L'album più rappresentativo della loro carriera
Di Sergio Ariza
Pubblicato il 23 Giugno 1967, Small Faces è stato il secondo album della carriera del gruppo
guidato da Steve Marriott e Ronnie Lane, il primo con la
discografica Inmediate e il secondo con un titolo uguale al nome del gruppo.
Per complicare ulteriormente il tutto, la loro ex etichetta discografica Decca
pubblicò un altro album, From The Beginning,
solo due settimane prima. Ma entrambi gli album, non potrebbero essere più diversi,
quello di cui ci occupiamo qui è una meraviglia dall'inizio alla fine, in cui
il gruppo mod sembra passare da una grande band di R&B a flirtare con la
psichedelia in auge in quegli anni. Se non il migliore, si tratta senza dubbio
del disco più rappresentativo della breve carriera del gruppo.
Qui Marriott, un grande chitarrista, si concentra sulla
composizione con Lane e offre un'incredibile collezione di canzoni brevi, 14 in
meno di mezz'ora, in cui iniziano a sperimentare con cose nuove e dove torna a
splendere una voce che potrebbe rivaleggiare con i migliori cantanti neri di
soul.
(Tell Me) Have You
Ever Seen Me è un inizio travolgente con Marriott che ulula sullo strumento
che usa di più in questo disco, una Gibson J-160E acustica. Something I Want To Tell You, vede
Ronnie Lane alla voce principale in una canzone che ha un protagonista
assoluto: Ian McLagan al piano e
all'Hammond B-3. Feeling Lonely usa
il clavicembalo, molto tipico del tempo, e si beneficia di un'altra grande
performance vocale di Marriott. Happy
Boys Happy è un pezzo strumentale per una maggiore gloria dell’Hammond di
McLagan. Things Are Going to Get Better
è un'altra delle grandi canzoni dell'album con Marriott alla chitarra acustica,
che accompagna la sua incredibile voce. My
Way of Giving è un'altra meraviglia del tandem Marriott/Lane, con una
melodia dal sapore psichedelico che vede Marriott raddoppiando le chitarre,
suonando elettrica ed acustica, per accompagnare i due gloriosi minuti che Rod Stewart (uno dei due uomini, insieme
Ronnie Wood, che ci vollero per
sostituirlo nella band) avrebbe ripetuto nella cover del 1970. Green Circles è una delle grandi vette
psichedeliche della band che vede Lane come cantante principale, ance se
Marriott si fa notare, e molto, nei cori.
Il secondo lato si apre con Become Like You, una delle grandi ballate di Marriott, con poco più
della Gibson J-160E (anche se McLagan torna a dare pennellate qua e là con
l’Hammond) e della sua voce privilegiata. Segue Get Yourself Together, con cui gli Small Faces dimostrano di essere
ancora una grande band di R&B con uno dei cantanti bianchi con più anima
della storia. All Of Your Yesterdays è
pura essenza britannica, con Lane che torna alla voce principale aiutato da un
buon arrangiamento di venti. Talk To You
è uno dei pezzi più rock del disco, anticipando il futuro dei Faces e quello di Marriott con gli Humble Pie, dove brilla con la voce
(come al solito) e con un grande riff alla sua Telecaster. Show Me The Way è la seconda grande canzone cantata da Lane e
un'altra meraviglia malinconica con tocchi psichedelici, grazie al clavicembalo
di McLagan. Up The Wooden Hills To Bedfordshire
è una canzone composta e cantata da McLagan in cui i suoi tasti tornano a
risplendere. L'album si chiude con Eddie's
Dreaming, cantata da Lane, con percussioni molto interessanti e alcuni
venti che le conferiscono un'aria decisamente ottimista, capace di lasciare un
sorriso sul viso di chi ascolta.
Infine non possiamo dimenticare che il disco fu creato allo
stesso tempo di molti dei loro singoli più rappresentativi come Tin Soldier, Here Comes The Nice, I’m Only
Dreaming, I Feel Much Better o Itchycoo Park, dimostrando che la band stesse attraversando uno dei
momenti più ispirati della loro carriera. Negli Stati Uniti, vedendone il
potenziale, cambiarono diverse canzoni dell'LP originale per far spazio ai
singles, intitolando l'album There Are
But Four Small Faces. Nel 1997 fu pubblicata una versione che combinava le
canzoni dei due dischi. È la prova che, anche se non si trovassro allo stesso
livello dei quattro grandi gruppi della British Invasion, i Beatles, gli Stones, gli Who e i Kinks, gli Small Faces sono la migliore
band dell’eccellente seconda linea insieme agli Animals, Yardbirds, Zombies o Pretty
Things.