Le migliori collaborazioni di Slash
Di Sergio Ariza
L'immagine iconica di Slash, con cappello a cilindro e
capelli afro, è diventata l'immagine ufficiale del "guitar hero" per
un'intera generazione. Alla fine degli anni '80 e all'inizio degli anni '90,
quando un ragazzo collegava per la prima volta una chitarra elettrica ad un
amplificatore, la prima cosa che si immaginava era di vedersi suonare Sweet Child O' Mine, così come la
generazione anteriore aveva sognato Eruption
e quella prima ancora Voodoo Child.
Slash aveva un talento pari a quell'immagine e la sua stoffa di chitarrista lo
rese presto uno dei più richiesti al mondo. Ecco alcune delle sue
collaborazioni più interessanti.
Iggy Pop - Home
(1990)
Gli anni '80 non sono stati il periodo migliore per un Iggy Pop che sembrava aver perso
l'energia dei suoi giorni migliori, per quello Brick By Brick fu ricevuto da diversi critici come il suo lavoro
migliore dai tempi di Berlino con David Bowie. Parte della colpa è stata attribuita alla sua
collaborazione con due membri del gruppo rock più importante del momento, i Guns N' Roses, nientemeno che Slash e Duff Mckagan. Il chitarrista gli prestò
il suono per Home, Butt Town, Pussy Power e My Baby Wants
To Rock & Roll, di cui aveva composto la musica. Forse il migliore del
lotto è il primo pezzo, quello incaricato di aprire con forza il disco in cui
lascia diversi fantastici assoli, soprattutto quello finale mentre Iggy
impazzisce come nei tempi selvaggi dei Stooges.
Lenny Kravitz -
Always On The Run (1991)
Il chitarrista dei Guns N'Roses aveva elogiato il debutto di
Lenny Kravitz, in particolare, aveva
detto che Let Love Rule era il suo
album preferito per fare l'amore con la sua ragazza. Quando lo scoprì, Kravitz
lo invitò in studio e quando accettò e si incontrarono, si resero conto che
erano andati insieme alla stessa scuola superiore di Los Angeles. Slash portò
in studio la sua replica di Kris Derrig
di una Gibson Les Paul Standard del ‘59 per registrare Fields Of Joy ma, tra una ripresa e l'altra, iniziò a suonare un
riff che aveva in mente ma che non lo convinceva per la sua band. Kravitz non
esitò un secondo e trasformò quel riff funky in una delle migliori canzoni
della sua carriera, Always On The Run.
Una canzone che ha dimostrato ancora una volta la maestria del chitarrista nel
creare un riff memorabile (stiamo parlando del creatore di Sweet Child O' Mine), oltre a un assolo che è, comunque,
all’altezza del pezzo.
Alice Cooper - Hey
Stoopid (1991)
Nel 1991, con la comparsa di due volumi di Use Your Illusion, Slash era il
chitarrista più famoso al mondo e non c'era nessuna rockstar che non cercò di
apparire al suo fianco. Quindi non c'è da meravigliarsi che Alice Cooper lo reclutò per la canzone
che diede il titolo al suo dodicesimo album solista, Hey Stoopid. Ma, nel caso mancasse ancora qualcosa, chiese anche la
partecipazione di Ozzy Osbourne ai
cori e a Joe Satriani di sostenere la feroce
chitarra solista di Slash, con il volume dei suoi Marshall a 11.
Motörhead - I Ain't
No Nice Guy (1992)
Nel 1991 Lemmy Kilmister compose quattro
canzoni per No More Tears di Ozzy
Osbourne che, secondo le sue stesse parole, gli fecero guadagnare "più soldi di quanti ne avesse guadagnati in
15 anni di carriera con i Motörhead".
Così quando, l'anno successivo, decise di registrare il decimo album del suo
gruppo, March ör Die, chiamò Ozzy per
cantare con lui I Ain't no Nice Guy,
una ballata che aveva composto e che sarebbe stata sicuramente un successo. Per
finire, chiamò il chitarrista più importante dell'epoca, Slash, per l’assolo
della canzone. Il chitarrista con il cappello a cilindro accettò volentieri ma,
al posto della sua amata Les Paul, portò con sé (se prestiamo attenzione al
video) la sua Firebird del 1964. Il risultato è esplosivo.
Michael Jackson -
Give In To Me (1992)
Quando Michael
Jackson volle un chitarrista nel 1982 scelse Eddie Van Halen, e quando il Re del
Pop ne volle un altro 10 anni dopo, scelse Slash, e questo dice molto su ciò
che il nostro protagonista significava all'epoca, in altre parole, era "il chitarrista". La sua chitarra la
troviamo in due brani di Dangerous,
nell'introduzione di Black Or White (solo
all'inizio) e nella ballata Give In To Me,
dove ha più tempo per brillare. Soprattutto in quel finale in cui la sua Les
Paul ruggisce e urla mentre il cantante canta qualcosa che, oggi più che mai,
suona piuttosto inquietante: " Don't
try to understand me/Just simply do the things I say".
Queen/Joe Elliott -
Tie Your Mother Down (The Freddie Mercury Tribute Concert) (1992)
Quando Freddie
Mercury morì di AIDS il 24 novembre 1991, i suoi compagni di band decisero
di organizzare un concerto tributo per raccogliere fondi per la ricerca contro
la malattia. Parteciparono alcune delle band più popolari dell'epoca (come i Metallica, gli U2 e i Guns N' Roses) e una pleiade di stelle salirono sul palco
per celebrare la vita e l'opera di Mercury. Uno dei prescelti, come non poteva
essere altrimenti, fu Slash che si unì con la sua Les Paul alla Red Special di Brian May per estrarre tutto il
succo da questa versione di Tie Your
Mother Down.
Blackstreet - Fix
(1997)
Blackstreet è stato un gruppo R&B che ha avuto un enorme
successo con la loro canzone del 1996 No
Diggity, pubblicata sul loro album Another
Level. Su quello stesso album c'era anche questa Fix che quando fu scelta come terzo singolo dell'album uscì come
remix che includeva il rapper Ol' Dirty
Bastard, il gruppo Fishbone e
Slash alla chitarra. R&B, rap e rock uniti insieme e in gran forma.
The Strokes - New
York City Cops (2004)
Slash, Duff Mckagan e Matt
Sorum, ex Guns N' Roses e, all'epoca, i membri dei Velvet Revolver scoprirono gli Strokes
dopo un concerto e fecero amicizia, comparendo anche nel video di Someday del primo album del gruppo di New
York, Is This It, uscito nel 2001.
Non sorprende quindi che qualche anno dopo la band di Julian Casablancas abbia invitato il chitarrista sul palco per
suonare un'altra canzone di quel mitico album, in questo caso New York City Cops, che ha permesso
anche a gente come Jack White o Josh Homme di salire sul palco con loro. La includiamo qui per aver
visto Slash con uno dei gruppi più rappresentativi del primo decennio del XXIº
secolo piuttosto che per la performance stessa, e perché il chitarrista, uno
dei più grandi eroi di Nick Valensi,
porta una bella ventata di rock.
Joan Jett - Star Star
(2010)
Nei Guns N' Roses di Appetite
Izzy Stradlin serviva da Keith Richards e Slash da Jimmy Page, ma questo non toglie il
fatto che il chitarrista era anche un fan degli Stones, come si può vedere in
questa performance dal vivo con la grande Joan Jett. La sua versione di Star Star è un veicolo perfetto per
Slash per far uscire dalla sua Les Paul 'Snakepit' rossa le migliori essenze di
Richards e il padre di tutto questo, Chuck Berry.
B.B. King - The
Thrill Is Gone (2011)
I loro stili possono non essere simili ma, alla fine, i
grandi chitarristi finiscono per capirsi. Qui Slash accompagna B.B. King in un omaggio al suo grande classico, The Thrill Is Gone, in cui dimostra di avere
anche il blues nelle vene. Ad accompagnarli ci sono altri pesi massimi come Derek Trucks, Susan Tedeschi, Ronnie Wood e il cantante dei Simply Red, Mick Hucknall. Nel bel mezzo della canzone il re del blues chiede a
Slash il suo cappello e Slash glielo cede senza esitazione: tra i maghi non ci
sono segreti.