triste: cancellammo tutti gli
spettacoli previsti per il 2016 e per 6 mesi restammo sulle spine, aspettando
di vedere come evolvesse la situazione del nostro amico musicale. Io e Lloyd Goldstein iniziammo a fare altre
cose aspettando che Marty migliorasse e per circa 6 mesi andammo a trovarlo a
casa sua e Marty era...beh, iniziai a piangere quando lo vidi...lui era il mio
amico musicale…ogni domenica, per 6 o 7 anni, sono stato lì a scrivere canzoni
con lui, così io e Lloyd abbiamo iniziato a suonare le nostre canzoni per lui.
Poi mi disse "Chuck, voglio che tu
venga domenica prossima per riaccendere la magia che stavamo creando insieme".
Così la domenica dopo mi diede i testi di una canzone blues e mi disse di fare
quello che volessi con quella canzone. Era distinta, gli piacque, e l'ho intitolata
Peace. È una dichiarazione su ciò che
sta accadendo nel mondo, dove le persone sono diventate pazze e violente e cose
del genere, e ci dovrebbe essere pace in questo mondo, e la cantai per lui
perché Marty non poteva davvero più cantare, a causa della sua dialisi renale…e
avevano dovuto amputargli una parte del pollice alla mano sinistra e parte
della lingua, e fecero un pasticcio durante l'intervento... Fui letteralmente
devastante vedere il mio amico torturato. Fu un pasticcio alla Frankenstein,
lasciarono l'ago troppo a lungo nella mano sinistra e lasciarono quel tubo troppo
a lungo nella sua bocca cosa che gli fece diventare la lingua nera…tutto ciò a
uno dei più grandi cantanti del mondo!
Abbiamo collaborato fianco a fianco a ciò che chiamo l'album
Peace, circa 15 canzoni, suoi i testi
e mia la musica, perché Marty non poteva più suonare la chitarra senza una
parte del suo pollice sinistro. Il grande chitarrista, il chitarrista ritmico,
non poteva più suonare...e iniziava ad avere problemi con le sue corde vocali; l’avevamo
quasi perso.
Nel corso dei 2 anni successivi finimmo Peace e poi un’altra bellissima ballata che avevo scritto
musicalmente, intitolata Really Love,
di cui Marty scrisse i testi, un pezzo incredibile con con dei testi bellissimi.
[] Quindi finimmo il disco, contrattammo alcune voci nere femminili per i cori e
Marty mi disse di usare un basso a sei corde e non avevo idea di cosa
fosse...lo usarono i Beach Boys negli
anni ’60 in canzoni come Good Vibrations
[] e scoprii che lo usò anche Jack Bruce
con i Cream o George Harrison... ha quel tipo di
suono baritono molto bello, così iniziai a usarlo e lo mettemmo in ogni
canzone.
Fu tutto bellissimo, avevamo Lloyd che suona la base, io che
suonavo il basso a 6 corde e tutto il lavoro di Marty alla voce e alla chitarra...
Negli ultimi 8 anni Marty mi regalò i CD di Jesse Barish, un suo amico, autore di Hearts and Count On Me. Jesse mandò a
Marty delle sue canzoni per fare in modo che Marty le trasformasse in successi.
[] Marty voleva pubblicare quest’album con le canzoni di Jesse, e voleva che lo
producessi io, con bellissime ballate e grandi canzoni rock che aveva scritto Jesse.
Marty voleva il mio stile perché Jesse è più rilassato e folk mentre lui voleva
più potenza. Suonai le mie parti elettriche con una una Stratocaster e la mia
BC Rich Mockingbird e quelle acustiche con la mia Martin...l'album era composto
da 15 canzoni di Jesse Barish, erano dei brani fantastici.
L'ultima volta che ho visto Marty stavamo suonando il bongo
con il batterista, aggiungendo il bongo a dei pezzi, quindi gli ho dato un
abbraccio dicendo che saremmo tornati per registrare parti di basso ed altre
parti di chitarra. Mi disse di fare con calma, che stavamo facendo le cose per
bene e gli dissi ‘certo amico mio’...
Poi venni a sapere che Marty era in ospedale con la
polmonite, che si stava riprendendo, ma la mattina del 27 settembre del 2018 Marty
morì e rimasi scioccato, devastato. Il mondo aveva perso uno dei più grandi e
iconici cantanti della storia del rock & roll.