GLB Sound
GLB Sound, Amplification Lutherie
Gianluca La Boria (Italia)
Per evidenti motivi (è nel
nostro DNA), di solito puntiamo i riflettori sulle chitarre. Accade in quasi tutti
gli articoli che pubblichiamo su queste pagine. Sarà per il fascino dell’oggetto in sé, per il fatto di essere sempre ‘in prima linea’, per le curve, i materiali, i colori. Ma si tratta solo
dell’inizio della catena. Qui, oggi, vogliamo fare un
viaggio, percorrendo il cammino in senso contrario. Lo facciamo con Gianluca La Boria, liutaio dell’amplificazione, ‘padre’ di GLB Sound, una piccola azienda del nord Italia che sta portando il
mondo delle testate e delle casse artigianali -un mondo ‘sconosciuto’ ai
più-, a un livello altissimo.
Gianluca ha le idee chiare e sa ciò che vuole: il
miglior suono per i chitarristi più esigenti. E quel suono, quella ricerca della
perfezione, passa attraverso magnifiche testate e cabinet fatti a mano, utilizzando
solo legni pregiati di liuteria e materiale di primissima qualità. Il risultato
è un oggetto del desiderio che riflette anni di esperienza e una profonda
conoscenza del mondo dell’amplificazione, oltre ad
essere la rappresentazione dell’eccellenza ‘Made in Italy’.
Vi invitiamo a leggere la nostra intervista a Gianluca: punto di partenza di un
viaggio che ogni chitarrista, prima o poi, dovrebbe compiere. Venite con noi.
1. GUITARS EXCHANGE: Com’è iniziata quest’avventura?
Perché ti consideri un liutaio dell’amplificazione?
GLB: La passione
per l’amplificazione è nata anni fa insieme a quella per il legno, le sue
essenze e infinite sfumature tanto estetiche come acustiche. I primi
esperimenti li feci su un Fender DeVille, il mio primo amplificatore. Eccessivamente
pesante rispetto alla resa, quantomeno per i miei gusti, pensai di dividerlo:
costruii un chassis per la testata e una cassa artigianale, di fattura
decisamente scadente, ma che mi fece capire quanto il diffusore plasmi il
suono. Da lì iniziai a considerare il diffusore uno strumento musicale alla
stregua della chitarra. La prima cosa da variare era quindi il materiale di
costruzione, così sono arrivato ai legni di liuteria e, dopo infinite prove,
calcoli, modalità di assemblaggio, etc., sono nati i cabinet GLB Sound.
“Not just wood, pure tone
wood” è uno dei nostri motti. Passo giornate intere a selezionare accuratamente
le singole tavole che utilizzerò per creare gli amplificatori: è uno dei
processi che richiede più tempo. I legni di liuteria, ovvero i legni risonanti,
sono qualcosa di molto raro, motivo per il quale costino molto di più rispetto ai
tradizionali. E poiché stiamo parlando di strumenti di liuteria, è assai logico
che il materiale utilizzato rispetti un carattere fondamentale, quello di
suonare.
2. GUITARS EXCHANGE: Cerchi un determinato suono per
qualche ragione precisa?
GLB: Quello
che cerco non è un determinato suono, ma un suono che potremmo definire
auto-portante. Un suono che abbia carattere, personalità, anima. Non mi
interessa ricreare suoni che già conosciamo. Sono affascinato da ciò che non
conosco, desideroso di scoprire il suono che diverse variabili possono creare. Un’altra cosa è invece riuscire a catalogare il suono
scoperto all’interno di categorie stereotipate. Suona più rock o più blues? È
più adatto a una solid body o a una archtop?
3. GUITARS EXCHANGE: Scegli e spiega perché: soul,
jazz, blues, rock, pop…o cosa?
GLB: Sono
generi musicali, catalogazioni, semplificazioni di un solo concetto. Il suono.
Indispensabili per potersi orientare nel mondo dei gusti e delle sfaccettature
di sapori chitarristici e stilistici, ma non dimentichiamoci che hanno tutti la
stessa cosa in comune, consegnare un messaggio al proprio pubblico. Non voglio
schierarmi con un genere, preferisco schierarmi con chi sia in grado di farmi
arrivare un messaggio, indipendentemente dalla musica che suoni.
4. GUITARS EXCHANGE: Qual è il segreto dei legni che
usi?
GLB: Il
segreto sta nella scelta delle tavole. La materia prima, nel mio caso forse
ancora più che non nel caso di chi costruisce solid body (cosa diverse per chi
fa acustiche) è la chiave per ottenere un determinato suono. Lo standard che
utilizzo è sempre lo stesso ed è ben impresso nella mia mente e nelle mie
orecchie.
Una cosa molto
interessante, almeno dal mio punto di vista, è rimanere meravigliato ogni volta
di come la natura sia in grado di creare diverse sfumature di suono, disegni e
quindi unicità: assi dello stesso tronco hanno risposte timbriche veramente
differenti. Poi ci sarebbe da parlare di tutta la fase di realizzazione del
cabinet, dell’intonazione delle pareti, dell’accostamento timbrico tra le
tavole e di mille altre cose.
5. GUITARS EXCHANGE: Perché dare tutta questa importanza
al cabinet?
GLB: È molto
particolare il rapporto che i chitarristi hanno con il proprio amplificatore.
Se dal lato pratico, è l’elemento portante della catena di segnale tanto quanto
lo strumento, da quello emozionale, invece, viene percepito solo ed
esclusivamente come quella cosa che fa ‘sentire’ la chitarra. Quante
volte ho ascoltato la frase: “tanto è solo
un amplificatore”. Non neghiamolo, quell’oggetto che è sempre presente sui
palchi, negli studi, a casa e in qualsiasi posto dove andiamo a suonare è come
se fosse una cosa distante da noi. Un buon amplificatore, dovrebbe essere in
grado di amplificare -senza nulla togliere o aggiungere-, il segnale che arriva
da una chitarra. Sappiamo benissimo però che così non è: la storia
dell’amplificazione insegna.
Il percorso del segnale è molto
semplice: parte dalla chitarra, prosegue dentro la pedaliera, entra
nell’amplificatore e si conclude con il cabinet (diffusore). Se fossimo dei
fonici il nostro percorso sarebbe composto dai segnali che entrano nel mixer,
una outboard con degli effetti (o se sono integrati li usiamo integrati), per
poi andare all’amplificatore e quindi ai diffusori. Se parlate con un fonico
professionista vi dirà che, per il suo sistema audio, spende il suo budget in
parti uguali: non spenderebbe l’80% nel mixer per usare un amplificatore
economico con dei PA ancora più economici. Ma ora provate a farvi la stessa
domanda: “In percentuale quanto spenderesti per la tua strumentazione?”
La maggior parte delle
persone risponderebbe: 60% in chitarre, 20% in effettistica, 15% in
amplificatore e 5% nel diffusore.
Per rispondere alla vostra
domanda, credo che il cabinet sia uno degli elementi fondamentali della catena
di segnale. Deve avere la stessa importanza che hanno le altri parti del
percorso: per avere qualità deve esserci equilibrio, nonostante i modelli
attuali di digitalizzazione.
6. GUITARS EXCHANGE: Perché un amplificatore boutique
costituisce un’alternativa rispetto a quelle dei grandi fabbricanti?
GLB: Per una
serie di caratteristiche che una grossa azienda non è un grado di garantire. Per
la possibilità di plasmare il suono su ogni singola persona e stile. Nel mio
caso è possibile ma in molti altri non lo è: esistono moltissimi produttori di
amplificatori artigianali in Europa e nel mondo ma veramente pochi sono in
grado di fornire una gamma di suoni e di possibilità timbriche veramente ampia.
Il concetto che sta alla
base della GLB Sound è che ogni cabinet abbia la sua personalità, il suo timbro
e la sua magia. Ogni legno suona in maniera differente: un Sapele, molto
utilizzato in liuteria, ha un timbro completamente diverso da un Maple,
decisamente più chiaro, pungente e con maggiore attacco.
La prima scelta da operare
ha puramente valore timbrico: il cabinet è diventato uno strumento musicale a
tutti gli effetti. La catena di segnale si apre con uno strumento e si chiude
con un altro. I due, per lavorare al meglio, devono essere in sintonia: uno
deve compensare le mancanze dell’altro per raggiungere l’equilibrio timbrico
per ottenere un suono completo e soddisfacente. Determinate chitarre suoneranno
meglio con un un diffusore in Pear Wood mentre altre, più ‘scure’, prediligeranno un Oak
wood.
È questo che ci distingue
da un qualsiasi marchio di amplificatori. Un esempio: ti interessa una
monocanale clean, di dimensioni ridotte e wattaggio medio, con la possibilità
di collegarci un cabinet 1x12 o un 2x12. Chitarre utilizzate, Stratocaster e
PRS. Questa è una richiesta tipo. Un costruttore di amplificatori ha uno o due
prodotti che soddisfino questa necessità. GLB Sound può offrire 12 possibilità
diverse sulla testata, 10 legni diversi da combinare nei due formati e con le
varie alternative (3 di solito) di speaker a disposizione. E questo solo dal
punto di vista timbrico! Per l’estetica, altrettanto
importante per creare veri e propri oggetti di design, abbiamo una gamma molto
ampia di colori, il tessuto chiaro o scuro, la pelle per le maniglie o per
coprire la cassa, e tanti altri piccoli dettagli che rendono questi prodotti
tailor made.
E ancora, un produttore
boutique ti da una garanzia a vita, un’assistenza e un supporto h24, oltre al
suo tempo e alle sue conoscenze, cosa che nel mondo globalizzato si sta
perdendo a favore di un risparmio.
7. GUITARS EXCHANGE: Chi suona i tuoi ampli? Chi ti
piacerebbe che li suonasse?
GLB: Li
suonano grandi artisti del panorama Pop, Rock e Jazz: li trovate sul nostro sito internet. Chi mi piacerebbe che
li suonasse? Quegli artisti dai quali so che avrei qualcosa da imparare Gilmour, Clapton, Jeff Beck e
poi Joe Pass, Django,
B.B. King, Chet Atkins
e mi piacerebbe molto riuscire a far cambiare idea a Pat
Metheny…
8. GUITARS EXCHANGE: Come mai questo forte interesse
verso il Jazz?
GLB: Perché
il jazz è un genere molto legato al suono di qualità, è il padre di tutti i
generi musicali che conosciamo ora. Pensiamo alla tipologia di chitarre
utilizzate, le famose semiacustiche o archtop. Fondamentalmente sono chitarre
acustiche, con cassa risonanza, incatenature e quanto gli va dietro, che
montano però un pick up magnetico. I problemi di amplificazione di questi
strumenti sono moltissimi così ho deciso di accettare la sfida di amplificare e
di creare un sistema di amplificazione che fosse in grado di ricordare il suono
che ha reso famoso il genere negli anni ’40 e ’50, adattandolo alle necessità
di oggi.
Con Gaetano Valli, uno dei
primi chitarristi jazz che ha usato i nostri cabinet, è nata l’idea di potenziare la già ricca gamma della GLB Sound
con la GIG 50: una testata interamente valvolare che, combinata con le casse
GLB, riesce a produrre un suono caldo, pieno ed avvolgente, tanto amato dagli
artisti delle blue notes. Completamente personalizzabile nella potenza e nella
timbrica, ha già convinto numerosi musicisti jazz: da Bebo Ferra a Maurizio
Brunod da Enrico Bracco a Sandro Gibelli, Battista Lena e molti altri nel
panorama italiano. Stiamo anche collaborando con Steve Herberman, direttamente
da Washington D.C., e con Ferenc Snetberger.
Quest’estate abbiamo organizzato la prima
edizione del GLB Sound Jazz Festival che ha visto protagonisti tutti gli
artisti con i quali collaboriamo. Il Festival è nato dalla voglia di unire
stili, personalità, gusti e sapori musicali diversi. Il Jazz è contaminazione:
gli artisti che si avvicinano sono sempre di più perché molto incuriositi da
questa realtà e confidiamo che la prossima edizione del festival, che invitiamo
a non perdervi, possa essere ancora più ricca di spunti
Massimo D'Angelo
@massimo_dangelo
'GLB Sound' Store su Guitars Exchange
Official site: http://www.glbsound.com