Una festa eclettica
Di Paul Rigg
Che potrà tirar fuori Brian
Burton, alias Danger Mouse -che
ha prodotto album per grandi band come i Red
Hot Chili Peppers, gli U2 e i Black Keys- dalla produzione del nuovo disco del gruppo punk dei Parquet Courts, Wide Awake! (Rough Trade, 18 maggio)?
La risposta sembra quella di aver prodotto un forte
candidato per l'album dell'anno.
Alcuni fan potrebbero aver temuto che Burton facesse allontanare
i Parquet Courts dal loro suono arrabbiato per trasformarli in qualcosa di
molto più superficiale. Ma, con un enorme merito, è riuscito ad aggiungere
varietà, qualità e profondità al loro sound senza perdere mai di vista le loro
velenose radici punk.
Come per fare una dichiarazione di intenti rivolta a tutti
gli scettici, Wide Awake! prende il
via con un inno pieno di potenti accordi, Total
Football. Qui il cantante Andrew
Savage, suo fratello Max Savage
alla batteria, il chitarrista Austin
Brown e il bassista Sean Yeaton
si lanciano a capofitto in una canzone che mescola allegramente i cori del
calcio con un appello alla solidarietà tra i gruppi in lotta più disparati.
Dopo arriva Violence,
che un recensore ha descritto come un pezzo che "funziona come un pungolo elettrico"
con una chitarra con wah e testi "selvaggi": "Savage è il mio nome perché Savage è come mi
sento... Il mio nome appartiene a tutti noi... Il mio nome è un minaccia",
intona Savage, prima di diventare riflessivo: "Permettetemi di meditare sul ruolo che interpreto, in questo spettacolo
pornografico di morte nera!".
Almost Had to Start a Fight
potrebbe essere vista in modo simile, visto che Savage si chiede come reagire
quando viene provocato. Ma in realtà non inizia il combattimento, sente solo
una schiacciante frustrazione per ciò che gli sta accadendo in quella che
descrive come una "dimensione del caos".
Nascoste tra queste pungenti canzoni punk, tuttavia, troviamo
un paio di gemme tranquille - Before the Water Gets
Too High e Mardi Gras Bead -
entrambe scritte da Austin Brown. La prima traccia, con testi superbi sostenuti
da una bella linea di basso in loop del Fender Precision di Yender, mette in
discussione se manifestarsi o se perseguire la "ricchezza" mentre la
terra si trova sull'orlo del collasso a causa dei cambiamenti climatici. La
seconda è più simile a una canzone pop da sogno, ed è forse in canzoni come
queste che Brian Burton ha dato di più.
Freebird II è una
canzone scritta per la madre dei Savage, una storia di abuso di droga e di
senzatetto. Ma, invece di essere sentimentale, è ottimista e accattivante, e il
messaggio è di liberazione: "Mi
sento libero, come mi avevi promesso che sarei stato", canta.
Back to Earth è un
bel pezzo psichedelico, con Andrew Savage con la sua Fender Jaguar rossa del
1963, con Brown che supplica che dovresti "prendere amore dove lo trovi, è l'unico pugno con cui dobbiamo
combattere".
La canzone seguente è la title track Wide Awake, che riporta ancora l'impronta punk-funk dei Talking Heads "on the edge of collapse", con fischietti
e campanacci che si aggiungono all'atmosfera da carnevale.
Un cambiamento radicale d'umore arriva con un'altra canzone
scritta da Brown, Death Will Bring Change.
Ma l'atmosfera che questa canzone evoca è molto strana perché i testi, che
trattano la nostra preoccupazione esistenziale della morte, sono in parte
cantati da un gruppo di bambini in un coro. Forse cerca il tipo di sentimenti
che Peter Sellers ha cercato di
evocare quando ha chiesto che la canzone In
the Mood fosse suonata al suo funerale.
L'album si chiude con Tenderness,
che dopo tutto quello che si è ascoltato prima, sembra un pianto esausto per avere
un po' di pace e tranquillità: "Come
il potere che si trasforma in muffa, come un drogato che muore, ho bisogno dell’aiuto
di una piccola tenerezza" canta Savage.
Il sesto disco in studio dei Parquet Courts è un mix
eclettico che sembra avere qualcosa per tutti; e tutto è tenuto insieme dal
tocco magico della band. Il caos potrà essere ovunque, ma quest’ultimo album
rappresenta un trionfo.