Il magico realismo di Marr

Di Paul Rigg

Johnny Marr ha pubblicato Call The Comet il 1° giugno di quest’anno, la sua terza e più solida esibizione solitaria dopo The Messenger (2013) e Playland (2014).    

Per molti versi, liricamente, ci si può ascoltare una sua personale reazione ad eventi recenti come l'elezione di Trump, la Brexit, o l'attentato di Manchester. Secondo quanto riferito, Marr ci racconta la sua immagine di un mondo e di un futuro migliore ("il mio magico realismo”). Ma il vero punto di forza di quest’album è la sua capacità di attingere all'incredibile mix di influenze che ha vissuto fin dalla rottura da The Smiths - con gli Electronic, Modest Mouse, The Cribs, The Pretenders, Talking Heads, The The e Bryan Ferry tra gli altri.
   

Sì, in questo disco ritroviamo la famosa e tintinnante chitarra di Marr, ma anche arie techno, glam rock, pianoforti, Kraut rock e pezzi che ricordano le colonne sonore cinematografiche, visto che può vantare di aver lavorato con Hans Zimmer. "Questa è la cosa più completa che abbia mai fatto", ha dichiarato.
   

L'album inizia con Rise, che mescola i sintetizzatori con il riff della chitarra di Marr dallo stile unico e quasi ribelle. "Ascolta la verità!", canta; potrebbe non riuscire a farla franca in una lezione di filosofia ma è un’ottima dichiarazione d’intenti per iniziare un nuovo album che desidera aprire nuovi orizzonti.
   

Dopo arriva The Tracers, che fonde un pop accattivante con effetti sonori da grande schermo. Marr stesso lo considera uno dei suoi brani preferiti dell'album.
   

   

Hey Angel
, d’influenze glam, ha un delizioso feeling da inno rock (molti ne ameranno la distorsione e il pesante riverbero) mentre Hi Hello ricorda inevitabilmente The Smiths; lo stesso Marr ha riconosciuto che la melodia del riff arriva da There Is A Light That Never Goes Out. Nel video di Hi Hello vediamo Marr con la sua splendida Gibson 335 nera a 12 corde del 1966, mentre nei video dei brani Actor Attractor e Spiral Cities lo ritroviamo con la sua classica Fender Jaguar. Sono tutti richiami al passato e l’album ne è pieno.
   

   

A questo punto il disco sembra prendere una piega più sperimentale, con Walk Into The Sea, New Dominions e il funky Actor Attractor, belle sorprese per chi ascolta che confermano Marr come un'artista ancora spinto dall'innovazione. E se vi state chiedendo se si concede qualche assolo di chitarra, la risposta la troverete, per esempio, in Hey Angel e Day in Day Out.
   

L'album si chiude con A Different Gun, con evidenti riferimenti agli attacchi di Nizza e all'Arena di Manchester. A tutto questo Marr risponde con il diritto alla vita, mentre canta "esci stasera", parole che, pare, gli siano state dette da Kevin Drew dei Broken Social Scene la notte dell'attentato. È un finale emotivo, sensibile e opportunamente potente per l'album.
   

Marr non avrà la voce o i testi di Morrissey, ma il suo ex compagno di band, con i suoi commenti politici più insoliti, ha lasciato un vuoto che ha in tutti i modi cercato di colmare. La sua ormai grande eredità musicale, le splendide melodie chitarristiche e la volontà di sperimentare, lo contraddistinguono come una forza musicale innovativa e unica. Sarà affascinante vedere dove il suo "magico realismo" porterà lui - e noi – in futuro…
   

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