La colonna sonora dell'estate dell'Amore

Di Sergio Ariza

Alla fine di aprile del 1967 con Sgt. Pepper completato da poco ma ancora inedito, Paul McCartney ebbe l'idea del nuovo progetto dei Beatles, doveva essere un film incentrato su viaggi in autobus nel nord d'Inghilterra che facevano quando erano bambini, i "viaggi misteriosi" in cui il destino non era noto. Come abbiamo detto, era il 1967 e con l'LSD che aveva sostituito la marijuana come nuova droga, a quei viaggi aggiunsero un elemento magico e surrealista con una definizione di "viaggio" (trip) completamente diversa. Come nel primo singolo pubblicato quell'anno, Strawberry Fields Forever/Penny Lane, i ricordi d'infanzia dei Beatles si sarebbero tinti dell'esperienza psichedelica per dare alla "Summer of Love" la colonna sonora definitiva.    

McCartney portò l’idea in studio, la canzone che diede il titolo all’album, una sorta di introduzione festosa per partecipare allo strano viaggio, John Lennon lo aiutò con il testo e in pochi giorni registrarono il pezzo, con una forte presenza della batteria del sottovalutato Ringo Starr, la leggendaria Gibson J-160E di Lennon del 64 e la Fender Stratocaster Sonic Blue di George Harrison come ritmiche e una forte sezione di venti che fungevano da presentazione tonante. La funzione di quel primo pezzo è la stessa della canzone del titolo di Sgt. Pepper's, l'album con cui è più correlato, creando l’eccitazione adatta per ciò che viene dopo.
   



Partendo da questo punto, seguono le altre cinque canzoni che furono registrate per essere incluse nella colonna sonora dello speciale televisivo. The Fool on the Hill, un'altra grande ballata per pianoforte di casa McCartney, Flying, uno psichedelico strumentale che chiarisce che questo viaggio è immerso nell'LSD (e che è uno dei pochi brani del loro catalogo firmato dai quattro membri), il lisergico Blue Jay Way di Harrison, di nuovo con tocchi indiani, Your Mother Should Know, un altro omaggio di McCartney al Music Hall e l'incredibile tributo di Lennon a Lewis Carroll di I Am the Walrus, una delle migliori canzoni per spiegare cosa fosse la psichedelia.
   

In Inghilterra queste sei canzoni si pubblicarono in un doppio EP che ha ottenne ottime recensioni nonostante il freddo benvenuto del film trasmesso in televisione. Ma negli Stati Uniti, la loro compagnia decise di raccogliere i singoli pubblicati quell'anno sui lati B e uscire con un LP che andò direttamente in cima alle classifiche. Erano il fondamentale Strawberry Fields Forever/Penny Lane (il miglior single della storia?), All You Need Is Love che avevano registrato per la prima trasmissione mondiale televisiva della storia e che servì da inno per l'esplosione hippie, il suo lato B, Baby You're A Rich Man, una canzone che univa una parte di Lennon con il ritornello di McCartney e che pensiamo sia uno dei grandi tesori nascosti della loro discografia (ascoltate attentamente il Rickenbacker 4001 S di McCartney), e l'infantile Hello Goodbye.
   



Come in tutto ciò che registrarono quell'anno, il formato di due chitarre, basso e batteria fu insufficiente e lo studio di registrazione diventò il protagonista principale. Liberi ormai dai vincoli di dover suonare la propria musica dal vivo, le registrazioni sono piene di dettagli con orchestre, sezioni di corde e fiati, mellotron, vibrafoni, claviolin, strumenti indiani e complesse armonie vocali. Le chitarre perdono importanza rispetto alla strumentazione psichedelica, con solo un piccolo assolo di otto secondi di Harrison in All You Need Is Love, con la sua famosa Stratocaster 'Rocky', completamente dipinta con colori psichedelici, anticipando il suono della sua epoca slide.
   

I Beatles continuarono a volare alto dimostrando di essere, ancora una volta, "otto miglia" sopra il resto dei gruppi dell’epoca. Magical Mystery Tour, pubblicato 50 anni fa negli Stati Uniti,  è l'unica delle loro pubblicazioni americane che è diventata parte del canone dei Beatles. Può essere che non sia un disco propriamente detto e certamente non ha l'unità di Sgt. Pepper’s o di Revolver ma è, canzone per canzone, assolutamente essenziale.

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