Uscendo allo scoperto

Di Paul Rigg

Nel marzo 2018 Steven Wilson registrò l'ultimo dei tre concerti tenuti nella Royal Albert Hall di Londra. Ciò ha comportato l’uscita di un DVD e di un album che in qualche modo doveva servire da sostegno e promozione del suo precedente disco, To The Bone, ma che si è poi trasformato in un'esibizione dal vivo dei suoi più grandi successi.  

   

Wilson, che The Daily Telegraph ha descritto come "il musicista britannico di maggior successo di cui la maggior parte della gente non ha mai sentito parlare", probabilmente diventerà molto più noto dopo questo disco, poiché tanto la produzione sonora di alta qualità come l'impatto visivo del video sono entrambi eccezionali. Cosa che non fermerà comunque i suoi fan che regolarmente riempiono i suoi concerti ‘tutti esauriti’ negli stadi di tutto il mondo.
     

Questo musicista nominato ai Grammy ha lavorato con Tears for Fears, Roxy Music e King Crimson, tra molti altri, ma ha anche avuto il tempo di ritagliarsi una carriera da solista di successo. Il CD, pubblicato il 2 novembre da Eagle Rock/Universal, dura ben oltre le due ore ma è pieno di chicche e cattura magnificamente l'emozione dello spettacolo dal vivo. Wilson ha descritto la Royal Albert Hall come "probabilmente il mio posto preferito al mondo", e il fatto di essere sostenuto da una casa discografica così importante sicuramente non suppone un ostacolo. Stiamo parlando di un artista ‘underground' che sta sicuramente vivendo il suo miglior momento.
   

 

L'introduzione del presentatore, il ronzio della folla e i sintetizzatori ronzanti danno lo sfondo perfetto per i testi introduttivi sicuramente ironici di Nowhere Now, con Wilson che intona "a sei metri di profondità, andiamo all’indietro adesso..."
 

Segue Pariah, in cui Wilson canta "Sono stanco di Facebook, stanco della mia mancanza di salute, sono stanco di tutti, e questo include me stesso"; ma lo splendido contrappunto rilassante di Ninet Teyeb che canta "prendi conforto da me" porta la canzone ad un altro livello. Wilson sembra suonare la sua acustica signature Babicz Steven Wilson all'inizio del pezzo, ma poi passa a una Fender Telecaster Custom Shop del 63 Relic, per il suo entusiasmante ed emotivo finale.
   

   

Poi è il momento di Regret #9, dall’album Hand. Cannot. Erase. con una tastiera deliziosa e un riff di chitarra rock, che tra l'altro sono una caratteristica particolare di questa esibizione dal vivo. Wilson continua a mescolare gli strumenti nei pezzi successivi, The Creator Had a Mastertape e Refuge.
 

People Who Eat Darkness
affronta il tema del terrorismo; o forse un'invasione aliena, a seconda della versione cui vogliate credere. Permanating è una canzone pop allegra in cui Wilson dice alla gente che i Beatles sono la migliore band pop di sempre, seguiti dagli Abba. Molti sono chiaramente d'accordo, ma per il denaro di questo critico Ancestral, Song of I e Song of Unborn hanno molto di più da offrire in termini di varietà, con il pianoforte, il battito delle mani e l'headbanging, tutto nello stesso sacco. Queste canzoni sono seguite dal favoloso pezzo strumentale Vermillioncore, che inizia con uno splendido basso profondo prima che la batteria entri in scena, seguita da sontuose tastiere e riff di chitarra.
   

Come se un concerto dal vivo non fosse abbastanza retro di per sé, è prevista per marzo 2019 l’uscita di una versione in vinile di 5 LP di questo concerto che sarà sicuramente visto come il punto culminante della carriera di Wilson, in quanto lo immortala nel suo posto preferito dando il meglio di sé.    

Non so se Wilson si senta davvero come un Pariah sul punto di una ‘home invasion', ma sulla base di quest’album e del DVD, che lo voglia o no, sembra che quest’artista stia finalmente uscendo allo scoperto.  

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©LasseHoile; ©HajoMueller