La Top 10 delle canzoni di Bo Diddley
Di Sergio Ariza
Il grande Ellas McDaniel, conosciuto come Bo Diddley, disse che non si può giudicare un libro dalla copertina, beh, non si può giudicare la sua tremenda figura dal successo che le sue canzoni hanno avuto nelle classifiche (solo una di esse entrò nella Billboard Top 20) ma dalla lunga ombra che hanno avuto, con migliaia di versioni di fan che rispondono a nomi come i Rolling Stones, i Pretty Things, gli Animals, gli Who, i Creedence Clearwater Revival, i Grateful Dead o i New York Dolls. Il DNA di Bo Diddley e la sua musica è ovunque nel rock & roll, come testimoniano queste dieci enormi canzoni.
Bo Diddley (1955)
Il 2 marzo 1955, il rock and roll trovò il suo ritmo. Quel giorno Bo Diddley registrò Bo Diddley, la prima canzone che mise il suo noto riff o beat (il Bo Diddley beat) nel vocabolario del rock and roll. I ritmi africani, e la chitarra usata come elemento percussivo, si insinuano nella nuova musica, creando un suono con molto tremolo, possibilmente con un DeArmond Tremolo, che diventerà un'altra caratteristica delle sue prime registrazioni con Chess. La canzone, nonostante non sia apparsa nella classifica ufficiale di Billboard, fu un successo nelle classifiche R&B e fece di Diddley uno dei primi artisti neri ad apparire nel popolare show di Ed Sullivan.
Altre grandi versioni: Buddy Holly, The Animals
I'm a Man (1955)
Muddy Waters era il suo grande idolo ed è per questo che aveva sempre voluto firmare un contratto con Chess, ma una volta che si ritrovarono nella stessa casa discografica, il rispetto si mescolava con la competitività e Waters e Diddley si trovarono nel bel mezzo di un tiro alla fune con diverse canzoni in ballo. Nel 1955 Diddley si ispirò a Hoochie Coochie Man per realizzare questo meraviglioso blues che apparve come il lato B di Bo Diddley. Waters decise di rispondere al suo discepolo e nel maggio dello stesso anno registrò Mannish Boy in cui giocava con la differenza di età tra i due. Naturalmente, Bo Diddley appare come co-autore della canzone ed entrambi dimostrarono che non c’era bisogno di spargimenti di sangue quando registrarono insieme la versione di Diddley nel 1967 dell'album Super Blues.
Altre grandi versioni: The Yardbirds
Who Do You Love? (1956)
Nel 1956 per i genitori bianchi e per la repressiva società McCarthyiana il rock & roll era diventato la grande minaccia, quando questi settori cominciarono a chiamarla "musica della giungla" era Bo Diddley e il suo ritmo a cui stavano pensando. Who Do You Love? è l'esempio perfetto del ritmo di Diddley, sia che venga realizzato con la sua caratteristica chitarra a forma rettangolare o con una Gretsch Jet Firebird, questa è la canzone che meglio definisce il suo stile, diventando il rock su cui persone come Ronnie Hawkins o Quicksilver Messenger Service edificarono la loro carriera. La ciliegina sulla torta della registrazione originale è l'assolo di Jody Williams, il chitarrista cui lo stesso Diddley aveva insegnato a suonare.
Altre grandi versioni: Ronnie Hawkins & The Hawks, Quicksilver Messenger Service, George Thorogood e i Destroyers
Ehi! Bo Diddley (1957)
Bo Diddley amava nominare se stesso nelle sue canzoni, dall'iconica Bo Diddley a The Story Of Bo Diddley, fino a questa meravigliosa Hey! Bo Diddley, in cui il suo ben noto 'beat' è ancora una volta onnipresente. Registrato nel 1957, Diddley lo recupererà per il suo notevole album dal vivo, Bo Diddley's Beach Party, che sarà un grande successo nel Regno Unito e ispirerà decine di band che saranno protagoniste della 'British Invasion'.
Altre grandi versioni: The Moody Blues, The Grateful Dead, The Temptations
Mona (1957)
Buddy Holly fu uno dei fan più importanti di Diddley, suonò diverse versioni della canzone e si appropriò persino del suo famoso ritmo da applicare alla sua Stratocaster in una delle sue canzoni più leggendarie, Not Fade Away. Ebbene, di tutte le canzoni di Diddley, questa è stata quella che ispirò quella canzone, una canzone dedicata a una ballerina esotica per cui Diddley perse la testa, normale che altri discepoli di McDaniel, i Rolling Stones, decisero di recuperarla per il loro album di debutto.
Altre grandi versioni: The Rolling Stones, The Troggs
Before You Accuse Me (1957)
Uno dei suoi migliori blues, uscì nel 1957 come lato B di Say Bossman e fu successivamente incluso nel suo album di debutto, uscito nel 1958. Insieme a Diddley e Jody Williams alle chitarre, possiamo ascoltare il grande Willie Dixon al basso. I Creedence la inclusero nel loro capolavoro, Cosmo's Factory.
Altre grandi versioni: Creedence Clearwater Revival, Eric Clapton
Crackin' Up (1959)
Normalmente le migliori canzoni di Diddley girano intorno al ritmo, ma qui lo tiene un po’ da parte per sfornare una delle più belle canzoni della sua carriera, facendo la sua particolare versione di una delle sue canzoni più popolari, Love Is Strange, che Mickey & Silvia portarono in cima alle classifiche, copiando il lavoro chitarristico di Jody Williams nel Billy's Blues di Billy Stewart. Anche se a quel tempo Williams non era più con lui, fu sostituito da Peggy Jones, una delle prime chitarriste della storia del rock, che sarebbe stata conosciuta come Lady Bo e avrebbe usato le stesse chitarre che Diddley aveva commissionato a Gretsch, la Cigar Box (rettangolare), la Jupiter Thunderbird (che, dopo averla data a Billy Gibbons, sarebbe diventata nota come ‘Billy Bo’) e la Cadillac.
Altre grandi versioni: The Rolling Stones, Paul McCartney
Road Runner (1960)
Da quell'inizio con Diddley che ricorreva su e giù il manico della chitarra con il suo plettro, all'esplosione di quel meraviglioso riff, a quel "Beep, beep" copiato al Roadrunner dai cartoni animati, questa è una delle canzoni più esplosive del suo repertorio. Registrata nel 1960, ha dimostrato che Diddley aveva ancora grandi idee per il nuovo decennio. Quattro anni dopo John Lennon usò questo riff per comporre quello di I Feel Fine, compresa quell'intro che molti dicono sia la prima apparizione di feedback su una registrazione rock.
Altre grandi versioni: The Pretty Things, The Zombies, The Animals, The Who
Pills (1961)
Con una chitarra con un effetto molto 'twang' Diddley continua a dimostrare che gli anni '60 non gli hanno fatto alcun male. Pills è una grande canzone in cui si scherza con l'uso folle delle pillole da parte del sistema medico privato americano. Certo, quando nel 1973 i New York Dolls fecero la loro magnifica versione, di certo non si preoccuparono molto dell'uso di qualsiasi tipo di pillola...
Altre grandi versioni: New York Dolls
You Can't Judge a Book by the Cover (1962)
Nel 1962 Bo Diddley era scomparso del tutto dalle classifiche americane ma era una star in Gran Bretagna. You Can't Judge a Book by the Cover, registrata lo stesso anno in cui i Beatles iniziarono con Love Me Do, dimostra che gli inglesi avevano ragione a metterlo su un piedistallo. Composta da Willie Dixon, ma imitando lo stile di Diddley, chi riceve l’omaggio se la tiene volentieri e nella registrazione originale decise di rompere la quarta parete e dire a tutti gli ascoltatori di alzare il volume dei loro riproduttori, fateci casi, è veramente grande.
Altre grandi versioni: Shadows of Knight, Cactus, Tom Rush