Road Works/Argus (2015/1972)

Wishbone Ash

È un viaggio strano quello di addentrarsi in un gruppo con tante vite e tutte che girano intorno a una chitarra. Per dirla meglio, due. Oggi Wishbone Ash è una band molto distinta da quella nata nel 1970, anche se le canzoni sono in pratica le stesse e Andy Powell continua nel posto di comando. Adesso il suo compagno di avventure è il finlandese Muddy Manninen e non Ted Turner, l’essenza, tuttavia, quella delle sei corde, continua a essere l’unico che conta. Chi sale sul palco non è poi così importante. Per averne una prova, è appena uscito Road Works, un box-set con il meglio degli ultimi cinque anni dal vivo. Quando lo ascolti sembra che il tempo si sia fermato agli accordi di The Pilgrim.    

Quelli di quarant’anni fa, quando registrarono diversi dichi imprescindibili come Pilgrimage (1971) e, soprattutto, Argus (1972), la loro opera maestra fino a questo momento. Andy Powell e Ted Turner divennero uno dei migliori esponenti di guitar-duo, un sottogenere di moda a quell’epoca, contrapponendo due stili molto diversi di suonare. E tutti e due si fecero posto fra i grandi. Martin Turner al basso e Steve Upton alla batteria completavano la formazione.
 

Anni dopo, Powell e Martin Turner avrebbero iniziato un lungo giudizio per il nome del gruppo, scosso da un cambio dopo l’altro e con qualche sporadica riunione nel mezzo. È chiaro chi vinse nei tribunali e in verità la formazione attuale, con Manninen, Bob Skeat  al basso e Joe Crabtree alla batteria, è la più duratura (dal 2007) della storia del gruppo. Si nota, fra l’altro, dalla perfetta compenetrazione che dimostrano dal vivo.
     

Da quei dischi vengono i loro principali successi, Jailbait, Blowin’ Free, The King Will Come… che sono ancora il piatto forte dei loro concerti. Rock degli anni ’70, a mezza strada di quello che oggi chiamiamo ‘progressivo’, molto britannico, ovviamente.
   

Melodie soavi per fare in modo che i due protagonisti possano liberare la loro immaginazione all’improvvisazione, la scusa per ottenere che non suonino mai uguali. Powell è un maestro e il suo attuale compagno d’armi è un eccellente chitarrista, con cui raggiunge momenti di grande intensità, oltre a presumere di tecnica. I loro live non sono come una partita o un’esibizione di due grandi tennisti.
   

Manninen
, cosí come il suo capo, è un uomo Gibson. La sua favorita è una versione moderna della Les Paul Junior del 1957. Mentre Turner (più Fender) è uno specialista con la steel. Powell continua a essere fedele alla sua Gibson Flyin’ V, una scelta quanto meno strana per chi confessa che l’amore per la chitarra gli venne dagli Shadows e dal grande Django Reinhardt.
   

Argus
ebbe un ruolo importante all’inizio degli anni ’70 grazie al suo rock elegante, che trovò una nuova forma di espressione della chitarra, copiata poi mille vote da innumerevoli gruppi. Due meglio di uno e se sono tre, meglio ancora…questa formula ha trionfato per anni. Nel 2016, Road Works definisce perfettamente con il suo titolo ciò che sono sempre stati e ciò che sono attualmente i Wishbone Ash dei gran lavoratori.



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