10 grandi chitarristi acustici

Di Sergio Ariza

Approfittando dell’avvicinarsi del compleanno del nostro amato Bert Jansch, faremo una breve selezione di grandi chitarristi acustici. Sceglieremo solo chitarristi il ​​cui strumento principale sia acustico, cosa che ci farà appartare chitarristi come Jimmy Page o Richard Thompson, quelli legati o vicini al mondo del rock e ad altri generi simili (blues, folk, country...), lasciando da parte anche giganti del jazz o del flamenco (altrimenti Paco De Lucia o Django Reinhardt sarebbero in questa lista).    

Robert Johnson (8 maggio 1911 - 16 agosto 1938)
 

Robert Leroy Johnson
(Hazlehurst, Mississippi), Robert Johnson, era un giovanotto che girovagava tra le grandi figure del blues del Mississippi come Charley Patton e Son House, nessuno se lo filava né gli prestava molta attenzione, e nessuno si accorse quando sparì dalla circolazione per qualche mese. Quando riapparve tutti gli occhi e soprattutto le orecchie furono puntate su di lui. Nessuno riuscì a credere come il ragazzo passò da essere un apprendista a padrone assoluto della chitarra. Visto che sembrava soprannaturale, iniziò a diffondersi la voce che avesse fatto un patto con il diavolo in cambio della sua anima, diventando il miglior bluesman dell’epoca. Con un sorriso sbilenco, Johnson non si preoccupò di contraddire le voci e iniziò a suonare cose come Crossroads Blues, Me And The Devil Blues o Hellhound On My Trail. L’impatto che ebbe sul resto dei chitarristi blues fu come quello che ebbe Jimi Hendrix anni dopo nel mondo del rock. Prese qualcosa di già esistente e creò qualcosa di completamente nuovo. Decenni dopo la sua morte in strane circostanze (pare che un marito geloso abbia fatto il lavoro del diavolo) il giovane Keith Richards pensava ancora che fossero due i chitarristi che si ascoltavano nelle sue registrazioni. La musica di Johnson è così buona che è difficile separarla dalla leggenda.
 

Chitarre:
Nelle uniche due fotografie certificate dell'artista, Robert Johnson sembra abbia fra le mani una Kalamazoo KG-14 e una Gibson L-1 del 1929. La marca americana iniziò a produrre la L-1 Robert Johnson Signature nel 1994.
 

Discografia consigliata
: King of the Delta Blues: The Complete Recordings (1997)
   

   

John Fahey (28 febbraio 1939 - 22 febbraio 2001)
 

John Fahey
è una delle personalità più complesse che la musica abbia dato e, possibilmente, la figura più importante della chitarra acustica della seconda metà del XX° secolo. Quando gli chiesero perché iniziò a suonare la chitarra, rispose che nel suo quartiere c'erano dei ragazzi più grandi di lui che riuscivano a conquistare le ragazze solo perché sapevano suonare, così decise di provarci. Secondo quanto racconta, non conquistò nessuna ragazza ma, d'altra parte, riuscì a imparare a suonare la chitarra. Ci riuscì e come, creando uno stile molto personale; prendendo in prestito un po’ di cose dal blues acustico primordiale, come accordature aperte e particolari, mescolandole con elementi dissonanti più tipici dei compositori classici e d'avanguardia. Si autonominò come 'primitivista americano' e, con poco impatto commerciale, riuscì a fare in modo che chiunque volesse suonare una chitarra acustica con un minimo di serietà facesse una tappa obbligata per il suo ampio lavoro. Un lavoro che lo portò in molte direzioni, ma sempre legato alla sua particolare sensibilità. Fu uno dei più grandi innovatori della chitarra acustica, recuperando forme tradizionali ma aggiungendo uno strato modernista. La sua fama è cresciuta dopo la sua morte, un'ironia che non sfuggì l'uomo spesso si presentava come Blind Joe Death per ridere alle spalle di quegli snob che cercavano oscuri 'bluesman' antichi e di quelli cui la parola 'morte' ha sempre fatto sganciare più soldi.
 

Chitarre
: Fahey non è mai stato un feticista delle chitarre, ma il suo strumento più famoso è una Gibson Recording King degli anni ‘30 con cui incise gli album alla fine degli anni '60. Usò anche altre chitarre come la Bacone & Day Senorita o una Martin D-28.
 

Discografia consigliata: The Transfiguration of Blind Joe Death (1965), The Voice of the Turtle (1968), The Yellow Princess (1969), Return of the Repressed: The John Fahey Anthology
 

   

Bert Jansch (3 novembre 1943 - 5 ottobre 2011)
 

In certa misura, Bert Jansch è l'equivalente inglese di Fahey, sebbene abbia goduto di riconoscimento in vita molto più grande dell’americano. Quando si parla di lui si tendono ad evidenziare sempre due cose, la prima è che Jimmy Page prese il suo arrangiamento della tradizionale canzone folk Blackwaterside per trasformarlo in un pezzo strumentale del primo album dei Led Zeppelin, chiamato Black Mountain Side. La seconda è che quando a Neil Young fu chiesto nel 1992 chi fosse il suo chitarrista preferito, non esitò a rispondere "Bert Jansch è il miglior chitarrista acustico, senza dubbio il mio favorito. Come elettrico direi Jimi Hendris. (…) Ma Bert Jansch è allo stesso livello di Hendrix". Questi sono i due aneddoti che tutti evidenziano (lo facciamo anche noi) ma quello che non dovremmo dimenticare è che Jansch è molto più che un eccezionale chitarrista, essendo anche un grande compositore. Un artista capace di scrivere canzoni così emozionanti come Needle of Death o Poison; di influire in modo importante nella carriera di altri artisti come Nick Drake, Donovan, Paul Simon, Johnny Marr o dei due nominati all'inizio, è molto più di un chitarrista eccezionale. Anche se, senza dubbio, l’impronta più profonda l’ha lasciata con le sei corde di un’acustica.
 

Chitarre
: il suo primo disco fondamentale fu registrato con una Martin 000-28 presa in prestito. Altre: John Bailey Custom, Yamaha FG1500, Yamaha LL11.
 

Discografia raccomandata
: Bert Jansch (1965), Birthday Blues (1969), L.A. Turnaround (1974), When the Circus Comes to Town (1995), The Dazzling Stranger (2002). Con Pentangle: Sweet Child (1968), Basket Of Light (1969)
   

   

Joni Mitchell (7 novembre 1943)
 

Oltre a musicisti e chitarristi eccellenti, le 10 persone che appaiono in questa lista sono eccellenti artisti di per sé e Joni Mitchell è la più grande di tutti. Eccellente cantante e prodigiosa compositrice, il suo lavoro è tra i più fini che abbia partorito il ventesimo secolo (il suo Blue fu scelto come miglior disco mai realizzato da una donna da NPR). Ma non per questo possiamo non ricordare Joni anche come chitarrista innovativa, utilizzando diverse accordature (circa 50, molte delle quali tutte sue) che lei stessa ha chiamato "gli strani accordi di Joni". La sua esperienza è tale che, alla fine degli anni '70 ha collaborato a stretto contatto con giganti del jazz come Jaco Pastorius, Wayne Shorter, Herbie Hancock o lo stesso Charles Mingus. Naturalmente, il suo stile ha ispirato anche musicisti vari come Led Zeppelin (che le dedicarono la loro Going to California) o Prince.
 

Chitarre
: Joni ha sempre commentato che la sua chitarra preferita era la Martin D-28 del 1956 che comprò nel 1966 a un veterano del Vietnam. Con lei registrò i suoi primi album fino a Court And Spark, quando le fu rubata.
 

Discografia consigliata
: Ladies of the Canyon (1970), Blue (1971), For the Roses (1972), Court And Spark (1974), The Hissing of Summer Lawns (1975), Hejira (1976).
   

   

John Renbourn (8 agosto 1945 - 26 marzo 2015)
 

L'anima gemella di Bert Jansch, con cui condivise una band, i Pentangle. Se gli americani avevano Charley Patton e Robert Johnson, gli inglesi avevano il ricco folklore medievale e Renbourn fu tra i più abili al momento di salvarlo. Ovviamente il suo interesse andò ben oltre, con il blues, la musica classica o il jazz. Non invano fu tra i primi musicisti inglesi a suonare un sitar. Classe pura, le sue collaborazioni con Jansch sono un must per chiunque abbia interesse per il mondo acustico.
 

Chitarre
: la chitarra più associata a lui è la Gibson J-50 che usò all’epoca dei Pentangle (con cui suonò anche una Gibson ES-335 elettrica). Altre: Guild D-55, Franklin OM.
 

Discografia consigliata
: There You Go (1965), The Black Balloon (1979), The Essential: The Best of John Renbourn.
   

   

Leo Kottke (11 settembre 1945)
 

Kottke
è il miglior allievo di John Fahey. Con la sua casa discografica, Takoma, incise l'album che lo rese famoso, il fondamentale 6 and 12 String Guitar, pubblicato nel 1971. Il suo stile, soprattutto alle 12 corde, si basa sulla musica blues e folk ma aggiungendo melodie polifoniche e sincopate. Un maestro dello strumento che funge da collegamento tra il 'primitivismo' di Fahey e le esplorazioni eteree di Michael Hedges.
 

Chitarre
: La preferita era una Gibson B-45 a 12 corde. Ha un modello signature, la Taylor Leo Kottke 12 corde
 

Discografia consigliata
: 6 and 12 String Guitar (1971), My Feet Are Smiling (1973), The Best (1976)
   

   

Nick Drake (19 giugno 1948 - 24 novembre 1974)
 

A volte è difficile separare la triste storia di Nick Drake dalla sua musica. Ma se Drake avesse avuto successo in vita e non si fosse suicidato a 26 anni, la sua musica continuerebbe a commuovere allo stesso modo, essendo la colonna sonora perfetta della malinconia. Oggi, che centinaia di band e artisti cercano di suonare come lui, è difficile immaginare che i suoi tre dischi magistrali passarono completamente inosservati quando furono pubblicati. Aveva tutto, canzoni memorabili e un interprete perfetto, musicisti incredibili (luminari del folk rock britannico come Fairport Convention e Pentangle) e un produttore da sogno, Joe Boyd. Come chitarrista era della scuola di Jansch ma le sue progressioni di accordi erano più vicini a quelle dei Beatles e il suo tono era del tutto personale, un'estensione della sua personalità tormentata. Come la sua voce e il suo modo di pizzicare le corde, le sue canzoni sono brevi sbuffi di tristezza e malinconia che hanno la capacità di muoversi e ‘aggiustare l'anima.
 

Chitarre
: Sulla copertina di Bryter Layter appare con una Gild M20, ma, come tutto nella vita Drake, anche le sue chitarre sono avvolte da mistero. La più probabile sono una Martin D28 una 000-28, una Guild M20 (diversa da quella che appare in copertina) e una Yamaha classica.
 

Discografia consigliata
: Five Leaves Left (1969), bryter layter (1971), Pink Moon (1972)
   

   

John Martyn (11 settembre 1948 - 29 gennaio 2009)
 

Per la sua portata musicale vastissima, è riduttivo etichettare John Martyn come cantautore. Fu il primo a combinare basso elettrico e batteria con la chitarra acustica, dando al suo stile folk un forte carattere jazz, come si può apprezzare nel suo capolavoro Solid Air, una canzone che dedicò al suo amico Nick Drake. Si aprì anche ad altri generi, combinando 'licks' celtici con il dub giamaicano, o con arie di musica brasiliana o flamenco. Come chitarrista è stato altrettanto innovativo, sempre pronto a sperimentare sia con pickup che con amplificatori, utilizzando una pedaliera dove si trovavano un Big Muff, un MuTron e un Phaser 100. L’uso che faceva dell’Echoplex gli permise di ottenere mettere alla sua acustica effetti originali come quelli usati nella sua versione di Devil Got My Woman di Skip James.
 

Chitarre
: In un'intervista degli anni ’70, riconobbe she possedeva solo una Martin D-28, con un pickup DeArmond per le parti elettriche e una Barcus-Berry per le acustiche, oltre a una Les Paul.
 

Discografia consigliata
: Bless the Weather (1971), Solid Air (1973), One World (1977).
   

   

Michael Hedges (31 dicembre 1953 - 2 dicembre 1997)
 

Se Michael Hedges avesse pubblicato solo Aerial Boundaries, sarebbe stato sufficiente per essere incluso in questo elenco. È incredibile che un solo uomo con una sola chitarra possa aver fatto una cosa così; al di là dell’esibizione tecnica si tratta di una canzone meravigliosa. Tutta la sua opera fu scritta con accordature alternative e una tecnica chitarristica assolutamente brillante con tutti i trucchi e le innovazioni possibili, dal suo modo di suonare all'inclusione di "armoniche slap". La sua musica fu influenzata da John Martyn e dai Beatles, ma anche da compositori classici come Stravinsky o Varèse. Stelle come Pete Townshend, Steve Vai o Alvin Lee cantarono le sue lodi.
 

Chitarre
: La sua Martin D-28 del ‘71, soprannominata Barbara, aveva un pickup magnetico Sunrise S-1 e un pickup FRAP. Altre: una Ken DuBourg Custom del 1978, una Martin J-65M, una Lowden L-250, un Takamine Custom...
 

Discografia consigliata
: Breakfast in the Field (1981), Aerial Boundaries (1984), Best of Michael Hedges (2000)
   

   

Kaki King (24 agosto 1979)
 

La più giovane della lista ha rivoluzionato tutto il mondo acustico con la pubblicazione del suo primo album, Everybody Loves You, nel 2003, che includeva una bellissima canzone dal titolo Night After Sidewalk, incisa con poco più che la sua Ovation acustica. La sua carriera è cresciuta e si è espansa con il tempo, arrivando persino a cantare, fino a essere inclusa nella lista dei "nuovi dei della chitarra" della rivista Rolling Stone (in cui era l'unica donna e la più giovane). Il suo stile è emozionante come quello di Fahey, energico quanto Kottke e non ha nulla da invidiare, tecnicamente parlando, a Hedges. Dal vivo è una delle chitarriste più brillanti.
 

Chitarre
: il suo modello Ovation Adamas Kaki King Signature 1581-KK. Altre: Veillette Guitars Gryphon 12-String
 

Discografia consigliata
: Everybody Loves You (2003), Until We Felt Red (2006)
   

Photogallery