I 10 migliori bassisti della storia

Di Miguel Ángel Ariza

Signore e signori, a Guitars Exchange abbiamo deciso di entrare in un labirinto dove probabilmente non troveremo nessuna via d'uscita. Perché? Perché abbiamo deciso di lanciare in rete la nostra lista dei 10 migliori bassisti al mondo. Questa lista, come tutte le liste, corrisponde a coordinate spazio-temporali molto specifiche, che sono quelle di oggi e il luogo da cui scriviamo queste righe; è bene evidenziare questo aspetto perché se dovessimo fare una nuova lista domani ci sarebbero probabilmente nuovi nomi e altri cadrebbero dalle posizioni d'onore. Le liste non sono mai definitive, ma speriamo che serva da guida e speriamo sia la scusa per godersi la musica di tutti i nostri prescelti.     Vedrete che ci siamo concentrati sul mondo della cultura popolare, cioè basando le nostre scelte sul mondo del pop e del rock, il che significa che nomi come Charles Mingus o Carles Benavent non saranno inclusi in questa lista.    

Non abbiamo avuto il coraggio di creare un ordine e vedrete che in molti casi ne evidenziamo uno, ma aggiungiamo un paio di altri nomi che meritano di essere nella lista tanto quanto i dieci prescelti.  

In sintesi, non ci sono tutti quelli che dovrebbero ma quelli che ci sono sì sono i migliori...chiaro il concetto? ;)  

Jaco Pastorius
 

Il dio onnipotente del regno a 4 corde. Praticamente non esiste nessun bassista al mondo che non lo tenga su un piedistallo. La sua tecnica del tutto innovativa e la capacità di suonare con un gusto squisito le cose marziane di Weather Report o canzoni apparentemente più accessibili e al tempo stesso ancora più assurde, insieme ad artisti come Joni Mitchell fanno di lui un punto fisso nella nostra line-up .
 

Il suo basso: Fender Jazz Bass, diversi modelli degli anni '60 e quello del ’62 in particolare è il più famoso.
   

   

John Entwistle
 

John Entwistle è probabilmente il primo "bass-hero" della storia e non solo perché suonava in una delle più grandi band del pianeta Terra, ma perché all'interno di quella band c'era un leader che suonava la chitarra e faceva salti da Olimpiadi, un cantante incredibile, bello e palestrato e che faceva girare il microfono come nessun altro oltre al ragazzo più carismatico che sia mai esistito dietro una batteria...Be’, anche con una formazione così a volte questo bassista era in grado di eclissare quei tre animali senza muoversi un centimetro della sua posizione sul palco. L’ha fatto basandosi su una tecnica pura e raffinata, ben al di sopra di quello che c’era ai suoi tempi, e grazie un'incredibile musicalità che rese The Who un vero rullo compressore dal vivo e, come gli Stones dimostrarono nel loro Rock and Roll Circus, la band da battere su un palco. Un'alta percentuale di quel potere è dovuta a questo gentiluomo che già nel 1965 suonava assoli di basso sulle canzoni che avrebbero segnato un'intera generazione come My Generation.
 

Il suo basso: Fender Jazz Bass, Fender Precision Bass o modelli appuntiti come il Buzzard Bass...
   

   

Flea
 

Questo piccolo essere umano è il responsabile del fatto che molti adolescenti nati negli anni '70 e '80, iniziarono a interessarsi a quello strumento che sembrava una chitarra ma non lo era e che interpretava quel ragazzo che non smetteva di muoversi un momento nei Red Hot Chili Peppers. Pare che questa band, che oggi sembra vivere riproducendo costantemente una formula trovata negli anni '90 e che li portò a una fama mondiale sorprendente, stava già suonando Hard Funk negli anni ‘80 sostenuta dal virtuosismo dei componenti della band, soprattutto da questo tipo che, come il resto dei RHCP, trovò finalmente se stesso quando Rick Rubin lo convinse che alle quattro corde il più delle volte less is more. Da quel concetto arrivò il capolavoro Blood Sugar Sex Magik in cui possiamo ascoltare alcune linee di basso che fanno già parte della storia della musica popolare.
 

Il suo basso: vari. Fender Jazz Bass, Modulus Flea Bass, Musicman Stingray...
   

 

John Paul Jones
 

Signore e signori, in piedi; parleremo del ragazzo che suonava il basso accanto a John Bonham e di quello che ha formato la base ritmica più incredibile della storia del rock fino ad oggi. John Paul Jones ha molte cose in comune con John Entwistle, proprio come i Who hanno molte cose in comune con i Led Zeppelin e nessuno deve invidiare nessuno. John Paul Jones è probabilmente uno dei musicisti con più capacità di aggiungere buone idee a una canzone che ha dato il rock. È un vero genio degli arrangiamenti e quel talento musicale di artista e compositore lo portò alle quattro corde rendendo ogni verso o strofa della discografia dei Led Zeppelin un piacere per le orecchie degli amanti delle linee di basso. Questo gentiluomo non è un solista, è un artista che rende grande una canzone con il basso.
 

Il suo basso: principalmente un Fender Jazz Bass del 1962 durante il periodo con i Led Zeppelin. Manson E-Bass Gibson EB-2...
   

   

Paul McCartney
 

Poco da aggiungere a quel nome (Paul) e a quel cognome (McCartney). Il resto è letteratura da quattro soldi. Accade così che uno dei tipi più talentuosi e creativi che il Pianeta Terra abbia visto dall'apparizione dell'essere umano sia finito a suonare il basso nella sua band (di cui non ricordiamo il nome in questo momento). Il risultato fu quello di mettere questo mostro della composizione a creare linee per le proprie canzoni e a quelle dell'altro ragazzo con gli occhiali (anche di lui non ricordiamo il nome) dal ritmo delle corde del suo basso a forma di violino. La vita cambiò per sempre, la musica cambiò per sempre e il ruolo del bassista in una canzone e in una rock band cambiò per sempre grazie a lui.  

Il suo basso: Hofner 500/1. Rickenbaker 4001. Fender Jazz Bass.
   

   

Jack Bruce
 

Nel bel mezzo dell'esplosione mondiale del fenomeno della chitarra elettrica e del rock, quest'uomo si è distinto come un'autentica rockstar in una band chiamata Cream in cui "lasciava" suonare un certo Eric Clapton di tanto in tanto. Scherzi a parte, quella band di soli tre membri suonava come un'autentica filarmonica, grazie ovviamente a Clapton e a Ginger Baker, ma soprattutto per le incredibili esibizioni di Bruce che suona e canta allo stesso tempo. È incredibile cosa riuscisse a fare quest'uomo con totale indipendenza tra ciò che cantava e ciò che suonava. Altri dei nostri bassisti preferiti come Sting e soprattutto Phil Lynott, che come Bruce cantavano e suonavano le loro composizioni allo stesso tempo, potrebbero meritare un posto nella lista ma crediamo che Jack Bruce sia un gradino sopra di loro.
 

Il suo basso: Gibson EB-3 principalmente durante la tappa con Cream. Fender Bass VI, Warwick fretless...
   

   

Larry Graham
 

A questa lista dobbiamo aggiungere l'uomo che inventò la tecnica del basso più usata nella storia della musica nera. In realtà davvero non sappiamo cosa venga prima, lo stile stesso o la tecnica slap di Larry Graham. Quest'uomo fu il padrone del palco con gli Sly alla fine degli anni '60 con il soul più potente mai creato e portò la musica nera, e quindi la musica in generale, a un nuovo livello più profondo, più razziale e più ritmato, più funk. Come disse Victor Wooten, "Larry Graham è per il funk ciò che la Bibbia è per la religione”. Immaginiamo che Bootsy Collins, che è stato escluso dalla lista perché Larry è arrivato per primo, non sarebbe in disaccordo con quelle parole. Larry Graham ha inventato un modo di suonare che è stato copiato alla nausea fino a oggi. Qualcosa di simile accade con Mr. Aston Barrett, il cui basso reggae con i Wailers ha segnato per sempre il modo di suonare quello stile. Serva questa menzione a questo gigantesco bassista per farci perdonare la sua non inclusione nell'elenco dei top 10.
 

Il suo basso: Fender Jazz Bass. Warwick Larry Graham Signature...
   

   

Cliff Burton
 

È abbastanza complicato mettere d'accordo le persone quando si parla di una band come i Metallica; senza andare troppo oltre, gli stessi membri del gruppo provano un odio assoluto l'uno per l'altro, ma incredibilmente c'è qualcosa in cui tutti, il pubblico in generale, i fan e la band, sono d'accordo: Cliff Burton era un vero genio, tanto per il suo modo di suonare come per comporre, e fu l’incaricato di portare i Metallica al livello tecnico necessario per fare in modo che il Thrash Metal conquistasse il decennio degli anni ‘80. Restano nella memoria i suoi assoli nei numerosi concerti che la band iniziò a godersi poco prima della sua tragica la morte.
 

In questa lista, amici ribassisti del lato più duro e dei decibel più alti, sono rimaste fuori persone come Steve Harris, autentico velocista degli Iron Maiden, ma soprattutto il grande Lemmy Kilmister dei Motorhead che, senza essere un virtuoso, sapeva di cosa avesse bisogno una band come la sua e come dargliela.
 

Il suo basso: Rickenbaker 4001. Aria Pro II.
   

   

Carol Kaye
 

La nostra unica donna in questa lista ci aiuta a parlare di un prototipo di bassista molto speciale: il bassista da studio. Questo tipo di bassista può sembrare a molti freddo, un semplice stipendiato che si comporta da interprete e che riceve un assegno in cambio. Può essere anche vero in molte occasioni ma in altre, tuttavia, troviamo artisti che, grazie al loro talento nel suonare e alla qualità del materiale a cui li hanno uniti, hanno segnato la storia della musica. Carol Kaye era parte del leggendario 'The Wrecking Crew' e con quei turnisti ha preso parte alle registrazioni di più numeri uno e canzoni che ci hanno segnato di molti degli altri nomi in questa lista (eccezione fatta per il ragazzo di Liverpool di cui ora non ricordo il nome). Canzoni come Wouldn’t It Be Nice, River Deep Montain High o These Boots Are Made For Walking sono parte delle sue oltre 10.000 registrazioni con i più grandi artisti degli anni '60 e '70.
 

All'interno di questo club dove abbiamo voluto evidenziare questa eroina non possiamo ignorare altri grandissimi bassisti, ugualmente bravi o ancora meglio, come James Jamerson della Motown (quei successi di Stevie Wonder, Marvin Gaye e The Supremes portano la sua firma) o Donald 'Duck' Dunn della Stax (Otis Redding, Wilson Picket...)
 

Il suo basso: Fender Precision Bass degli anni '60.
   

   

Pino Palladino
 

Se prima abbiamo parlato del bassista da studio come una specie a parte, per finire dovremmo menzionare l'attuale bassista "mercenario" o "da tour". Ovviamente tutti registrano centinaia di lavori in studio, ma questa specie di solito ha i migliori scenari del mondo come suo habitat naturale ed è qui che possiamo goderceli insieme ad alcuni dei più grandi artisti del momento. Di tutti questi ‘animali da palcoscenico’ là fuori, come ad esempio la nostra amata Tal Wilkenfeld, abbiamo voluto evidenziare un nome sugli altri a causa dell’ossessione che molti dei nuovi bassisti di questo secolo hanno per lui. E non sorprende dal momento che i suoi lavori nel campo del rock in tutte le sue varianti con gli WhoJohn MayerJeff BeckDavid GilmourPaul Simon o Ed Sheeran, solo per nominare alcuni dei suoi clienti, lo rendono un autentico numero uno dello strumento. Non parliamo solo della qualità delle sue linee e della sua squisita tecnica, ma anche dell'immaginazione e del gusto che sono parte essenziale della sua firma nelle canzoni di queste leggende.
 

Il suo basso: Fender Precision Bass, Musicman Stingray Fretless, Moon JJ-4 300B