I migliori momenti di Jeff Beck alla chitarra
Di Sergio Ariza
Jeff Beck è il chitarrista dei
chitarristi. Basti ascoltare ciò che hanno detto di lui giganti come Clapton, Page (il suo predecessore e
successore negli Yardbirds) o Steve Cropper per capire
l'incredibile importanza di Beck, forse il chitarrista più innovativo della
storia (eccezion fatta per quell’extraterrestre che risponde al nome di Jimi Hendrix). Eccovi alcuni dei
momenti più importanti della sua carriera.
Heart Full of Soul
La storia è ben nota: gli Yardbirds erano un promettente
gruppo di blues-rock britannico che contava, con la presenza del chitarrista
più importante della loro generazione, un giovane fan del blues chiamato Eric
Clapton. Dopo aver registrato la loro migliore canzone fino a quel giorno, For Your Love, un pezzo pensato per il
mercato pop, Clapton lasciò il gruppo il 13 marzo 1965, perché ormai troppo distanziati
dal blues. Il manager della band decise di ricorrere al miglior turnista del
paese per sostituirlo, Jimmy Page, il quale rifiutò l'offerta e propose al suo
posto l’amico Jeff Beck. La storia della chitarra elettrica raggiunse così una
delle sue mitiche date, quando tre dei più grandi nomi della storia si
mescolarono per sempre: Clapton sarebbe entrato nei Bluesbreakers di John Mayall
con cui il suo mix di Les Paul e Marshalls sarebbe passato alla storia,
mentre Beck avrebbe definito per sempre il suono degli Yardbirds, risultando indubbiamente
il più importante nella band di questa Santissima Trinità di chitarristi.
La sua prima incisione con il gruppo sarebbe stata
nell'aprile del 1965 in un'altra canzone (come For Your Love) di Graham
Gouldman, Heart Full Of Soul. Per
ottenere il sound orientale provarono con un sitar indiano e una tabla ma non si
convinsero. Beck decise di collegare la sua mitica Esquire del ‘54 al suo
"Fuzz box" e suonare lui stesso il riff. Tutti seppero da quel
momento che Beck era l'uomo giusto nel posto giusto. Un tipo molto più audace
di Clapton, capace di cercare suoni totalmente originali, in grado di imitare
un sitar con la sua chitarra e di portare lo strumento un passo oltre. Da quel
momento tutti i chitarristi del pianeta (la canzone fu un successo sia nel
Regno Unito che negli Stati Uniti) presero gli Yardbirds come esempio da
seguire.
Evil Hearted You
Un'altra canzone di Gouldman per il gruppo (più tardi
avrebbe formato i 10CC) e un’altra occasione, per Beck, per dimostrare di
essere sempre stato un passo avanti a tutti. In quest’occasione la sua chitarra
ha dato colore alla canzone, portandola a mischiare la musica surf e quella di Ennio Morricone. Come se non bastasse,
al momento dell’assolo, usa lo slide per creare un altro capolavoro di
espressione e concisione.
Train Kept A Rollin '/
Stroll On
Nel settembre del 1965 Jeff Beck riuscì a portare la
chitarra elettrica a un livello ancora superiore convincendo i suoi compagni a
registrare una cover di una canzone di Tiny
Bradshaw che a sua volta aveva sentito nella versione rockabilly di Johnny Burnette Trio. Fin dall’inizio
Beck lasciò tutti a bocca aperta quando, con la Esquire, imitò il fischio di un
treno, per poi passare a uno dei riff più iconici della storia del rock, che può
essere indicato come l'inizio dell’hard rock dei Led Zeppelin. Come ciliegina sulla torta suonò anche un paio di
assoli letteralmente incredibili per l’epoca: il secondo, pieno di distorsioni
e fuzz, lasciò indietro i Cream e lo
stesso Hendrix. Gli Aerosmith e
migliaia di altre band iniziarono a prendere appunti e nel 1966 la band registrò
una nuova versione, Stroll On, per il
film Blow-Up di Antonioni, questa volta con Jimmy Page. La prima versione fu
registrata nei mitici studi Sun di Memphis dallo stesso Sam Phillips.
Shapes of Things /
Mister, You're a Better Man Than I
Jeff Beck restò solo 16 mesi negli Yardbirds ma in quel
periodo ebbe il tempo di rivoluzionare la storia della chitarra elettrica
diverse volte. Uno dei momenti più importanti fu quando la sua chitarra anticipò
i suoni psichedelici in Shapes Of Things,
che, insieme a Eight Miles High dei Byrds, può essere considerata la prima
grande canzone psichedelica. Anche in questo caso è la chitarra Beck ad essere
protagonista principale, con il suo uso innovativo del feedback e con influenze
orientali. I membri della band esultarono quando Beck suonò l’assolo in studio
e tutti (tra cui lo stesso chitarrista) considerarono Shapes Of Things il miglior lavoro che la band abbia mai fatto. Un
paio di anni dopo, quando registrò Truth,
il suo primo album da solista, Beck la incise nuovamente con la sua band
dell'epoca, che comprendeva Rod Stewart
e Ron Wood al basso. È interessante notare
il suo nuovo tono dovuto alla sua Les Paul Standard del ‘58.
Ma non possiamo dimenticare Mister, You're a Better Man Than I, la canzone che servì da lato B della
versione originale di Shapes Of Things,
registrata durante le sessioni di Train
Kept A Rollin' nei Sun Studios. In quell’assolo (il preferito di sempre da Alice Cooper), Beck propone l’ennesima dimostrazione
della sua sperimentazione con distorsione e feedback, facendo strada al futuro
di Hendrix.
Over Under Sideways Down
Per la registrazione dell’unico disco che fece in tempo a
registrare con gli Yardbirds, Roger The
Engineer, Beck possedeva già la chitarra che avrebbe definito il sound
degli anni seguenti, la sua Les Paul Standard del ‘58 con humbucker. La canzone
più memorabile del disco è Over Under
Sideways Down, in cui Beck regala uno dei suoi riff più incredibili, quello
in cui il blues si fonde con la musica orientale e il Raga per creare qualcosa
di completamente nuovo.
Beck's Bolero
Indubbiamente una delle canzoni più ricordate della sua carriera.
Beck’s Bolero, venne registrata da Beck il
16 maggio 1966, quando ancora faceva parte degli Yardbirds. Ma quel giorno
decise di scatenare la sua immaginazione e registrare con un incredibile
line-up che includeva il suo amico Jimmy Page alla seconda chitarra, John Paul Jones al basso, Nicky Hopkins al piano e Keith Moon alla batteria. Page non si
era ancora unito agli Yardbirds (lo avrebbe fatto il mese successivo) ma le
prove gli lasciarono una tale sensazione che pensò di formare un supergruppo
con Beck, Moon e il suo bassista negli Who, John Entwistle. Il batterista arrivò a pensare anche ad un nome, Lead Zeppelin, ma il progetto non si materializzò,
come invece successe con la sessione in cui registrarono Beck's Bolero, pezzo composto da Page, anche se Beck disse fosse sua la maggior parte del pezzo. È chiaro
invece chi è il grande protagonista della sessione, con la Les Paul di Beck
collegata a un amplificatore Vox AC30, e Page alla ritmica con la sua Fender
XII del 1965 a dodici corde. La prima parte vede Beck reinterpretare il Bolero di Ravel, poi entra con lo slide,
mentre Moon urla lanciandosi tutti in un'incredibile orgia di hard rock, finché
ritorna il tema principale che verrà poi nuovamente abbandonato con vari
effetti fino a un breve assolo hard rock che porta alla conclusione. Non uscì
fino a marzo 1967 come lato B del primo singolo di Beck che ancora una volta la
ripescò per il suo album di debutto, Truth,
pubblicato nel mese di agosto del 1968. Due anni dopo essere stata registrata
continuava ad anticipare i tempi.
I Ain’t Superstitious
Jeff Beck lasciò definitivamente gli Yardbirds nel novembre
del 1967. All'inizio di quell’anno iniziò a formare un gruppo con Rod Stewart
come cantante, Ronnie Wood come chitarrista ritmico provando con diversi
bassisti e batteristi. Dopo aver registrato tre singoli quell'anno, Beck decise
di concentrarsi sul nuovo mercato del rock, degli LP e dei live. Dopo l'arrivo
di Mickey Waller alla batteria, Wood
continuò ad occuparsi del basso con Beck come unico chitarrista. Come dimostra
l’eccellente disco Truth, Beck alle
sei corde bastava e avanzava. Una delle migliori canzoni dell'album è la
magnifica versione di questo classico di Howlin'
Wolf in cui il chitarrista tira fuori il meglio di sé con il wah-wah.
Let Me Love You
Un'altra meraviglia di Truth
è Let Me Love You che si distingue
per l’incredibile interazione con Rod Stewart, con cui dialoga aiutandosi a
tirar fuori il meglio l’uno dall’altro. Anche Ron Wood eccelle con il basso, ma
sono Beck e Stewart a mettere in chiaro come il gruppo avrebbe potuto essere
incredibilmente grande solo se avessero continuato insieme e non avessero
sprecato l'opportunità di suonare a Woodstock. Basti ascoltare il lavoro di
Beck con la sua Les Paul in questa canzone.
Going Down
La prima formazione del gruppo di Jeff Beck, quella con
Stewart e Wood, si sciolse nel luglio del 1969, dopo aver registrato due dischi
insieme, Truth e Beck-Ola. Nel 1970 Beck decise di riformare la band, questa volta
con Alex Ligertwood alla voce, Max Middleton alle tastiere, Cozy Powell alla batteria e Clive Chaman al basso. Poco dopo Beck
s’innamorò della voce di Bobby Tench
e lo portò nel gruppo. Con questa formazione, registrò altri due dischi. Going Down appare nel secondo, intitolato
semplicemente Jeff Beck Group, noto come ‘il disco arancione’ per il
colore della sua copertina. La cover di questa canzone di Don Nix, resa popolare da Freddie King, è notevole per l'uso
avanzato della chitarra di Beck, che potrebbe benissimo fungere da precedente
per Van Halen. A quell’epoca Beck aveva
già la sua Les Paul Oxblood, originariamente una Gold Top del 1954 fortemente
modificata, con i P-90 sostituiti da humbucker.
Cause We've Ended As
Lovers
Ma la Oxblood di Beck raggiunse l'immortalità con Blow By Blow, pubblicato nel 1974, in
cui appariva in copertina. Eppure nel pezzo più memorabile dell'album Cause We Ended As Lovers, Beck usò
un'altra mitica chitarra, la sua famosa Tele-Gib, una chitarra ibrida con il
corpo di una Fender Telecaster del 1959 e pezzi di altre chitarre, inclusi i
pickup di una Gibson Flying V del ‘59. La canzone fu scritta dal suo amico Stevie Wonder. Beck aveva già
collaborato con il cantante nel 1972 nel suo meraviglioso Talking Book, l’album che includeva Superstition, una canzone che Wonder scrisse pensando a Beck stesso
(e di cui registrò una cover con il suo gruppo Beck, Bogert & Appice nel 1973). Ma, tornando alla canzone con
cui chiudiamo questa lista, Cause We've
Ended As Lovers ci mostra il lato più lirico e morbido di Beck,
dimostrando, ancora una volta, la sua straordinaria classe e versatilità.