In the style of Mark Tremonti
Di Massimo D'Angelo
Mark Tremonti (18
aprile 1974) è, senz’ombra di dubbio, uno dei grandi chitarristi protagonisti
degli ultimi vent’anni. Un virtuoso dell’heavy metal che non si è fermato
neanche un secondo dopo aver dato i primi passi con i Creed, nella seconda metà degli anni ’90, passando poi per gli Alter Bridge fino ad arrivare ai suoi
dischi di thrash metal in solitario. Alle sue spalle ci sono 12 album, decine
di milioni di dischi venduti e un Grammy, per il momento. Il cammino di
Tremonti è stato lungo e lui sembra non voler fermarsi a riposare: se non è in
tour, è in sala di registrazione –solo o con gli Alter Bridge non è importante:
i suoi fan aspettano affamati ogni suo nuovo lavoro-. E se non è occupato su
qualche palcoscenico o in studio, è perché sta scrivendo i prossimi testi e
musiche o sta lavorando gomito a gomito con il maestro Paul Reed Smith alla sua nuova signature o a un ampli che porti,
finalmente, il suo cognome.
Tremonti è un fan dichiarato di due chitarristi con due stili
assai differenti, Stevie Ray Vaughan e Dimebag
Darrell, ma è evidente come sia riuscito a sviluppare uno stile proprio
costituito da un mix potente e complesso di arpeggi e fingerstyle e da un riffing preciso. L’uso di accordature
particolari, in più, sfocia in un incredibile talento per assoli stupendi.
Parliamo del suo suono.
Per quanto riguarda le chitarre, è chiaro che anche qui il
nostro eroe di chilometri ne ha fatti da quando iniziò, adolescente, con una
Tara, imitazione di una Gibson Les Paul –comprata a un amico per 10 dollari-
fino ad arrivare al matrimonio con PRS celebrato più di 16 anni fa ormai. Le
sue chitarre signature sono di solito singlecut,
anche se la sua ultima creazione è una PRS doublecut
classica, con un pickup al ponte da un output molto alto e un altro al manico
più moderato.
Per l’amplificazione, anche se lo abbiamo visto con diversi
ampli nel corso degli anni, non ha mai rinunciato ai suoi favoriti: il Mesa
Boogie Dual e il Triple Rectifier. Per i suoni puliti, invece, la sua scelta
ricade sul magnifico Fender Twin Reverb Reissue 65. Un altro elemento classico
della sua strumentazione è il Bogner Überschall, che usa per dare più potenza
alle basse frequenze.
Non sono molti i pedali che usa e i suoi endorsement con
Morley (Wha) e la T-Rex (Replica, Phaser, Octavius…) non sono un segreto. Se
parliamo invece di Overdrive, dopo tanti test, la sua scelta è stata per un
altro pedale che non ha bisogno di presentazioni: l’Ibanez TS808HWB.
Lo diciamo sempre: per suonare come i nostri eroi, dovremmo essere i nostri eroi. Impossibile. Ma
una buona strumentazione ‘in the style of’,
molta passione e ore e ore d’esercizio e dedicazione, aiutano sempre!