Il ruggito di Rory Gallagher

Di Tom MacIntosh

William Rory Gallagher (2 marzo 1948 - 14 Giugno 1995), fu una leggenda del blues/rock irlandese che arrivò alle stelle per il suo stile ed energia, riconosciuto a livello mondiale come uno dei migliori chitarristi di tutti i tempi. Durante il suo periodo con i Taste e grazie ai suoi album da solista, negli anni '70 e '80 accumulò oltre 30 milioni di album venduti. La chitarra che usò per volare così alto fu, in generale, la sua consumatissima Stratocaster Sunburst del 1961, che si dice fosse stata la prima ad arrivare in Irlanda. Suo fratello Donal disse una volta: "L'ambizione dei suoi sogni era quella di avere una chitarra come quella di Buddy Holly... Questa Stratocaster si trovava in un negozio come strumento usato, costò 100 sterline...non si può paragonare ai prezzi di oggi, si potrebbe dire forse un milione di sterline".    

   

In questo pezzo vogliamo ricordare alcuni dei suoi momenti migliori e nel processo scoprire cosa fece ruggire Rory.      

Nel 1969, aveva solo 20 anni, Gallagher e il suo "power trio" Taste debuttarono con il disco omonimo. Inizia con Blister on the Moon, una rock straziante che mostra il lato grezzo del tocco di Gallagher, le sue dita minacciose fra i 'power chords' e un assolo impressionante che mostra i lick che avrebbero rappresentato il suo sound e marchio di fabbrica. Troviamo un altro memorabile assolo in questo album in Born on the Wrong Side of Town, un rock potente con un tocco di folk irlandese che lo consolidò come leggenda irlandese della classe operaia. I Taste realizzarono un altro album in studio, On the Boards e due live, Live Taste e Live at the Isle of Wight. Si sciolsero nel 1970.
   

Dopo i Taset, Gallagher si lanciò in una carriera da solista perfezionando ulteriormente le sue formidabili abilità facendo scintille in classici come la sua performance di Shadowplay a Montreux nel 1979, dove iniziò a macinare la sua Strat quasi in trance, per poi scendere dal palco per suonare tra la gente, una dimostrazione davvero impressionante di abilità, energia e coraggio.
     

Due dei suoi album più memorabili sono Calling Card e Deuce, che comprendono alcune delle sue opere più sorprendenti, come Tattoo'd Lady, dove spreme la sua Strat alla perfezione. Da non perdere la performance davanti a un esercito di fan impazziti al Rockpalast, una trasmissione rock della televisione tedesca. Un altro autentico regalo è l’assolo di I'm Not Awake dall’album Deuce.
Nel 1971 fu nominato Chitarrista Internazionale dell'Anno dalla rivista Melody Maker, battendo Eric Clapton, un'impresa non da poco. Prese l'abitudine di viaggiare per l'Irlanda una volta all'anno, il che gli valse un profondo apprezzamento da parte dei suoi ammiratori e un'adorazione quasi religiosa. I suoi famosi concerti, delle vere maratone, furono una testimonianza del suo impegno per il suo mestiere. Suonò e registrò perché "ce l’avevo dentro, non è un interruttore che semplicemente accendo".      

   

Le sue influenze da giovane furono Buddy Holly, Eddie Cochran, ma la grande spinta gli venne quando ascoltò Muddy Waters, che lo attirò immediatamente verso il blues. Il suo interesse si espande, disse, ascoltando Big Bill Broonzy e Lead Belly. Suonò una versione di Leavin' Town Blues di Lead Belly con lo slide, mostrando ancora una volta la profondità del suo talento e risorse. Se la cavava anche con altri strumenti come il sassofono contralto, l'armonica, il basso, il banjo, il mandolino e il sitar, tanto per tenersi occupato.
     



Altri momenti salienti del suo eccezionale lavoro da solista compaiono in I Take What I Want, una versione di una canzone di Sam & Dave, che troviamo nel suo disco del 1975, Against the Grain. Nel pezzo ascoltiamo la sua voce duettare con riff di chitarra fino all’estremo, coronato dal fragoroso applauso del pubblico dei battezzati. La sua ruggente espressività di Kickback City, dal suo album Defender è un altro elemento incandescente che ispirò grandi nomi come quello di Brian May dei Queen, che lo racconta così: "Io e un mio amico lo avviciniamo per chiedergli: "Come tiri fuori il tuo sound, Mr Gallagher?". Lui si siede con noi e ci racconta tutto. Devo il mio sound a Rory Gallagher". Aveva anche altri discepoli tra cui The Edge (U2), Slash (Guns 'N Roses), Glenn Tipton (Judas Priest), e Gary Moore, solo per citarne alcuni.
     

La lista della sua magnifica magia chitarristica è quasi infinita, ma non possiamo non menzionare altre perle come Walk on Hot Coals, Shin Kicker, Philby e Follow Me, e tutto questo è solo una goccia nell’oceano. Non ebbe mai un grande hit che fece sbancare le vendite, per quello fu sempre ignorato ingiustamente dalle classifiche. Ma fu adorato dai suoi contemporanei per la sua gentilezza e generosità, il suo enorme talento e la sua energia instancabile.
 

     

Per quanto riguarda l’attrezzatura usata, abbiamo visto Rory con una Patrick Eggle JS Berlin Legend, (venduta all’asta nel 2014 per 25.000 sterline), un amplificatore Vox AC30, un treble booster Dallas Rangemaster attaccato all’input principale. Ha anche suonato con amplificatori Marshall e Ampeg VT40 e VT22.      

Non si sposò mai, tranne che con la sua musica e la strada; suonò fino a quando ha letteralmente potuto farlo: ebbe un collasso sul palco a Rotterdam nel 1995. Fu portato in ospedale con insufficienza epatica e morì di un'infezione dopo il trapianto.    

Fino alla fine, fu determinato a scrivere musica originale rimanendo fedele alle sue radici. Non ha mai mostrato alcun amore per i trucchi di studio e ha lasciato un'eredità di purezza di sentimenti e forma. Questo approccio coi piedi per terra lo portò verso diversi stili come il country, il jazz sofisticato, folk o rock. Nel 1972 disse alla rivista Rolling Stone: "Mi sembra uno spreco di tempo lavorare per anni per diventare una specie di personaggio". Senza dubbio. Continuò a mostrare al mondo che era "totalmente autentico" con il suo incredibile lavoro con lo slide, le sue eccitanti composizioni e un semplice cuore pieno di rock e blues.