Quando l'Heavy Metal cambiò per sempre

Di Massimo D'Angelo

In The Style Of Eddie Van Halen  

Nella Los Angeles di fine anni ’70, grazie a Eddie Van Halen, l’heavy metal cambiò per sempre e proprio da lì nacque la leggenda di uno dei chitarristi più influenti e imitati della storia del Rock.
 

Ai suoi inizi, il giovane Eddie non poteva permettersi ‘giocattoli’ come un wah-wah o un fuzz, dovette quindi aguzzare l’ingegno per tirar fuori dalla chitarra tutti gli effetti e i suoni possibili, inventandosi una tecnica che gli permettesse di tutto –o quasi-, potendo contare solo ed esclusivamente sulle sue mani. Per questo motivo lui stesso afferma che la sua mano destra è un’estensione della sinistra. La necessità lo portò ad innovare e l’innovazione sfociò in una tecnica basata su una combinazione di ‘tapping’ e picking’ dove nel tapping sono le dita della mano destra che martellano le corde, mentre il picking è cosa della sinistra. Questo modo di suonare, unito alla sua immaginazione spropositata nell’uso delle scale, su e giù sul manico, gli ha permesso sviluppare una gran velocità con il minimo sforzo (per lui, ovvio).  

Prima di arrivare alla propria linea di chitarre EVH Signature (un business che mantiene attualmente con Fender), Eddie Van Halen passò per diverse marche di primo livello, Charvel, Kramer, Peavey e Ernie Ball/Music Man incluse.
Resta il fatto che, nell’immaginario collettivo, l’immagine del chitarrista rimarrá legata per sempre alla sua ‘Frankenstrat’, -un tentativo di unire il suono classico di una Gibson alle qualità fisiche di una Fender Stratocaster-, la chitarra che assemblò lui stesso, utilizzando un corpo Boogie Bodies, un manico Charvel e un unico pick-up humbucker vintage Gibson PAF.    

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