Un’immersione nei paesaggi sonori del rock elettronico
Di Tom MacIntosh
I Muse, rock band
inglese, hanno pubblicato il loro ottavo album Simulation Theory a novembre per la gioia e lo sgomento di fan ed
esperti. Sono passati dal rock alternativo del loro album di debutto del 1999, Showbiz, con la melodica voce in
falsetto del cantante/chitarrista/tastierista Matt Bellamy, a una sperimentazione più strumentale in Origin of Symmetry (2001), e Absolution (2003), mettendo in evidenza
le loro inclinazioni classiche negli arrangiamenti orchestrali in canzoni come Butterflies e Hurricanes.
Anche se hanno sempre giocato con l'elettronica nei
precedenti lavori, come Black Holes and
Revelations (2006), The Resistance
(2009) e The 2nd Law, dove si parlava
dell'oppressione del governo e di rivolte civili, questo Simulation Theory si butta a capofitto in paesaggi di rock
elettronico, affascinanti melodie di chitarra e testi brillanti che ad alcuni
suoneranno un po’ strani, ma che per altri, sono puro Muse.
Gli altri due terzi del talentuoso trio sono Chris Wolstenholme al basso e cori, e Dominic Howard alla batteria. Il disco
contiene 10 brani che iniziano con il singolo Dig Down e il suo attraente video "violento e pieno di
kung-fu". Bellamy descrive il sentimento dietro alla canzone così: "Ho voluto contrastare la negatività che c’è nel
mondo e dare ispirazione, ottimismo, sperando che la gente lotti per le cause
in cui crede, che come individui possiamo scegliere di cambiare il mondo, se
vogliamo".
Le sue abilità alla chitarra e alle tastiere sono notevoli,
con una voce che raggiunge un massimo di 3,7 ottave al suo apice. Per il disco
ha usato diversi modelli Gibson (SG Standard), Fender e Gretsch, ma i suoi
strumenti principali sono le sue amate chitarre Manson come la DR-1, DL-1 Signature
e 007, solo per citarne alcune. Usa spesso un ‘arpeggiator’ ed effetti di
pitch-shift per ottenere un suono più "elettronico" come i suoi eroi Jimi Hendrix e Tom Morello.
Il secondo singolo uscito prima del lancio del disco è Thought Contagion, un rock elettronico che
dà voce all'idea che i pensieri siano contagiosi come virus, accompagnato da un
altro video grafico diretto da Lance
Drake (stesso autore di Dig Down),
pieno di scene con Vampiri imbevuti di neon. Sembra quasi un'improvvisazione di
Thriller (Michael Jackson), ma molto innovativa e audace, che può fare da
sfondo all'intero disco.
Uno dei migliori esempi della loro musicalità lo troviamo in
Pressure in cui Bellamy sfodera la
sua Gibson SG, per un pezzo tutto da ballare che mischia semplicità a una
sezione ritmica di rock elettronico creato da Wolstenholme e Howard. Il video
della canzone è interpretato dall'attore ed ex giocatore di football Terry Crews, e dal controtenore e attore
Chance Michael, in un gioco di
fantascienza alla Ghostbusters con
demoni che entrano nel territorio di Tarantino,
lasciando spazio a un sequel sanguinoso. The
Dark Side è la formula classica di rock progressivo in stile Muse, ormai
già rodato, che permette all'udito di godere della voce di Bellamy e della sua
magia, un pezzo che i fan di sempre ameranno ascoltare.
Il loro stile è stato descritto non solo come rock
alternativo, rock progressivo elettronico, metal glam, space rock, ma anche per
i paesaggi sonori, colonne sonore e dubstep, gode di una reputazione ampiamente
riconosciuta come compositori e parolieri, come ha detto Brian May dei Queen, "...sono
musicisti straordinari, che mostrano la loro follia, sempre qualcosa di buono
in un artista". Un esempio di questa follia è Break it to Me, con un ritmo e un riff su un groove mediorientale
facilmente riconoscibile; un territorio rischioso e inaspettato che evidenzia la
perfezione nella produzione e nella qualità del suono, grazie a esperti di
tecnologia come i co-produttori Rich
Costey (Interpol), Mike Elizondo (Eminem, Fiona Apple) e Timbaland
(Jay-Z, Missy Elliott). Il titolo Simulation Theory è in realtà basato
sulla teoria che tutta la realtà, anche la Terra e l'universo, è una
simulazione artificiale (come nel film Matrix),
un tema che si riflette spesso nel materiale della band; pericolo imminente,
distopia e dislocazione psichica in scenari di fantascienza come mostrato nella
copertina dell'album, di Kyle Lambert,
conosciuto per il suo lavoro nella serie Stranger
Things di Netflix.
In breve, anche se questo disco è un solido lavoro dei due
volte vincitori di un Grammy, è un po’ polarizzante a prima vista e anche se non
allontanerà i loro fan, li farà riflettere sulla futura direzione del loro
gruppo preferito.