In The Style Of Joe Satriani
Di Miguel Ángel Ariza
Addentrarsi nel mondo sonoro
di una ‘bestia’ della chitarra elettrica come Joe Satriani non è una cosa che può essere risolta e riassunta in
qualche decina di righe, quindi cercheremo di centrare l’attenzione di questo “In The Style Of…” nell’equipaggiamento
che, di solito, non manca negli show di Satriani, tanto in quelli che porta in
scena da solo, come in quelli dei “G3”
o della super-band Chickenfoot.
Cominciamo con le sue
chitarre. Il modello più comune durante tutta la sua carriera è ormai quello
che porta il suo nome nella signature della Ibanez, la marca che ormai lo accompagna da diversi decenni:
parliamo della JS1200. Questo
modello è il culmine dell’evoluzione delle sue prime chitarre con la marca
giapponese e da cui partirono altri modelli più attuali dell’artista, una
chitarra che troveremo sempre pendere dalla sua spalla. Ovviamente i pickup
usati sono due humbucker DiMarzio,
un altro brand che lo accompagna ormai da anni. In concreto, questo modello
monta una PAF Joe al manico e una Fred al ponte. Fra gli altri modelli
signature che modificano in parte la JS1200, troviamo la JS2400 (sostituita dalla JS2410),
praticamente uguale ma con 24 tasti e un humbucker DiMarzio al ponte in formato
single coil per fare in modo che non ci sia una perdita di tono con quei due
tasti ‘extra’.
Per quanto riguarda gli
amplificatori che usa di più, ne sottolineiamo due. Il primo è un JVM410 della Marshall modificato dall’ex-ingegnere della marca, Santiago Álvarez. Fondamentalmente, le
entrate Noise Gate hanno sotituito i
potenziometri del reverb per renderlo un amplificatore più versatile e dinamico
rispetto all’originale. Lo stesso Satriani ha detto che quest’ampli dovrebbe
essere no spettacolo per qualsiasi chitarrista visto che i 4 differenti canali
permettono di avere la storia della Marshall in un’unica testata.
Oltre al JVM dobbiamo anche
parlare della sua propria linea di ampli con Peavey, i JSX Signature Amp.
Dal vivo di solito usa un paio di testate da 120W con tre canali che il newyorkese
definisce come “limpido, saturato e
ultra”.
Per finire, parliamo un
attimo di ciò che troveremo quasi sempre nella sua pedaliera. Ci sono diversi
classici da cui non si stacca, come il mitico Roger Mayer Voodoo Vibe o la sua linea di pedali in collaborazione con la VOX
cui Joe delega una gran percentuale del suo suono. Parliamo soprattutto del VOX
Satchurator, il Time Machine Delay (di solito ne usa due sempre
collegati) e il Big Bad Dual Wah. Non importa con chi stia suonando:
questi pedali non mancano mai. Oltre a questi, però, ne usa anche altri, ben
noti, come il BOSS CH-1, i POG della Electro-Harmonix o i
flanger della Ibanez…
Può
sembrare quasi uno scherzo che un tipo come lui, che suona così distante dal
convenzionale, abbia un equipaggiamento che potrebbe definirsi ‘classico’…ma è
solo una dimostrazione del fatto che l’alien
che riesce a portare la musica su un altro pianeta è solo lui, con le sue mani
privilegiate con cui ripercorre i manici delle sue chitarre…