Sognando Jeff Beck (una notte con Paul Reed Smith)
Di Massimo D'Angelo
Giovedì scorso, 11 novembre 2016, davanti a più di un
centinaio di appassionati e fanatici del marchio e delle sei corde, l’Hard Rock Cafe di Madrid è diventato la
vetrina perfetta per la presentazione dei nuovi modelli PRS Maple Top “SE”
2017, grazie all’organizzazione di Adagio
Distribución. E chi meglio di Paul
Reed Smith in persona per presiedere l’evento?
Nonostante i suoi sessant’anni -compiuti lo scorso febbraio-
Paul è emozionato per la sua prima visita al “paese che inventò la
chitarra…qui è nato tutto!”. Una band improvvisata, che ha dovuto imparare
quattro pezzi classici di blues/rock solo un paio d’ore prima, ha accompagnato
nella performance ‘il nonno americano’ che, chitarra in mano (una delle due che
possiede personalmente) non è stato capace, in tutta la serata, di togliersi il
sorriso dalla faccia di bambino felice. Salito sul palco, il genio ha proprio
voglia di suonare e il suo piacere inizia con Cause We’ve Ended As Lovers di Stevie
Wonder. Si, Paul si difende con le sei corde e si diverte.
Dopo aver riscaldato per bene le valvole del suo
amplificatore con Waitin’ For The
Bus/Jesus Just Left Chicago dei ZZ Top, la notte prosegue con Fire On Tne Bayou de The Meters e termina con White Room dei Cream. Missione compiuta.
Dopo quel flash di concerto emozionale, arriva il momento
più serio, consigli di rito –“Suonate più
chitarre che potete…e ricordatevi di dare sempre una chance alle PRS”; “ci sono
chitarre economiche che suonano meglio di quelle di alta gamma”; “facciamo un attento
controllo di qualità: ogni giovedì pomeriggio io e tutti i dirigenti della PRS
Guitars, scendiamo giù in fabbrica e proviamo i modelli SE e ogni venerdì
mattina, alle 8.30, ci dedichiamo a quelli più cari”- e finalmente il
lancio di magliette a un pubblico ormai in delirio. Come in ogni evento che si
rispetti, c’è anche il momento del sorteggio di una chitarra. Autografi, foto e
abbracci.
Finalmente arriva il momento di scendere al privée del HRC e goderci qualche minuto
di chiacchiera con Paul, circondati dai migliori gioielli che portano il suo
nome e cognome sulla paletta.
GUITARS EXCHANGE: Ce
l’hai fatta: sei l’unico liutaio che è arrivato, dopo trent’anni di duro
lavoro, gomito a gomito con Gibson e
Fender (che ci perdoni Bob Taylor di
Taylor Guitars). Ti consideri un imprenditore arrivato a questo punto?
PRS: Sono un
liutaio, un fabbricante di chitarre, e lo sarò sempre. È ciò che c’è scritto
sui miei documenti nel campo ‘occupazione’. E comunque no, non sono sullo
stesso livello di Fender e Gibson. Però è vero che qui, in questa sala, questa
sera, sono il fabbricante di chitarre più importante.
GUITARS EXCHANGE:
Qual è stato il tuo segreto, oltre a quello di mantenere uno standard di
qualità molto alto?
PRS: Non ci sono
segreti. Lavorare sodo. E poi arriva il momento in cui devi dare un piccolo passo da un milione di dollari…
GUITARS EXCHANGE: Che
consiglio daresti a un giovane liutaio che sta iniziando?
PRS: Che
costruisca tante chitarre, tutte quelle che può. Che le venda e che continui a
imparare, ogni giorno.
GUITARS EXCHANGE:
Qual è il passo più importante nel processo di costruzione?
PRS: Tutto è
importante, dalla scelta dei legni –oggi giorno ci sono chitarre che hanno una
percentuale di umidità troppo alto- alle meccaniche e i pickup. In generale,
bisogna prestare moltissima attenzione a tutti gli elementi che entrano in
contato fisico con le corde: chiavette, capotasto e ponte.
GUITARS EXCHANGE:
Parlando di liutai, secondo te, chi potrebbe essere il prossimo Paul Reed
Smith?
PRS: Non saprei
dirti, ci sono tanti artigiani e molto bravi.
GUITARS EXCHANGE: Se
dovessi comprare una chitarra fatta a mano da un liutaio, di chi staremmo
parlando?
PRS: In Spagna si
fanno chitarre molto buone. C’è un italiano che vive qui e che fa ottime
chitarre classiche, si chiama Daniele Chiesa. È molto bravo.
GUITARS EXCHANGE: Ci
sono tantissimi chitarristi famosi che suonano le tue chitarre ma…fra quelli
che non lo fanno, chi ti piacerebbe vedere con una PRS tra le mani?
PRS: Ce ne sono
tanti, ma se dovessi sceglierne uno, sarebbe Jeff Beck. Mi piacerebbe vederlo
suonare con una PRS.
La chiacchierata va a avanti fra birra e risate e riceviamo
da Paul Reed Smith quasi più domande
che risposte: Paul è un tipo alla mano, interessante e divertente, innamorato
del suo lavoro e che ha dimostrato di saper ricoprire alla perfezione anche il ruolo di direttore marketing e
promoter degli oggetti del desiderio che portano il suo nome e cognome. Chi potrebbe
farlo meglio di lui?
Massimo D'Angelo
@massimo_dangelo