La rottura
Di Tom MacIntosh
Per oltre 20 anni Mark
Oliver Everett, o semplicemente 'E',
è stato il leader della sua band californiana EELS, producendo 11 album con diverse formazioni, contando anche
con i contributi di Tom Waits, John Sebastian,
Peter Buck e T-Bone Burnett,
solo per citarne alcuni, e in questo nuovo disco, uscito in aprile 2018, ha una
line-up che comprende: John Parrish, Jeff 'The Chet' Lyster y Mike 'P-Boo' Sawitzke alle chitarre, il
batterista Derek' Knuckles' Brown, il
bassista Kool G Murder (Kelly Logsdon), e ovviamente E alla chitarra e voce solista. E spiega così il flusso di traffico di
altri artisti nel corso degli anni: "Io
non posso dire addio, altri volti vanno e vengono, ma il mio è sempre qui".
È stato lui la forza trainante principale dietro la musica e i testi per due
decenni.
A differenza di molti dei suoi lavori precedenti, il
materiale presente in quest’album tratta di compassione e bontà, una deviazione
rispetto a quello del 1998, Electro-Shock
Blues, che aveva come elemento centrale il dolore che sentì dopo il
suicidio della sorella e la morte di sua madre a causa di un tumore. Dice:
"Cerco di riflettere la vita e le
esperienze degli altri, tutte le sfumature e i colori della vita, non è sempre
bello, ma in questo caso stavo cercando di raggiungere un posto più bello".
L'album si apre con la title track, The Deconstruction, una canzone pop orchestrale con toni
psichedelici che inizia con una chitarra acustica cui si uniscono da subito
strumenti a corde e i venti della Deconstruction
Orchestra and Choir, sembrando quasi un sogno fino a che l’unione della
sezione ritmica muove la canzone con un ritmo contundente. La piacevole melodia
è giustapposta alla testo premonitore di apertura, "La decostruzione è iniziata, è tempo che io cada a pezzi / La
ricostruzione inizierà quando non sarà rimasto nulla". Forse
riferendosi alla sua stanchezza dopo un lungo viaggio di molti anni e molti
problemi personali, per poi ritrovare la strada del ritorno. O quello che Paste
Magazine interpreta come il significato della canzone, "La copertina dell'album mostra un fiammifero
che accende una fiamma sul logo della band. Ciò che viene dopo, quindi, è la ricostruzione ". La seconda
canzone, Bone Dry, è una storia
ancora più scura sulla perdita "hai
bevuto tutto il sangue / il mio cuore è completamente asciutto..." su una
linea di basso trotterellante e un tremolo psichedelico tirato fuori dalla sua Danelectro Pro del ‘56, un modello che
usa dal 2009. La canzone ricorda stranamente Sinatra quando, dopo i testi insanguinati, E canta "sho-be-do-be-do"
e "sha-la-la-la", tuttavia,
è un rock pulito e semplice a volte tagliente. Per The Quandary, una ballata dolce e semplice accompagnata da un coro
celestiale, prende un’acustica della sua collezione, probabilmente una Taylor o
la Gibson L-00.
L'album contiene 15 brani che spaziano da brani rock
ballabili come Today's the Day, una
versione ottimistica sulla rinnovazione che include una chitarra rockeggiante da
seguire battendo la mani e un flauto, alle ballate melodiche dolci come Premonition, in cui si dice "Tutto andrà bene" , (rimanendo
ottimista) e Archie Goodnight, una
bellissima ballata al pianoforte dedicata a suo figlio. Everett, essendo un multi-strumentista,
aggiunge arrangiamenti con clavicembalo o theremin (come nella title track, per
esempio) e riff di chitarra fuzz anni ‘60 come in You’re The Shining Light, in linea con i testi dei B-52s, "Vieni, tesoro, non lasciare lo show ora, so che ami una bella battaglia",
alludendo al rialzarsi dopo essere stato abbattuto, uno degli argomenti del
disco.
La band stessa è uno straordinario gruppo di musicisti di
talento, così come E, che suona
anche le tastiere e la batteria, The Chet non mette le mani solo sulla sua
Gretsch Duo Jet G6128T Nera (una delle sue favorite) ma anche sul mandolino,
sul pedal steel e sulla batteria. Parish è un compositore affermato,
chitarrista solista e compositore/produttore, che ha lavorato con Tracy Chapman, Giant Sand e la band di P.J. Harvey, per citarne alcuni.
Nell'opinione di chi sta scrivendo, quest’album ha solo un
piccolo difetto: è troppo lungo con 15 canzoni, di cui qualcuna sembra usata
solo per riempire il disco. Tuttavia, se sei un fan incondizionato degli EELS,
questo non ti disturberà per niente: sono bei pezzi di un gruppo in piena forma.
E se le canzoni d'amore riscaldano il cuore, There I Said It e Sweet
Scorched Earth sono i momenti salienti e più emotivi di un ottimo album che
è stato messo insieme negli ultimi 4 anni, e secondo E, è stato semplicemente messo al suo giusto posto, dalla
decostruzione alla ricostruzione; ottenendo esattamente ciò che voleva.