The Michael Schenker Group (1980)
Michael Schenker / MSG
Nonostante la reputazione di avere peggior carattere di una
tigre del Bengala a digiuno, un sorridente Michael
Schenker ha visitato Madrid insieme al suo Temple Of Rock per registrare un nuovo album dal vivo. Non era la
banda che sognavano le diverse centinaia di
fans del biondo chitarrista tedesco, ma è stata la scusa perfetta per
ripercorrere i suoi grandi successi e anche qualche sorpresa degli Scorpions come Rock You Like An Hurricane. Un percorso che è iniziato niente meno
che con Armed & Ready, forse il
pezzo più famoso della sua carriera da solista.
The Michael Schenker
Group fu il titolo originale del
primo disco della sua carriera, dopo aver abbandonato –per l’ennesima volta-
gli UFO, dove non era rimasto più
nessuno che lo sopportasse. Era il suo nuovo progetto dopo aver sofferto
l’ennesima crisi personale e fisica; aveva 25 anni e il suo prematuro alcolismo
(viveva con la chitarra in una mano e un drink nell’altra), passava al giovane
prodigio delle sei corde un conto caro da saldare.
Nel 1979, il più piccolo dei fratelli Schenker era un mito che molte band –Aerosmith, Black Sabbath, Deep Purple…- volevano avere fra i propri
membri. Non solo era più bravo di molti altri grandi del heavy dell’epoca, era anche un magnifico compositore…con un ego troppo
forte per accettare alleanze. Lui preferiva camminare da solo. Un anno dopo,
durante la prima estate della nuova decade, il suo primo lavoro da solista
usciva nei negozi.
Fece centro, almeno durante un po’ di tempo, come altri,
tipo Ritchie Blackmore, con cui
condivideva compagni di viaggio –Don
Airey, Cozy Powell- seguendo la moda degli ‘ex’ di grandi gruppi. Roger Glover fece da produttore e ci
mise il suono di cui avevano bisogno mostri di quel calibro, per dimostrare la
propria genialità.
Michael rischiò
scommettendo su un cantante quasi sconosciuto, Gary Barden, che fra l’altro firma tutti i pezzi del disco insieme
a lui. Il resto dei membri del MSG
era una totale garanzia per fare in modo che niente potesse andare storto né in
studio né tantomeno sul palco, con Don
Airey alle tastiere; Simon Phillips
alla batteria e Mo Foster al basso.
L’esperimento riuscì bene. Armed & Ready era un singolo potente, ma anche Cry For The Nations, Victim Of Illusion o
Into The Arena sono opere maestre del rock
duro degli anni ’80 e avrebbe potuto scegliere qualsiasi altro pezzo di un
disco creato da e per la sua chitarra. La strumentale Bijou Pleasurette, ad esempio, è una grande lezione per chi volesse
imparare ad accarezzare le sei corde.
Che sia con una Flyin’
V non ha molta importanza. Probabilmente Schenker suonerebbe gli stessi assoli con qualsiasi altro modello.
La sua tecnica, fra l’altro, non è peggiorata con l’età e con una vita
‘tossica’, come ha dimostrato a Madrid, a 60 anni, e con la sua chitarra di
sempre convertita in una W con due
manici. E una cosa così se la può permettere solo una leggenda.