Il ritorno degli anni '60
Di Tom MacIntosh
La band americana di blues rock The Chris Robinson Brotherhood, diretta dall'ex cantante dei Black Crowes, Chris Robinson, ha
pubblicato quest'anno il loro quinto album intitolato Barefoot in the Head (Silver Arrow Records). Si tratta di un
insieme di pezzi messi insieme in maniera pulita e che si inserisce
perfettamente in quello che fanno meglio: Southern rock con una toni
psichedelici e grooves funk che
richiamano gli anni 60-70, ma con una dizione migliore. Dall'iniziale "Get go" è chiaro che questi ragazzi
-Neal Casal (chitarra / voce), Adam MacDougall (tastiere), Tony Leone (batteria) e Robinson con la
sua 'Peace Pipe', una Vox Virage DC, con tre P-90- si divertono un sacco.
La canzone di apertura, Behold
the Seer, dà il ritmo in stile funk con un clavinet che spunta dietro
alcuni buoni riff di Robinson, per poi rotolare nel territorio del Southern rock
lasciando una scia funk. La canzone parla di avere il coraggio di andare avanti
quando le cose vanno male, "ci sono
ancora lezioni in questi blues, siamo ancora liberi di scegliere, allora
mettiti le scarpe da ballo e andiamo, non abbiamo nulla da perdere. È solo spazio
e tempo". Le voci di sottofondo in questa traccia entrano come una
sezione di vento, con un'arpa dall’aroma hippy e un finale di piano. She Shares My Blanket parla della
California, (dove il cielo è così blu…), una ballata d'amore, inondata di arie psichedeliche
e cosparsa di riff al pianoforte, e un sentimento country che spunta in ogni
momento.
Hark the Herald Hermit
Speaks è un evidente richiamo a Bob
Dylan, un solido pezzo folk/rock che, secondo Casal, è "un grande testo con una potente melodia,
Chris canta con la convinzione e la fiducia che solo i migliori cantanti
possono offrire. Si può dire che il livello di interazione come band al quale
siamo arrivati, è il più profondo nella nostra storia di 6 anni".
Casal pone le basi con la sua Gretsch White Falcon, con una Gibson SJ acustica
del 52, un’elettrica Gretsch a 12 corde, e infine una Fender Telecaster con B-Bender
per assoli fuzz. Il nostalgico pedal steel e le voci morbide di Blond Light of Morning e If You have a Heart to Break, ne fanno
due canzoni strappalacrime dai sapori popolari. Quest'ultima ricorda i Beatles in certi momenti; una strana ‘intrusione’
di un pezzo che, altrimenti, sarebbe totalmente country. Ma ci ricorda che
questi ragazzi si stanno divertendo un po', quindi ¡che diamine!
L'ipnotizzante Glow
è una ballata country miscelata con il sarod di Alam Khan (figlio di Ali
Akbar Khan, un rinomato musicista classico indù), che, seppur lontani da un
punto di vista culturale, si incontrano a metà strada e suonano come se
stessero fumando dalla stessa pipa.
L'idea di essere "con la testa scalza", è un
titolo appropriato per questo tipo di lavoro. Barefoot è un disco semplice in questo mondo complicato; come
l'erba appena tagliata della nostra gioventù, quest’album ha un dolce profumo da
cima a fondo. Le canzoni sono suonate, cantate e ascoltate facilmente. Un
impulso melodico di ciò che erano e sono gli anni '60, che tornano per
ricominciare!