Zucchero filato

Di Tom MacIntosh

Ringo Starr è tornato con i suoi amici e con i suoi All Starrs con il suo ultimo lavoro Give More Love, uscito a settembre di quest'anno. È il suo diciannovesimo album in studio dalla separazione dei Beatles, qualcosa di straordinario visto che è sempre stato considerato come il minore dei Fab Four e quello che ci ha messo di più a farcela da solo dopo a rottura dei quattro di Liverpool. Spesso ridicolizzato come un tipo senza talento e troppo ‘giovanile’, ha dimostrato, senza dubbio, che ha ciò serve per fare musica decente e mettere insieme un solido gruppo di musicisti. In questo album, i suoi ospiti sono di casa, star che ritroviamo nel suo precedente LP, Postcards from Paradise (2015), gente come Sir Paul McCartney, Jeff Lynne della ELO, Peter Frampton, Dave Stewart, Gary Nicholson, Joe Walsh e Steve Lukather, solo per citarne alcuni. L'apparente appropriazione di Starr del “peace and love” è sempre presente, qui e nella maggior parte delle sue opere precedenti: la copertina dell'album ne è una prova. Tuttavia, quest’album non è l’invenzione della ruota, non troviamo nulla di remotamente creativo, gli stessi popcorn di sempre e un bel gruppo di ragazzi di talento divertendosi insieme.  

 

“Pace e amore”…non sono poi così male, considerando i tempi turbolenti in cui viviamo. Give More Love, la title track, inizia con: "A volte questo mondo può essere un luogo difficile, ci chiediamo dove andare da qui", un inno di pace che suona come qualcosa che i Travelling Wilburys non avrebbero suonato neanche sotto tortura. Tenta di ispirare, ma la voce di Starr suona come se davvero gli importasse una merda. Ringo è così, ma non mettiamo il carro davanti ai buoi.
 

La canzone di apertura, We're on the Road Again, è un ode al musicista, un rock and roll con McCartney al basso. È un numero decente che inizia con un bel riff di chitarra 'orientale' di Lukather (con la sua Music Man Signature), ma il testo di apertura "Si è svegliato stamattina..." non è un gran ché e non migliora. L'unica cosa che manca all'album sono testi significativi (secondo noi), i semplici schemi di rima e messaggio generico non regalano grandi verità né rompono il ghiaccio. Standing Still, scritta con Gary Burr, è un affascinante pezzo di country/blues che parla del coraggio di alzarsi e affrontare le difficoltà, "Non significa nulla se non fai niente, stai aspettando ai piedi della collina…". Peter Frampton ha scritto, e suonato (probabilmente con la sua Les Paul), Laughable, che vuole essere una critica della situazione politica attuale, in particolare a Washington, "Sarebbe ridicolo se non fosse così triste" senza fare nomi (bella lì, Ringo!). Un altro pezzo country, un po’ più melenso, è So Wrong for So Long che, come la maggior parte dell'album, è come zucchero filato, sia musicalmente che come testi.
 

 

Ma essendo un Beatle di 77 anni, con palate di soldi per fare tutto ciò che vuole, è comprensibile che non abbia bisogno né l’energia di creare nuovi sound. Gli All Starrs lo conoscono bene e restano nel loro angolo, lasciando tutte le luci puntate su di lui. Comunque, a quest’album manca la scintilla creativa, ma è sicuramente intriso dell'entusiasmo di Starr per il materiale e anche se suona un po’ noioso, non lo è: è solo lo zio Ringo che sta occupando il tempo mentre si diverte alla grande (peace and love, fratello!).  

Un nuovo disco dell’ex Beatle Ringo Starr è sempre una notizia; il tipo ha materiale e la buona fede per riempire tutti i libri che sono stati scritti su di lui. Nella versione in CD dell'album, aggiunge 4 bonus track, Back Off Boogaloo, sulla base di una demo che Starr ha scritto anni fa, You Can not Fight Lightning con Alberta Cross, un mix di Photograph, che è sempre divertente da cantare, e Don’t Pass Me By, con la band Vandaveer.
 

Alla fine, Ringo dice la cosa migliore: "Volevo solo suonare, è stato il mio obiettivo da quando avevo 13 anni. Ha lavorato nelle fabbriche e in ferrovia, ma suonavo di notte e ho preso decisioni che mi hanno portato fin dove sono arrivato. Non sapevo che sarei arrivato fin qui (ai Beatles). Sapevo che volevo suonare. Così sono entrato in una band di Liverpool, poi nei
Rory (Storm and the Hurricanes) fino alla più grande band della Terra".
 

Give More Love
è, se non musicalmente stellare, la testimonianza di un uomo che incarna lo spirito del rock and roll, un viaggio che è iniziato tanto tempo fa e che risplende ancora oggi.

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